Pope Simon

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POPE SIMON

Acclamato artista internazionale, Software designer, scrittore, nonché Docente e Direttore del corso BA/BS Design in arti interattive all’università di Cardiff, UWIC Business school (2002). Ha lavorato a vari progetti spettacolari ed innovativi fra i quali: I/O/D 4 The Web stalker(1997), strumento per visualizzare le strutture del web.Vincitore del “Webby Award‿, San Francisco(2000). E' membro del gruppo I/O/D La critica internazionale assegna a Simon Pope vari riconoscimenti per la sua capacità di saper utilizzare il Software come una nuova forma artistica, riuscendo nell’ardua impresa di riuscire a dare ai bit un significato artistico. Questo gli vale anche l’appellativo di “Artista Digitale‿.


BIOGRAFIA:

Nasce a Exeter, sud ovest dell’Inghilterra, nel Gennaio del (1966). Studia all’Institute of Higher Education di Belle Arti a Cardiff (U.K.) dove poi si trasferisce per lavoro. Prende il “Bacherlor‿, Diploma di laurea in informatica all’università del Queensland e partecipa al Master in scienze cognitive all’università del New South Wales. Ha lavorato all’IBM Australiana, dove è stato responsabile del design e del dislocamento delle infrastrutture chiave attraverso l’Asia e il Pacifico. Successivamente, sempre all’IBM, lavora al laboratorio di ricerca T.S. Watson N.Y. come ingegnere del software, contribuendo significativamente alla tecnologia e ai software IBM. Nel Settembre del 2003, si unirsce alla DSTC e diventa il membro chiave del gruppo di sicurezza. Durante gli anni, lavorando per il ministero della difesa e dipartimenti commerciali, guidò vari “Team‿ alla ricerca e sviluppo dei software per il monitoraggio e automatismo delle infrastrutture.


CRONOLOGIA:

(1991): Prende il diploma di laurea in Belle Arti ed inizia a lavorare alle arti multimediali.Aiuta a mettere su una piccola unità di ricerca al Cardiff National Museum del Galles.

(1992): Dalla collaborazione con due colleghi, nasce una associazione creativa di design, formata d a un programmatore, uno scrittore e da Simon come designer interattivo.

(1995): L’associazione si sposta a Londra.

(1998): L’Art Concil of England finanzia lo sviluppo del progetto I O D 4: The WebStalker

(1999): L’Art Concil supporta Ice for everyone un progetto artistico online che viene portato in giro per un lungo tour. All’associazione di Simon viene commissionato il design di In to the Web per il Millennium Dome. Simon viene votato come uno dei primi dieci artisti di rete in Inghilterra, secondo una classifica del “Guardian Online‿.

(2000): Si sposta a Cardiff per prendere il posto di Docente alla UWIC. Viene pubblicato London Walking. IOD4: The WebStalker vince il “Webby Award.‿ Simon sviluppa un nuovo corso di design per Interactive Media alla UWIC. Lavora con BBC online per un nuovo progetto web Art for networks.

(2001): Viene contattato dalla galleria‿Charter‿ di Cardiff per diventare curatore della mostra itineraria Art for networks.

Settembre (2002): Prime iscrizioni di studenti al nuovo corso di Simon alla UWIC. Parte da Cardiff il tour Inglese di Art for Networks.

Novembre (2002): Vince il prestigioso progetto di scambio “Nesta‿(2002-2005). In tale occasione l’autore dice: ‿Inizialmente mi concentrerò sulla conoscenza del contesto nel quale si svolgerà il mio progetto. Mi voglio occupare della vita urbana di tutti i giorni. Riguardo a questo penso che non bisogna essere un politico o un architetto per capire come la nostra città dovrebbe essere gestita e sviluppata in tutte le sue forme. La conoscenza informale è sufficientemente valida‿. Per questo progetto, Simon pianifica quattro stadi: Studio accademico, performance, documentazioni tecnico-istituzionali e supporto chiave (necessario per raccogliere dati sperimentali e per creare legami importanti per future opportunità commerciali).

Gennaio (2003): Simon prende la cattedra alla scuola d’arte di Sint Lukas Bruxelles. “Il programma del corso di perfezionamento Transmedia, mi ha dato l’opportunità di lavorare con studenti di molte discipline e di applicare la mia ricerca in un più ampio contesto europeo‿. L’opera Art for Networks si sposta ad Edinburgo per poi andare a Nord-Ovest dell’Inghilterra, poi ad Est, fino ad arrivare, nel Novembre a Londra.

Aprile (2003): Prende la cattedra al Banff Centre del Canada e da li spera di spostarsi a UCLA Los Angeles per altre ricerche. “La mia ambizione è quella di riuscire a trovare, alla fine del progetto, una maniera di lavorare idonea a sostenere la mia attività pratica e di ricerca, attraverso una serie di scambi internazionali‿.

Estate (2003): Simon espone alla Biennale di Venezia come rappresentante del Galles.


POETICA:

“Inizio a temere che passerò il resto della mia carriera a riesaminare le cose che meglio sono portato a fare‿. L’artista digitale Simon Pope crede che si possa imparare molto dagli ambienti urbani semplicemente camminandoci attraverso. Conduce nuove ricerche, sul rapporto umano, basate sulla sua esperienza di interazione con diverse persone e quartieri. Queste ricerche saranno poi la base dei nuovi lavori artistici elettronici che sfideranno la nostra percezione su che cosa sono le città e su come le possiamo influenzare. In tutto questo si avverte una poetica di fondo che anima l’opera dell’autore. Il suo obiettivo è quello di riuscire a dare un senso profondo alle relazioni ed ai rapporti interpersonali cercando sempre di riuscire a dare un aspetto umano anche alle cose canonicamente ritenute come “inanimate‿. Riuscirà infatti a far parlare in modo artistico un Software, riuscirà a dare un’anima alla mappa di una città così come riuscirà a creare attraverso la sua poesia, un intreccio di relazioni tra uno spettatore ed un semplice calendario, dando ad un pezzo di carta, prima una forma e poi uno scopo all’interno dello spazio tempo-profondità. Queste parole evidenziano ancor di più il suo aspetto “sociale‿:“Non mi senti il tipico genio solista, amo lavorare in collaborazione con altre persone, al di fuori del tradizionale mondo artistico contemporaneo. Non ci rappresentiamo come semplici individui, ma come parte della realtà in cui viviamo‿.


OPERE:

IOD4 The WebStalker Simon Pope, Colin Gree, Matthew Fuller 1997

L’arte e i domini digitali hanno creato nuovi tipi di software con altrettante numerose interfacce e nuovi networks. The Web Stalker è stata una delle prime applicazioni multimediali, su supporto internet, concepita e disegnata da artisti piuttosto che da tecnici della rete. E’un esempio unico di rivisualizzazione artistica del dato digitale all’interno dello spazio nel suo livello più profondo. The WebStalker è essenzialmente un nuovo tipo di browser, che consente quindi di muoversi nel mondo on-line, differenziandosi però dai normali browser attraverso un interfaccia completamente differente. Gli autori hanno preso l’idea del browser visuale convenzionale e l’hanno rielaborata secondo il loro pensiero. In un atto di sovversione poetica, questo browser rompe la routine dei soliti suffissi internet (com/edu/net/org) dell’indirizzo schematico. Lo User infatti aprendo un URL vedrà, lo Stalker “sputare fuori‿ l’HTML desiderato; contemporaneamente, in una finestra parallela, il programma rintraccia ed identifica ogni pagina collegata all’ URL digitato, ingrandendo, man mano, il gruppo delle pagine passate al vaglio ed infine proponendo, in modo non arbitrale, un intero set di pagine collegate tra loro e allo USER. Le pagine non sono mai visualizzate come in un browser convenzionale, bensì schematizzate e mappate in una profonda e complessa relazione ipertestuale. Questo Browser innovativo, consente di visualizzare la struttura dei siti web attraverso una mappa grafica, composta da cerchi, linee e punti luminosi, ognuno con il suo significato ben preciso, che rappresentano nel complesso i link di collegamento tra le pagine. Sia nelle pagine richieste che in quelle indagate dallo Stalker, la metafora del Flusso di dati, che scorre all’interno del box visualizzato sullo schermo, è sempre presente. Quello che Simon Pope ed i suoi collaboratori vogliono far percepire attraverso questa rappresentazione grafica è appunto come la l’ambiente digitale, la sua organizzazione e reticolarità siano assolutamente complessi e distanti dalla semplicistica, nitida e chiusa cornice offerta dai comuni browser presentativi. The Web Stalker ha aperto la strada ad un nuovo modo di percepire ed utilizzare la rete, svincolato da un approccio funzionalistico e dalle logiche riduttive della usabilità, che mira a fornire una nuova consapevolezza della realtà indagata. Come ben si capisce, proprio per la sua natura ibrida, collocata in sospeso tra il software e l’opera d’arte, lo Stalker non può essere paragonato, se non superficialmente, con gli altri browser come Netscape o Explorer, che rimangono distanti proprio per il loro approccio alla rete eccessivamente “Function Oriented‿.

Ice For Everyone progetto artistico online(1999)

Into The Web design commissionato per il Millennium Dome(1999)

Art For Networks progetto web per la BBC online (2000)

London Walking (manuale per la sopravvivenza) pubblicato dalla Ellipsis, (2000).

Simon Pope usò la sua esperienza di vita, avuta a Londra, per scrivere questo libro indirizzato a colui che cammina in questa città. Non è una guida, ma qualcosa di diverso, come dice l’autore: “L’idea per questo libro mi arrivò mentre stavo camminando per andare a lavoro da casa mia a London Bridge. Non è una guida che ti dice come arrivare da A a B. Ti spigherà invece che cosa è che definisce Londra. La mia intenzione è quella di creare un libro che le persone porteranno con se,e che le aiuterà a capire meglio la loro città‿. E’ una guida diversa, rivela per esempio il significato che può avere la cordonatura del marciapiede all’interno del contesto urbano: “Quando pongono una cordonatura del marciapiede in granito nella tua strada, sai già che l’area perderà presto il suo aspetto “rurale‿ e che diventerà così prestigiosa che non potrai più permetterti di pagare l’affitto nel giro di un anno. I marciapiedi di granito sono segno della rigenerazione urbana e della sua crescita‿. Nel libro sviluppa come il suo interesse per le lunghe passeggiate possa essere il metodo per esaminare il ruolo che gli artisti possono giocare negli studi urbani. “Camminare ti permette di parlare alle persone, di entrare in contatto con le cose e di imparare. Voglio capire in che modo la conoscenza informale possa avere un impatto nel modo in cui noi percepiamo le città e il modo in cui ci viviamo. Tutto questo può influenzare, per esempio, dove vanno le auto e il modo in cui le persone occupano lo spazio all’intero del quale potranno interagire piuttosto che passarci solamente attraverso senza lasciare traccia‿. Indipendentemente dall’intenzione degli architetti o dei piani regolatori, gli abitanti della città devono imparare a convivere con le conseguenze che derivano da queste pianificazioni. London Walking è un manuale di sopravvivenza che esplora la città “dal piano terra‿, per poi relativizzarla alle esperienze di vita, ponendosi allo stesso tempo come una guida pratica ed uno stimolo per nuove possibilità ma soprattutto per imparare a sognare . Camminando per strada, con le appropriate strategie e tecniche, è possibile sperimentare la città al suo meglio. Il libro mostra i contrasti con le zone limitrofe della città dove questa esprime la sua vera esistenza. Mette in luce i continui contrasti, che danno a Londra un aura metropolitana piuttosto che meramente urbana, che si evidenziano passando da sobborgo a sobborgo: da ricco a povero, da risorsa naturale a quella capitale, dal divertimento al lavoro.


Calendario delle Maree

Una delle opere facente parte del lavoro presentato da Simon Pope alla Biennale di Venezia .2003. L’installazione è composta da un pannello sul quale è stato applicato un grosso calendario veneziano delle maree ( periodo di riferimento Novembre 2001) dal quale è possibile staccare dei piccoli quadrati di carta. I partecipanti-spettatori sono invitati a prenderne uno, crearci un origamo a forma di gondola,seguendo le istruzioni, e a portarlo fuori per farlo galleggiare nell’acqua. A sostegno di quanto sopra, l’autore ha voluto evocare il concetto del galleggiamento, ponendo, in ordine sparso, su di un tavolo dipinto d’azzurro, una moltitudine di questi piccoli origami-gondola. Indipendentemente dall’avere un significato di trasporto, secondo l’autore, le barche sull’acqua possono aiutare a misurare il flusso della marea e la profondità dell’acqua stessa, attraverso il loro movimento. Il Calendario delle maree è stato utilizzato come semplice mezzo attraverso il quale si è voluto dare il senso della relazione tra profondità e superficie.

Baci

Una delle opere facente parte del lavoro presentato da Simon Pope alla Biennale di Venezia .(2003). L’installazione è composta da una mappa di Venezia su larga scala. La maggior parte delle discipline relative a architetture e piante urbane, spesso utilizzano le mappe per dare un senso alla città. Tali discipline, a tal fine, tendono a rappresentare le città con mappe sulle quali viene riportato tutto ciò che è relativo al rapporto cittadino-informazione. L’autore sembra voler ricordare che ci sono persone che per dare un senso alla città, ritengono più importante riuscire a rappresentare quella che è la relazione tra la persona e la sua vita di tutti i giorni, andando ad evidenziare quindi, non più i siti di interesse sociale, bensì quelli di interesse personale come, per esempio, tutti i posti dove la gente comune si scambia baci o a suo modo, si ritaglia un angolo di intimità. Come si capisce, questo è del tutto inusuale perché forse non è considerato abbastanza importante. La domanda dell’autore sembra essere: “Non è forse questo il modo migliore per dare un senso al posto dove viviamo?‿ I visitatori sono invitati pertanto a segnare con una “X‿ rossa, il posto dove si sono baciati. Il significato del bacio non deve essere definito secondo un canone prestabilito e condiviso, bensì è ritenuto espressione di un sentimento intimo e soggettivo. Si può baciare qualcuno in tanti modi diversi: per formalità, per saluto, o forse il bacio può significare molto di più. Una mappa completamente oscurata sarà indice di un amore diffuso.


BIBLIOGRAFIA:

(2005) Ambulant Science catalogo per un esibizione itinerante, sponsorizzata da Cardiff (2008).

(2002-03) Self-Historicizing Through Art For Networks ,giornale per Association of Art Historians‿, Londra.

Out Of Our Tree, saggio per “Species of Spaces‿, Londra.

Art For Networks, Esibizione e pubblicazione scritta e curata da Simon Pope.

(2001-02) Art Is Everythinks Business Is Not , giornale per l’Art Concil of England .

London Walking, Report fondato dall’ Art Concil of England e libro pubblicato da Ellipsis nel (2000).

(1998) Vincitore del I.D. Magazine Silver Award per Arti interattive.


WEBLIOGRAFIA:

www.ambulantscience.org

www.nesta.org.uk/ourawardees/profiles

www.subsol.c3.hu/subsol_2/contributors0/popebio.html

www.walesvenicebiennale.org./site/simon_pope.html

www.ellipsis.com/catalogue/authors/simon_pope.html

www.navigating-history.net/project/simon_pope.html

www.informatik.uni-trier.de

www.chardade.org.uk

www.dma.ucla.edu/events/calendar.php?id=92

www.framewok.v2.hl/archive/archive/nocle/actor/default.xsit/hodenr-128489

www.constantvzw.com/autonomous/autonomous2.html

www.bak.spc.org/ice/open_source.phpl

www.absoluteone.ljdmila.org/26.php

www.bbc.uk/birmingham/content/articles/2006

www.ecn.org/wikiartpedia/index.php/geert_lovink_e_interview_whit_the_makers_of_web_stalker-browser_simon_pope,_colin-green_and_matthew_fuller

www.rhizome.org/object.rhiz

www.backspace.org/iod/mutation.html

www.housab.org