Rossellini Roberto

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Rossellini Roberto

Biografia

Roberto Rossellini nasce a Roma l’8 maggio 1906 e sempre a Roma morirà il 3 giugno del 1977. Primogenito, dopo di lui nasceranno la sorella Marcella e il fratello Renzo (quest’ultimo comporrà molte musiche dei film del fratello). Cresciuto in un ambiente borghese e di raffinata cultura, riceve un educazione tradizionale ma sin da piccolo respira atmosfere artistiche grazie al padre, Angiolo Giuseppe Rossellini, che appassionato di musica classica, ed amico di vari artisti e scrittori, accoglie nella sua casa molta gente “interessante”. Fra l’altro Angiolo Giuseppe è uno dei più importanti costruttori romani e fra le grandi opere urbanistiche che mette in piedi, ci sono anche due sale cinematografiche, ovvero il cinema Corso (che adesso si chiama Etoile) ed il Barberini. E in questi luoghi Roberto si appassionerà alla cinematografia, assistendo ad una gran quantità di film e prediligendo quelli Buster Keaton e quelli di Jhon Ford. I vari stimoli ricevuti nell’infanzia ed una certa innata irrequietezza lo devieranno dall’istruzione abituale della borghesia. Ragazzo non eccellente a scuola, conlude gli studi liceali al Nobile Collegio Nazareno, dove ha come compagni di classe Marcello Pagliero, ovvero l’ingegner Manfredi nel film Roma città aperta, e Giorgio Amendola, che diventerà uno dei più importanti esponenti del PCI e gli sarà amico per tutta la vita. Dopodiché si interesserà di meccanica e questioni tecniche, abbandonando gli studi regolari per andare dietro alle proprie attitudini. Amico di vari rampolli di nobili famiglie, si permette ogni costoso lusso grazie ad una cospicua somma lasciatagli in eredità dal nonno. Ma comunque tutta la famiglia vive nel lusso, fino alla morte del padre, dopodiché nessuno sarà più in grado di amministrare le finanze e molte proprietà verranno vendute. Fra quelle rimaste Roberto troverà alloggio nella villa di caccia di Ladispoli e qui conoscerà quella che sarà la prima moglie , Marcella De Marchis, dal quale matrimonio nasceranno i figli Marco Romano e Renzo. Nei primi anni di matrimonio Roberto lavora come sceneggiatore grazie all’aiuto del suo testimone di nozze, il commediografo Cesare Vico Ludovici ed inoltre gira quattro cortometraggi: Fantasia sottomarina, Il tacchino prepotente, La vispa Teresa, Il ruscello di Ripasottile. Il primo, data la buona realizzazione, gli procura un contratto con la Scalera Film che lo ingaggia come co-regista di Francesco de Robertis, per il primo lungometraggio di guerra La nave bianca. Il supervisore che si cela sotto pseudonimo, non è altri che Vittorio Mussolini, figlio del duce, il quale ha la facoltà di far lavorare anche dei non tesserati fascisti per i film a carattere bellico. E a Roberto, che si dichiara apolitico ma che di nascosto è un convinto antifascista, viene assegnata la regia di Un pilota ritorna e L’uomo dalla croce. E grazie alla realizzazione di questo trittico bellico, che non ha nulla di propagandistico ma anzi, a volte si mostra attento alle sorti del nemico, ottiene un grande successo fra il pubblico e la critica e così Rossellini viene lanciato nella schiera dei registi più promettenti. Intanto, la seconda guerra mondiale sta arrivando al suo epilogo ed ogni attività ne risente negativamente e anche se il nostro aveva tentato di girare Scalo merci, ma nel luglio del 1943 lo scalo di San Lorenzo viene pesantemente bombardato, deve abbandonare le riprese e lasciare la capitale per trasferirsi con la famiglia a Verrecchie. Per i Rossellini, ma come per milioni di italiani, è un periodo di stenti, fame e paura. Putroppo la guerra rasenterà anche il rifugio abruzzese e così Roberto riporterà tutta la famiglia a Roma, che in teoria sarebbe stata dichiarata “Città aperta”, quindi non più soggetta a bombardamenti, al fine di rifugiarsi nel convento di San Sebastianello. È un periodo cruciale per Rossellini. In casa dello sceneggiatore Sergio Amidi, fervente comunista, partecipa a numerosi incontri organizzativi della Resistenza romana, mentre gli occupanti tedeschi, avendo imposto il coprifuoco con rastrellamenti, esecuzioni sommarie, dure rappresaglie e torture indiscriminate, sottopongono la popolazione romana ad uno dei periodi più atroci ed umilianti. E Rossellini restituirà pari pari sulla pellicola quell’angosciante atmosfera e il suo capolavoro del 1945, Roma città aperta, cambierà per sempre la storia del cinema. Sito web

Poetica

Roberto Rossellini rappresenta la personalità di maggior spicco del movimento neorealista. La qualifica neorealista può essere attribuita ad opere che per la maggior parte avevano poco in comune, dati il rivolgimento generale degli spiriti e lo slancio di entusiasmo collettivo a cui personalità più disparate mostrano di voler partecipare, salvo l’impegno a riconsiderare, alla luce dell’esperienza antifascista, il rapporto fra l’individuo e la società che si realizza in maniera drammatica nella vita attuale del paese. Rossellini opera la più decisa rottura nel linguaggio cinematografico, aprendolo ad una percezione immediata del reale e nello stesso tempo si ispira ad una sorta di antintelletualismo destinato a svolgersi col tempo in un coerente rifiuto delle ideologie politiche. Ma intanto con i primi film del dopoguerra, Rossellini esprime, con la più grande originalità, l’aspirazione comune ad un rinnovamento dell’uomo che sia un tutt’uno con il rinnovamento della collettività. Per il regista il realismo si definisce in un’attenta curiosità verso gli individui, visti nella loro umiltà di uomini quali sono, e un bisogno dell’uomo moderno di rendersi conto della realtà in modo concreto, senza ignorarla, qualunque essa sia e dire le cose come sono. Allo scopo bisogna raggiungere “l’intelligenza” delle cose, dando loro il valore che hanno, cosa per la quale è necessario comprenderne il senso autentico ed universale. Il realismo è per il regista la forma artistica della realtà e l’oggetto di un film realistico è il mondo: non la storia e neppure il racconto. Le caratteristiche essenziali dello stile rosselliniano sono due: da un lato una sorta di vocazione al dover essere testimone, cosa che lo porta ad infrangere le convenzioni dello spettacolo per ricostruire avvenimentoi reali nei luoghi e nei modi stessi in cui si sono verificati, dall’altra il dinamismo di un metodo che procede per lampeggiamenti, scorci, ellissi, conferendo il massimo significato ai singoli segmenti narrativi. Queste sono le ragioni per cui nell’opera del regista troviamo una costante tensione emozionale, alle quali si aggiunge uno stile che vuole una serie rigorosamente preordinata degli effetti e dei colpi di scena, cosa che convalida la volontà di fare presa sul pubblico incatenandone l’attenzione. Di Rossellini abbiamo anche un secondo momento, un momento di realismo interiore, nel quale il regista cerca di addentrarsi nella dimensione intimistica. Ma quando questa sua seconda fase comincia ad ottenere riconoscimenti Rossellini cambia rotta un’altra volta e torna alle grandi aperture sull’orizzonte storico politico, riaffrontando la tematica della guerra e della Resistenza.

Opere

Daphne (Italia 1936) cortometraggio

Preluce à l’après-midi d’un faune (Francia 1938) cortometraggio

Fantasia Sottomarina (Italia 1939) cortometraggio

Il tacchino prepotente (Italia 1939) cortometraggio

La vispa Teresa (Italia 1939) cortometraggio

Il ruscello di Ripasottile (Italia 1941) cortometraggio

La nave bianca (Italia 1941)

Un pilota ritorna (Italia 1942)

L' uomo dalla croce (Italia 1943)

Desiderio (Italia 1943)

Roma città aperta (Roma 1945) Il film non ebbe all’inizio degli adeguati riconoscimenti critici, ma in compenso si appoggiò a vasti consensi fra gli spettatori: la novità del film era talmente straordinaria da produrre sia entusiasmo che sconcerto. A presentarsi sugli schermo una vicenda che aveva ben poco in comune con il panorama cinematografico novecentesco. Rossellini si trovò in piena sintonia con l’epoca storica del primo dopoguerra e seppe coglierne in pieno la contraddizione essenziale fra fascismo ed antifascismo che calò in un episodio particolare di cronaca ed eresse i protagonisti non tanto a rappresentanti di una lotta della civiltà contro le barbarie, quanto ad una lotta dell’umano contro il non umano, del bene contro il male ed infine della vita contro la morte. In questi contrasti una folta serie di rapporti fra personaggi in un allargamento prospettico che oppone l’intera popolazione di Roma agli occupanti nazisti. La vicenda conserva il ritmo disarticolato ed imprevedibile del documento di vita vissuta e Rossellini non teme di accentuarne le tinte: da un lato fa dei tedeschi dei veri mostri e crea invece attorno ai personaggi popolari un clima di calda e distesa affettuosità. La politicità del film rimanda ad un cattolicesimo inteso non come mortificazione dell’esistenza ma come esaltazione delle risorse coscienziali dell’uomo nella lotta solidale contro tutto ciò che opprime la dignità. Rossellini non fa altro che rianimare la religiosità tradizionale del popolo italiano infondendole un senso democratico che la apre ad una rinnovata pienezza di intervento sulla realtà e l’episodio di vita reale si innalza a rappresentazione emblematica della totalità dell’universo umano, senza perdere la concretezza dei dati che lo compongono: il flusso dell’esistenza rivela il suo significato religioso in quanto i singoli aspetti, nel loro momento irripetibile, vengono spostati dalla dimensione del divenire a quella dell’essere. Paisà (Italia 1946) Il film si articola in sei episodi, diversamente impostati ed ambientati secondo un itinerario geografico che va dalla Sicilia alle foci del Po, componendo un quadro sui disastri della guerra in Italia. Quello che interessa il regista è il destino delol’individuo e gli intrecci romanticamente costruiti si appoggiano ad una straordinaria messa a fuoco della condizione collettiva. Le componenti del destino comune vengono illuminate in termini di racconto puro: un realismo che rifiuta gli strumenti dell’indagine psicologica a favore di una sintesi di avvenimenti concreti. L’episodio conclusivo è il più alto del film. E’ l’esaltazione della lotta partigiana come guerra di popolo e il nemico contro cui combattono i taciturni partigiani alle foci del Po è l’avversario dell’uomo. Il film non è un’opera di rievocazione della guerra appena trascorsa, ma piuttosto un intervento sullo spirito pubblico.

Germania anno zero (Italia/Germania 1947) In questo film è affrontato il tema della fede ma in luce negativa. Il nazismo, cioè il male, è rappresentato nel suo aspetto di falsa verità ed incarnato in un maestro di scuola che incita un ragazzino berlinese ad uccidere il padre, invalido e quindi socialmente inutile. Il maestro si spaventerà delle conseguenze della sua predicazione e abbandona a sé stesso il ragazzino che smarrito si uccide. Ma con questo film il rapporto fra Rossellini ed il pubblico si interrompe: ciò che preme al regista è eliminare i rischi di pateticità facendo campeggiare la storia di un’anima innocente su uno sfondo nedo, crudo ed antispettacolare. L’audacia della storia di un patricidio ed un suicidio, resi ancora più forti data l’età del protagonista, mira ad attingere al tragico senza abbandonare il piano della cronaca contemporanea. Il Neorealismo non poteva trovare espressione più avanzata ma lo spettatore veniva sottoposto ad una tensione che non era in grado di sopportare.

L’amore (Italia/ Germania 1948)

La macchina ammazzacattivi (Italia 1948)

Stromboli, Terra di Dio (Italia 1949)

Francesco, Giullare di Dio (Italia 1950)

L’invidia (Episodio di Sette Peccati Capitali) (Italia 1952)

Europa 51 (Italia 1952) Il film è un importante documento di un disagio diffuso fra i ceti di borghesia colta nei duri anni della guerra fredda. L’antistoricismo di Rossellini è la posizione di un intellettuale che rifiuta le scelte totalizzanti alle quali il suo tempo lo invita ed intraprende una ricerca d’assoluto, quasi come fosse un profeta. Ma con il volere addentrarsi in una sorta di dimensione intimistica Rossellini perse ogni capacità di presa sulle platee. Dov’è la libertà (Italia 1953)

Viaggio in Italia (Italia 1953)

Ingrid Bergman (Episodio di Siamo Donne) (Italia 1953)

Napoli ’43 (Episodio di amori di mezzo secolo) (Italia 1954)

Giovanna d’arco al rogo (Italia 1954)

La paura (Italia 1954

L’India vista da Rossellini (Italia 1958)

India (Italia 1958)

Il generale della Rovere (Italia 1959) Il regista rappresenta una realtà oggettivamente drammatica e prende posizione nell’interno di essa. Ma la figura più robusta del film è proprio quella che rappresenta il polo negativo. Il cinema italiano non aveva mai concesso ad un hitleriano la dignità del personaggio: si era limitato a farne un simbolo del male, spesso negandogli un nome e persino un volto. Rossellini approfondisce invece la ragione della demoniaca umanità nazista. E nella descrizione dello stato interiore di Bertone della Rovere passa in secondo piano la cronaca dei fatti che avvengono attorno a lui.

Era notte a Roma (Italia 1960)

Viva l’Italia (Italia 1960)

Vanina Vanini (Italia 1961)

Torino ha cent’anni (Italia 1961)

Anima nera (Italia 1962)

Illibatezza (Episodio di Rogopag) (Italia 1962)

L’età del ferro (Italia 1964) documentario televisivo in 5 puntate . La prise de pouvoir par Louis XIV (Francia 1966)

Idea di un’isola (USA 1967) documentario per la televisione americana

La lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza (Italia 1967) documentario televisivo in 12 episodi

Atti degli apostoli (Italia 1961)

Socrate (Italia 1970)

Pascal (Italia 1971)

Agostino d’Ippona (Italia 1972)

L’età di Cosimo (Italia 1973)

Cartesius (Italia 1974)

Anno uno (Italia 1974)

Il messia (Italia 1975)


Bibliografia

Vittorio Spinazzola, Cinema e pubblico. Lo spettacolo filmico in Italia. 1945-1965, Bompiani, Milano, 1974

Andrè Bazin, Che cos’è il cinema, Garzanti, 1973

Mario Verdone, Roberto Rossellini, Segher, 1963

Adriano Aprà, Il mio metodo: scritti e interviste, Marsilio editori, Venezia, 1978

Guido Aristarco, Neorealismo e Nuova critica cinematografica. Cinematografia e vita nazionale negli anni ’40 e ’50 tra rottura e tradizioni, Nuova Guaraldi, Firenze, 1980


Webliografia

www.robertorossellini.it www.italica.rai.it www.cine-tv.it www.premiorossellini.com www.archivio.raiuno.rai.it