Satrapi Marjane

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Marjane Satrapi

Marjane Satrapi (nasce a Rasht, 22 novembre 1969). Disegnatrice, illustratrice, regista e sceneggiatrice iraniana.

Cognome Nome / Pseudonimo / Denominazione

Satrapi Marjane

Biografia:

Marjane Satrapi è nata a Rasht (capoluogo della regione di Gilan e la più grande città iraniana vicina al mar Caspio) il 22 novembre 1969. È una disegnatrice, fumettista, illustratrice e sceneggiatrice iraniana. Il suo vero nome si scrive in persiano: مرجان ساتراپی (ossia Marjān Sātrāpi) ma è stato francesizzato in “Marjane”. Ella infatti vive da bambina a Tehran ma giunge all’età di 25 anni a Parigi, dove tutt’oggi lavora. Trascorre un’infanzia tranquilla per il periodo rivoluzionario che stava percorrendo l’Iran in quegli anni: si tratta della rivoluzione culturale islamica che segna il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica. Lo Stato era diviso tra il regime repressivo dello scià Mohammad Reza Pahlavi il quale opprimeva la popolazione con arresti di massa, torture e uccisioni (attraverso il mezzo della polizia segreta SAVAK) e tutte le forze di opposizione al monarca (religiose, nazional-liberali e marxiste) che si riunivano intorno alla figura carismatica dell'Ayatollah Khomeini.[1]
La madre è la bisnipote di Nasser-al-Din Shah, Scià di Persia dal 1848 fino al 1896, quando fu assassinato. Dunque, in un certo senso, la sua famiglia gode di una posizione privilegiata in confronto al contesto sociale del Paese in cui, con l’ascesa al potere di Khomeini e la proclamazione della repubblica, inizia una lunga serie di proibizioni e persecuzioni: vengono vietati il gioco d'azzardo, il consumo e la produzione di bevande alcoliche e la prostituzione; sono perseguitati gli omosessuali e chiunque sostiene idee o atteggiamenti contrari alla legge (sharia).

Marjane Satrapi

I genitori, attivisti politici che possiedono idee di stampo comunista e progressista, poiché mal sopportano il clima oppressivo instaurato dal nuovo regime (soprattutto nei confronti delle donne) decidono di far lasciare il Paese alla figlia all’età di 14 anni per trasferirsi a Vienna, in Austria. Lì trascorre la sua adolescenza effettuando gli studi alle scuole superiori ed iscrivendosi alla facoltà di tecnologia ma di fatto non frequentando. Nel 1988 torna in Iran dove decide di seguire i corsi presso la facoltà di Belle Arti. Si diploma presentando un progetto per la realizzazione di un parco d'attrazione dedicato ai personaggi eroici (soprattutto femminili) della mitologia iraniana. All’Università incontra Reza, un ragazzo che diventerà suo compagno e marito. Tuttavia le sue idee politiche, ereditate dalla madre e dal nonno, che fanno nascere in lei fin da piccola un forte interesse per l’attualità, non le consentono di vivere serenamente nel proprio Paese d’origine. Per questo motivo, dopo un breve matrimonio terminato col divorzio, nel 1994 emigra definitivamente in Francia e si trasferisce a Parigi, all’età di 25 anni. A Parigi conosce il disegnatore francese David B., il quale la introduce nel mondo delle bande dessinée e le suggerisce di raccontare le sue vicende iraniane attraverso il fumetto. Da lui trae lo stile che la influenza soprattutto nelle prime opere. È proprio da questo input che nasce “Persepolis”, il romanzo a fumetti che l’ha resa nota prima in Francia e poi nel resto dell’Europa e degli Stati Uniti.

Marjane Satrapi è sicuramente diventata famosa grazie al suo primo successo che l’ha immessa sotto i riflettori del mondo occidentale, ma importanti sono anche altre pubblicazioni come "Broderies" ("Taglia e cuci”) e "Poulet aux prunes” (“Pollo alle prugne”) che diventa un film nel 2011. Tra le tante attività inoltre la fumettista scrive e illustra libri per i bambini dal 1977, e collabora con numerose riviste nella realizzazione di illustrazioni, più o meno a sfondo sociale e politico, come “Internazionale” o “Flair”.
Al momento si dedica alla gestione di una colonna illustrata, pubblicata saltuariamente nella sezione Op-Ed del New York Times. [2]

Sito web:

Poetica:

Marjane Satrapi

Il pensiero di Marjane si evince dalla narrazione della sua vita in “Persepolis” e si sviluppa con esso.
Grazie all’educazione di stampo liberale ricevuta dai genitori e sotto il clima della rivoluzione culturale islamica, ha sviluppato fin dalla sua infanzia un forte spirito critico nei confronti dell’attualità, della politica e della religione. Il periodo dell’adolescenza è stato invece segnato dal trasferimento a Vienna che ha contribuito a determinare forti problemi e tensioni nella vita di una giovane ragazza. Accanto a tutti i complessi dell’età adolescenziale ha dovuto infatti affrontare da sola l’impatto con un Paese nuovo e sconosciuto, i suoi cambiamenti fisiologici e il continuo confronto della realtà esterna con la propria formazione e le proprie abitudini legate alla tradizione iraniana.
Rientrata in patria si è trovata a definire nuovamente la propria identità a confronto con le usanze che aveva perduto. Nell’ultimo libro di “Persepolis” definisce il proprio percorso, descrivendo il suo continuo adattarsi a luoghi differenti, i suoi progetti e il ritrovamento di un equilibrio interiore.
Tratto essenziale della vita e delle idee di questo personaggio è pertanto una forte crisi d’identità, sempre divisa tra due mondi opposti, portavoce del disagio di gran parte delle iraniane nel mondo.

Interessante è la sua opinione riguardo all’uso del velo. Negli ultimi tempi ha maturato la convinzione che questo, per molto tempo simbolo dell’oppressione, sia diventato strumento di dichiarazione di indipendenza. Vale a dire che spetta alla donna la libertà di decidere se indossarlo o meno. Fino ad oggi, molte sono le comunità iraniane costruitesi in Francia o in Italia. È da questo fenomeno che nasce la questione sullo hijab. Se è vero che con l’instaurarsi del regime, coprirsi il capo per la donna è diventato un limite e un segno di prevaricazione da parte dell’uomo con conseguenti persecuzioni e severe punizioni se colta in reato in ambienti pubblici, nel corso degli anni c’è stata un’inversione di rotta: nei Paesi europei non è obbligatorio ma a volte è addirittura mal tollerato e condannato. La figura femminile si trova così divisa tra due realtà ostili, incapace di riconoscersi pienamente nell’una o nell’altra. Nel suo Paese il vero problema non è il velo ma il diritto di esprimersi, di pensare liberamente. Così come in Europa, etichettarlo come un’usanza arcaica e disprezzarlo completamente costituisce un disagio per chi ha l’abitudine o la volontà di portarlo.
Se in genere una donna ha il diritto di parlare e di riflettere possiede anche quello di scegliere e di esprimersi.
In pratica, indossare lo hijab può essere considerata, oltre che un diretta conseguenza dell’obbedienza ad una legge politica, anche l’adesione ad una “legge” verso se stesse, ossia la ricerca ed il raggiungimento di una stabilità interiore e personale. Lo stesso ovviamente vale per il caso contrario (ossia non indossarlo). [3]

Opere:

Immagine tratta da Persepolis
  • Persepolis, 2000-2003

Ed. l'Association, Parigi
Ed. Lizard, Milano
Ed. Sperling & Kupfer, Milano

Critiche.
<<Vincerà Marjane Satrapi un posto d'onore nel festival di Cannes n.60 con il suo Persepolis, fotogrammi animati in forme polisenso, intreccio di autobiografia e documento politico. Un film che fa cantare le famose tavole a fumetti dell'artista iraniana (raccolte in 4 album), insegna con humor la storia dell'Iran ed esprime il ripudio di ogni integralismo, a cominciare da quello islamico che costrinse Marjane a fuggire dal suo paese e a rifugiarsi in Francia. Persepolis, in corsa per la Palma d'oro, ha suscitato l'ira del ministero della cultura iraniano che ha consegnato una lettera di protesta all'ambasciata francese a Tehran.>> [4]

<<Che meraviglia gli occhi dei bambini illuminati dalla curiosità e dalla libertà. Occhi come quelli di Marjane, bimba di dieci anni, nell'Iran in cui irrompeva la rivoluzione khomeinista del 1979. La sua storia è raccontata in Persepolis, cartone animato (in corsa per l'Oscar e vincitore del premio della giuria all'ultimo festival di Cannes), che la stessa Marjane Satrapi ha tratto dai suoi libri a fumetti, dirigendolo insieme a Vincent Paronnaud.>> [5]

<<Libera, finalmente. Di vestirsi come vuole, di tenere scoperto il volto, di uscire la sera, di frequentare le persone che stima e ama. Ma quanta fatica, per una donna iraniana, riuscire a ottenere ciò che per noi è assoluta normalità. Persepolis, di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, è appunto il resoconto di un angoscioso percorso di liberazione, che attraversa la storia recente dell'Iran, a partire dalla cacciata dello scià.>> [6]

Frasi del film.
Marjane 'Marji' Satrapi, da giovane e da donna (voce nella versione originale - Chiara Mastroianni) e Marjane Strapi (voce nella versione italiana - Paola COrtellesi):
<<La libertà ha sempre un prezzo!>>

Marjane 'Marji' Satrapi, da giovane e da donna (voce nella versione originale - Chiara Mastroianni) e Marjane Satrapi (voce nella versione italiana - Paola Cortellesi):
<<Ero sopravvissuta a una rivoluzione, a una guerra e una banale storia d'amore mi aveva atterrito.>>

Ebi Satrapi - padre di Marjane (voce nella versione originale - Simon Abkarian) e Ebi Satrapi, il padre di Marjane (voce nella versione italiana - Sergio Castellitto):
<<Non dimenticare mai chi sei e da dove vieni.>> [7]

Premi e riconoscimenti.
Festival di Cannes 2007 - Premio della giuria a Marjane Satrapi. Premio della giuria a Vincent Paronnaud
Giffoni Film Festival 2007 - (nomination) Anteprima
Premio Oscar - (nomination) Miglior film d'animazione
Nastri d'Argento 2008 - (nomination) Miglior film europeo
Golden Globes 2008 - (nomination) Miglior film straniero [8]

Caratteristiche e trama.
Il fumetto si divide in tre parti, al cui interno sono trattati determinati argomenti ed eventi.
Primo periodo – infanzia, dal 1979 (inizio della rivoluzione culturale) fino al 1983 (anno della sua partenza per Vienna).
Secondo periodo – dal 1983 al 1987, vicende in Europa.
Terzo periodo – 1987, ritorno in Iran prima del suo trasferimento definitivo in Francia.

Per l’autrice “Persepolis” è considerato il suo “romanzo” in base al fatto che il genere del fumetto, nel contesto dal quale proviene, può essere considerato letteratura a tutti gli effetti. Inoltre il libro costituisce una vera e propria autobiografia che si concentra nei singoli capitoli su alcune questioni importanti per la sua vita.
La scelta dello stile e il linguaggio utilizzato si basa sulla volontà di Marjane di far conoscere ai lettori di tutto il mondo (soprattutto occidentali) la cultura iraniana al di là degli stereotipi comunemente diffusi, con l’obiettivo di diffondere il messaggio che la realtà del suo Paese è simile a quella di qualsiasi altro.
“Io, che sono un’iraniana che ha trascorso più di metà della sua vita in Iran, so bene che questa immagine è lontana dal vero. E’ per questo che scrivere Persepolis è stato così importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in prigione per difendere la libertà, coloro che sono morti nella guerra contro l’Iraq, che hanno subito la repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro paese. Si può perdonare ma non si deve dimenticare.” [9]

Contesto culturale e politico.
Persepolis. Il velo.

Il fumetto inizia con una data precisa: il 1980 (successiva alla rivoluzione culturale islamica). “Marji” (così è chiamata nel film dai familiari) in quel periodo aveva 10 anni e quindi i suoi ricordi sono ancora ben chiari, sebbene in parte falsati dall’ingenuità infantile.
Le varie fasi che segnano il passaggio da Monarchia a Repubblica vengono raccontati attraverso singoli e bruschi episodi. Si passa infatti da una situazione tranquilla all’arrivo della notizia della repressione compiuta dallo scià che aveva dato avvio ad arresti e torture di tutti gli oppositori politici attraverso il braccio della SAVAK, fino ai continui cambiamenti ideologici di gran parte della popolazione. Ci si concentra molto sulla trasformazione dell’Iran. Prima del 1979 era infatti considerato un Paese lussureggiante, ricco e pieno di risorse. Dopo questa data fondamentale il mondo intero inizia a vederlo come oscurantista, fatto di donne col velo e uomini aggressivi e intolleranti, di fondamentalisti disumani. In realtà la situazione è abbastanza diversa. È per questo che l’autrice si sofferma maggiormente sugli aspetti della vita quotidiana e “normale”.

Scelta del fumetto e stile del romanzo.
Perchè l'autrice sceglie di raccontare la propria storia, così importante e ambientata in un contesto drammatico, attraverso un mezzo apparentemente banale quale il fumetto o l'animazione classica?
Sicuramente grande influenza hanno avuto il clima e le tradizione all'interno delle quali si è formata ed ha vissuto, nonché il talento nel disegnare. Innanzitutto nell'ambito dell'editoria iraniana esistono numerosi disegnatori e fumettisti di grande talento. Inoltre nel corso della storia della letteratura persiana le immagini, il disegno e la simbologia, in particolare, hanno da sempre rivestito un ruolo fondamentale, come parte integrante del testo scritto stesso (poesie, romanzi, preghiere sono di solito accostati a delle raffigurazioni grafiche).
Non bisogna escludere lo scopo per il quale è stata scritta la storia, ossia mostrare ad un pubblico il più possibile vasto la propria realtà (e insieme con essa quella di uno Stato) guidata da una visione del mondo ben precisa e fondata sulle proprie esperienze. Il fumetto (e poi l'animazione) si addice perfettamente a questo compito poiché è in grado di affascinare a prima vista il lettore/spettatore e indurlo a riflettere in modo tranquillo e libero in un secondo momento. Anche per tale ragione Marjane Satrapi a livello grafico sceglie il semplice bianco e nero per non caricare troppo le immagini e per evitare di distogliere chi legge dal messaggio principale.

Sagesses et malices de la Perse
  • Sagesses et malices de la Perse, 2001

con Lila Ibrahim-Ouali e Bahman Namwar-Motlag, ed. Albin Michel, Parigi










  • Les Monstres n'aiment pas la lune, 2001

Ed. Nathan

  • Ulysse au pays des fous, 2001

con Jean-Pierre Duffour, ed. Nathan, Parigi

  • Ajdar, 2002-2003

Ed. Nathan, Parigi.
Arnoldo Mondadori Editore, Milano

Broderies
  • Broderies (Taglia e cuci), 2003

Ed. L'Association, Parigi.
Lizard, Milano










Poulet aux prunes
  • Poulet aux prunes (Pollo alle prugne), 2004-2005

Ed. L'Association, Parigi.
Sperling & Kupfer, Milano.
Narra la storia di un famoso suonatore di tar (Nasser Ali Khan) che decide di lasciarsi morire dopo che la moglie rompe il suo strumento musicale. Si tratta di un romanzo sotto forma di fumetto ambientato verso la fine degli anni 50 che esprime, sullo sfondo della vicenda e attraverso vari flashback, la tragedia di una storia d'amore forzato e un sentimento di nostalgia verso un Paese ormai perduto, diviso tra modernità a tradizione.








Le Soupir
  • Le Soupir, 2004

Ed. Bréal Jeunesse, Rosny-sous-Bois










  • Il velo di Maia. Marjane Satrapi o dell'ironia dell'Iran, 2003

Rizzoli Lizard, Milano



REGISTA:

  • Persepolis, 2007
  • Pollo alle prugne, 2011
  • La Bande des Jotas, 2012
  • The Voices, 2014

ATTRICE:

  • Les Beaux Gosses, 2009

di Riad Sattouf. La commessa del negozio di musica.

Elenco esposizioni (anno, titolo, curatela, luogo, città):

File multimediali:

Video: https://www.youtube.com/watch?v=v9onZpQix_w

Audio:

Altro:

Augmented reality:

Latitudine:

Longitudine:

Link verso portali di augmented reality

Bibliografia:

  • Satrapi Marjane, Persepolis, ed. L'Association, Parigi

Tome 1, 2000
Tome 2, 2001
Tome 3, 2002
Tome 4, 2003
Monovolume, 2007 (Rizzoli Lizard, Milano). In due volumi, 2004 (Sperling & Kupfer, Milano)

  • Satrapi Marjane, Poulet aux prunes, ed. L'Association, Parigi 2004

Webliografia:

Note:

  1. http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_iraniana
  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Marjane_Satrapi
  3. Capitolo 6. Pag. 68 http://www.martinagalea.com/files/tesi-persepolis-marjane-satrapi.pdf
  4. “La rivoluzione iraniana si chiama Marjane”, di Mariuccia Ciotta - Il Manifesto http://www.mymovies.it/film/2007/persepolis/rassegnastampa/169692/
  5. “Grande affresco a cartoni sull'Iran”, di Massimiliano Zampini - Ventiquattrominuti http://www.mymovies.it/film/2007/persepolis/rassegnastampa/279739/
  6. “A caccia di libertà”, di Luigi Bini http://www.mymovies.it/film/2007/persepolis/rassegnastampa/288304/
  7. http://www.mymovies.it/film/2007/persepolis/frasi/
  8. http://www.mymovies.it/film/2007/persepolis/premi/
  9. Satrapi Marjane, introduzione a Persepolis (Parigi, settembre 2002) http://www.cinemadonne.it/?p=234

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