Societa' dello spettacolo

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Argomento:

Società dello spettacolo

Descrizione:

Il termine società dello spettacolo( che rientra in un discorso più largo;quello della critica della società moderna )entra a far parte del dire comune dopo la presa di coscienza da parte di intellettuali e filosofi negli anni sessanta. In particolar modo Debord Guy srisse un saggio interamente dedicato ad essa,"'La società dello spettacolo'",ma anche Morin Edgard ,Eco Umberto e Marcuse Herbert .

Lo spettacolo favorisce una esperienza acritica delle immagini,il messaggio veicolato da esse tende a generalizzare le situazioni ed a formare un gusto medio che risponde alle esigenze della nuova società dei consumi.Da questo appiattimento deriva una totale assenza di proposizione verso la realtà esterna,la "società della visione" è ipnotizzata e si nutre "in diretta" dei fatti del mondo,della rappresentazione del tempo presente. L'elemento di base della alienazione contemporanea è lo stato di passività dell'individuo all'interno della nuova dimensione spettacolare,manifestata dal sistema di produzione delle immagini . Sistema che svolge un'azione di controllo attraverso l'ambiguità delle immagini,vettori catalizzanti che sinesteticamente dialogano con le forze dominati dell'inconscio collettivo. Si crea un corto-circuito del reale,per cui ciò che è sistematicamente ricreato nella fabbrica dell' immagine è più vero del vero,o meglio è la quintessenza di come dovrebbe essere il mondo,e di come(parallelamente) lo è sul grande schermo o sulle riviste patinate. Non è più la vita,l'esistente che formula il senso e la realtà,ma la sua negazione,il suo essere vista e non vissuta,contemplata e non esperita. Una ricezione passiva che modifica la percezione del mondo,le (in)esperienze vengono vissute in diretta,totalizzanti e formative nella loro "esteticità ideale",forma nuova della democratizzazione del sapere umano sotto forma di "spot". In questo senso nasce il concetto di pseudo-uso della vita in cui l'esercito di uomini senza qualità si rifiuta di vivere la vita,la realtà in quanto non la riconosce più,poichè nutrito dalla sua negazione spettacolarizzata. Parallelamente lo spettacolo è il risultato del modello di produzione esistente,si afferma tramite il suo essere trasposizione della merce,del denaro in una immagine,in uno sguardo che riformula il modo di vedere il mondo e le relazioni tra esseri umani. La "nuova realtà" del mondo è un in divenire sugli schermi,cadono le vecchie barriere temporali,ognuno è rapito dal flusso di immagini "immediate",che nel loro accumularsi creano una nuova tipologia di fruizione del mondo,lontano dal senso e dentro l"evento". Qui la rappresentazione astratta,fittizia dell'esistente si innalza a totalità che comprende tutto il mondo,o meglio la sua apparenza.

Bibliografia:

  • 2001, Debord Guy, La società dello spettacolo, Baldini Castoldi Dalai
  • 1977, Morin Edgard, I divi, Garzanti, Milano
  • 2001, Eco Umberto, Apocalittici e integrati, Bompiani