Software Art.net, Switch n.18 e Making Art on the Web: differenze tra le versioni

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Il software programmato per fini non produttivi, ma estetici, sociali e concettuali riveste un ruolo sempre più importante nello scenario dell'arte elettronica. Ma come tutti gli argomenti d'avanguardia ha bisogno di approfondimenti e dibattiti per poter definire i suoi aspetti teorici ancora parecchio ombrosi. A tal proposito vale la pena di leggersi una lunga ed estremamente interessante trascrizione di un dibattito pubblico ha inaugurato il sito Software Art.net, curato da Inke Arns (co fondatrice delle mailing list Syndicate e Spectre). Nel corso della giornata al Media Arts Lab della Künstlerhaus Bethanien di Berlino, diversi personaggi noti nella scena (Florian Cramer, Pit Schulz, Amy Alexander, Sally Jane Norman, Adrian Ward, Diana McCarthy...) hanno effettuato approfonditi interventi e prese di posizione su questioni controverse come la definizione di software art, e le sue implicazioni estetiche e sociali.  
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Il software programmato per fini non produttivi, ma estetici, sociali e concettuali riveste un ruolo sempre più importante nello scenario dell'arte elettronica. Ma come tutti gli argomenti d'avanguardia ha bisogno di approfondimenti e dibattiti per poter definire i suoi aspetti teorici ancora parecchio ombrosi. A tal proposito vale la pena di leggersi una lunga ed estremamente interessante trascrizione di un dibattito pubblico ha inaugurato il sito Software Art.net, curato da Inke Arns (co fondatrice delle mailing list Syndicate e Spectre). Nel corso della giornata al Media Arts Lab della Künstlerhaus Bethanien di Berlino, diversi personaggi noti nella scena (Florian Cramer, Pit Schulz, Amy Alexander, Sally Jane Norman, Adrian Ward, Diana McCarty...) hanno effettuato approfonditi interventi e prese di posizione su questioni controverse come la definizione di software art, e le sue implicazioni estetiche e sociali.  
 
Anche il numero 18 della rivista online di cultura dei nuovi media Switch è dedicato al software, visto come produzione culturale e quindi analizzato nei suoi diversi aspetti (interfaccia, interattività, poetica) includendo un'intervista a Tim O'Really dell'omonima illuminata casa editrice. Interessante anche la distinzione fra 'default software', ossia quello subdolamente fatto passare come 'ufficiale' e quindi affidabile dalle case produttrici e alternative software, ossia quello deliberatamente selezionato e installato dall'utente.  
 
Anche il numero 18 della rivista online di cultura dei nuovi media Switch è dedicato al software, visto come produzione culturale e quindi analizzato nei suoi diversi aspetti (interfaccia, interattività, poetica) includendo un'intervista a Tim O'Really dell'omonima illuminata casa editrice. Interessante anche la distinzione fra 'default software', ossia quello subdolamente fatto passare come 'ufficiale' e quindi affidabile dalle case produttrici e alternative software, ossia quello deliberatamente selezionato e installato dall'utente.  
  

Versione attuale delle 08:08, 20 Giu 2007

==Autore:== Cramer Florian

==Titolo:== Software Art.net, Switch n.18 e Making Art on the Web

==Titolo Originale:== Software Art.net, Switch n.18 e Making Art on the Web.

==Anno:== 2003 d.c.

Descrizione:

Il software programmato per fini non produttivi, ma estetici, sociali e concettuali riveste un ruolo sempre più importante nello scenario dell'arte elettronica. Ma come tutti gli argomenti d'avanguardia ha bisogno di approfondimenti e dibattiti per poter definire i suoi aspetti teorici ancora parecchio ombrosi. A tal proposito vale la pena di leggersi una lunga ed estremamente interessante trascrizione di un dibattito pubblico ha inaugurato il sito Software Art.net, curato da Inke Arns (co fondatrice delle mailing list Syndicate e Spectre). Nel corso della giornata al Media Arts Lab della Künstlerhaus Bethanien di Berlino, diversi personaggi noti nella scena (Florian Cramer, Pit Schulz, Amy Alexander, Sally Jane Norman, Adrian Ward, Diana McCarty...) hanno effettuato approfonditi interventi e prese di posizione su questioni controverse come la definizione di software art, e le sue implicazioni estetiche e sociali. Anche il numero 18 della rivista online di cultura dei nuovi media Switch è dedicato al software, visto come produzione culturale e quindi analizzato nei suoi diversi aspetti (interfaccia, interattività, poetica) includendo un'intervista a Tim O'Really dell'omonima illuminata casa editrice. Interessante anche la distinzione fra 'default software', ossia quello subdolamente fatto passare come 'ufficiale' e quindi affidabile dalle case produttrici e alternative software, ossia quello deliberatamente selezionato e installato dall'utente.

11.04.03 http://www.neural.it/nnews/softwareartswitchmakingart.htm