Teledidattica

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search

==Argomento:== Teledidattica

Descrizione:

L'utilizzo dei nuovi media per l'educazione dei giovani è ancora in una fase che si potrebbe definire sperimentale. Complice il ritardo nella formazione degli insegnanti nell'uso di questi nuovi strumenti, la mancanza di strutture hardware e software adeguate, le difficoltà intrinseche alle modalità di utilizzo delle nuove tecnologie hanno fatto sì che in genere i progetti, alcuni notevoli, di quelle scuole che hanno deciso di intraprendere la via telematica, siano nati per iniziativa di giovani studenti (che sono spesso più tecnologically fluent degli insegnanti, anche se meno preparati a comprendere le conseguenze delle tecnologie che usano) o di insegnanti che fruivano già a livello personale di un PC e della Rete.

Il meccanismo di trasmissione del sapere è rimasto lo stesso di migliaia di anni fa: esistono gli eruditi custodi del sapere e delle biblioteche, che trasmettono al discente, in un processo a senso unico, le nozioni da acquisire. I cambiamenti radicali nella fruizione della conoscenza, l'introduzione dell'ipertestualità come modello mentale e, non ultima, l'interattività facilitata in certe forme dalle nuove tecnologie sembrano iniziare a modificare il paradigma di trasmissione classico.

Informatica didattica

Si possono individuare quattro fasi che indicano quattro diversi concezioni e strumenti dell'informatica didattica:

  • Istruzione Assistita dal Computer, si tratta di utilizzare il PC per aiutare lo studente a raggiungere obiettivi specifici, come avviene, ad esempio, nella computerizzazione dei quiz per il conseguimento della patente;
  • Istruzione Gestita dal Computer, in questo caso i sistemi computerizzati si occupano di gestire l'intero percorso di formazione. Il programma è in grado di seguire lo studente, riconoscere i passi fatti, modificando il percorso in modo adattativo sulla base dei comportamenti manifestati;
  • Comunicazione Mediata dal Computer, l'interazione con il PC, in questi casi non è fine a se stessa, ma avviene con altre persone che non sono compresenti fisicamente, ma sono connesse nello stesso momento o si possono connettere a uno stesso ambiente;
  • Sistemi Multimediali Computerizzati, si tratta di interi sistemi che offrono la possibilità di comunicare attraverso l'integrazione di testi, suoni, video.

La Rete si impone per la vastità nella quantità e, recentemente, nella sempre maggiore qualità, di nuovi strumenti di trasmissione della conoscenza e di apprendimento a distanza e collaborativo.

Obiettivo della Teledidattica

L'obiettivo della teledidattica, e una giustificazione dei suoi costi, deve essere quello di fornire un valore aggiunto, di sfruttare le caratteristiche della tecnologia per mettere a disposizione strumenti più efficienti ed efficaci e, possibilmente, plasmabili a seconda del contesto di conoscenza. Un esempio abbastanza paradossale è quello delle lezioni in videoconferenza o in videocassetta. Di per sé la lezione frontale è da alcuni considerata poco coinvolgente, ancor più alto può risultare il livello di frustrazione e di noia nel seguire una lezione in televisione, mezzo inserito in un contesto distraente e che richiede quindi una fortissima motivazione nel discente. Inoltre non si può interpellare il docente, o si va avanti o si torna indietro nella visione.

Creare un ambiente favorevole alla teledidattica non è un compito semplice. Una buona soluzione sembrano le comunità virtuali. I loro strumenti e le interfacce possono infatti essere utilizzati per la formazione di classi virtuali. I vantaggi di un ambiente collettivo di apprendimento rispetto a uno individuale sono numerosi:

  • impatto con l'ambiente telematico attutito dal fatto di vedere altre persone nella stessa situazione;
  • riduzione delle difficoltà di interazione uomo-macchina grazie all'apporto e alla presenza umana;
  • possibilità di condividere le informazioni;
  • possibilità di condividere stati emotivi;
  • possibilità di un concreto scambio tra gli studenti (ognuno può mettere a disposizione della classe le proprie peculiari conoscenze, anche extracurricolari, e riceverne dagli altri);
  • possibilità di discussione con alta partecipazione, grazie alla riduzione dei fattori di timidezza e insicurezza del singolo studente garantita dall'interazione mediata;

La creazione di un ambiente favorevole all'apprendimento, stimolante e creativo, passa necessariamente attraverso le capacità del tutor, che deve essere in grado di gestire e coordinare al meglio un gruppo virtuale.

Media education

Tralasciando il problema della disponibilità e accesso alle risorse hardware e software, valutiamo il grado di alfabetizzazione mediale che tutti i partecipanti a un progetto di educazione a distanza dovrebbero possedere. Importante è il livello di alfabetizzazione informatica: se per la popolazione giovane, cresciuta con i libri game, i videogiochi, i cellulari e i personal computer, la tecnologia non è un problema rilevante, grazie a conoscenze già acquisite e alla facilità di apprendimento dell'uso di strumenti nuovi, per gli educatori tradizionali la competenza tecnologica alza barriere non indifferenti. La media education, ovvero l'educazione all'utilizzo dei media è una delle discipline emergenti, soprattutto nei Paesi anglosassoni. Il media educator è una figura professionale già esistente e molto richiesta, sebbene non sia formalizzata in un insieme definito di capacità e competenze. L'obiettivo del media educator è quello di far sviluppare in tutti i fruitori un senso critico nei confronti dei flussi comunicativi dai quali sono sommersi nella società dell'informazione. La figura del media educator, persona che ha una profonda conoscenza dei mezzi di comunicazione, riassume in sé diverse competenze e può essere considerata un multialfabeta. È un elaboratore di mappe mentali. Poliglotta è colui che usa molte lingue. Multialfabeta è colui che utilizza linguaggi diversi per comunicare.

Tutorship

E piuttosto difficile parlare di tutorship in comunità virtuali didattiche, data la scarsità delle sperimentazioni in questo senso. Una delle riflessioni che ci servono come base concettuale è quella del cambiamento del ruolo dell'insegnante da dispensatore di informazioni a facilitatore dell'apprendimento. I processi di apprendimento hanno connotati emotivi e di percezione del sé, quindi di autostima. Secondo le nuove metodologie:

  • non si può insegnare, ma solo facilitare l'apprendimento;
  • l'apprendimento avviene se la persona si percepisce come coinvolta e quindi il processo influenza il mantenimento della propria autostima e di un solido concetto del Sé;
  • l'apprendimento è invece ostacolato nelle situazioni di minaccia per il Sé;
  • l'apprendimento va di pari passo con la crescita di autonomia e di autorealizzazione del singolo.

Il facilitatore è quindi una persona che sa quanto sia importante ai fini dell'efficacia dell'apprendimento una situazione di non minaccia del sé e, anzi, un ambiente dove il sé può essere messo alla prova in modo protetto durante la sua crescita. L'era dell'apprendimento verticale puro tende a esaurirsi, in seguito a un processo in cui le nuove tecnologie hanno svolto una funzione di accelerazione di una tendenza già in corso. Grazie al maggior controllo che il fruitore potenzialmente ha sull'informazione che cerca, questi può, e sempre più vuole, arrivare da solo a quello che gli interessa: quel che occorre è qualcuno che gli indichi come trovare la via.

L'obiettivo è non solo apprendere di più ma anche trasformare gli studenti in insegnanti e scienziati capaci di utilizzare strategie e metodologie di apprendimento superiori, ovvero quelle tipiche di chi conosce bene un certo argomento ed è in grado di spiegarlo e renderlo accessibile agli altri. Dell'insegnante il tutor mantiene la caratteristica di possedere maggiori informazioni quantitativamente ma, soprattutto, qualitativamente. L'insegnante ha una visione d'insieme dell'argomento, delle connessioni tra i concetti, dei rimandi reciproci che gli permette di spiegarlo più chiaramente agli altri e di orientarli.

Le ve didattiche

Come evidenziato precedentemente, le dinamiche di gruppo che si formano nelle comunità virtuali condizionano pesantemente il raggiungimento degli obiettivi proposti o impliciti. Le comunità di apprendimento sono prima di tutto costruite dall'alto, orientate al compito e solitamente strutturate. La nascita di tali comunità avviene in genere a partire da individui collocati in un territorio geograficamente determinato.

La struttura della comunità dipende dalle decisioni di insegnanti e coordinatori del progetto, ma uno schema generale prevede le seguenti figure:

  • un gruppo di tecnici, amministratori del sistema in grado di garantirne la funzionalità tecnica e la stabilità;
  • un gruppo di insegnanti in grado di pianificare la didattica del corso (obiettivi didattici, temi affrontati, modalità di verifica dei risultati raggiunti);
  • un gruppo di insegnanti che partecipa attivamente al progetto e fa da tutorship per gli studenti;
  • un gruppo di insegnanti che si occupa della valutazione dei risultati finali;
  • un gruppo di insegnanti che si occupa dell' ambiente emotivo e sociale che si crea all'interno della comunità.

Un problema che sembra preoccupare maggiormente è che un tutor può assumere anche il ruolo di leader emozionale all'interno della comunità, com'è dimostrato dal fatto che questo tipo di ambienti virtuali favorisce l'instaurarsi di forti dinamiche emotive. In tal caso si potrebbe presentare la mancanza di distacco necessaria a una valutazione oggettiva. Forse anche questa necessità di distanza, però, è erede di un'ideologia dell'insegnamento che presuppone il distacco al momento della valutazione: bisognerebbe domandarsi se questo distacco ha ragione di esserci in una forma di apprendimento che, di fatto, è diversa e collaborativa. Lo scopo dell'esistenza della ve didattica e, non ultima, la sua giustificazione sul piano economico, è il raggiungimento di obiettivi che si possono dividere in due grosse categorie: obiettivi per gli insegnanti-tutor e obiettivi per gli studenti.

Obiettivi per gli insegnanti-tutor

  • creazione di un ambiente d'apprendimento efficace, sia a livello di progettazione d'interfaccia sia a livello socioemotivo;
  • gestione efficace delle dinamiche di gruppo (coesione, ruoli, leadership) ;
  • gestione del dissidio, dello stress e dell'information overload;
  • valorizzazione dei saperi individuali specifici, anche quelli extrascolastici;
  • offerta di più modalità d'apprendimento, così che ognuno possa scegliere quella più adatta a sé;
  • attività di aiuto costante per difficoltà di tipo sia tecnico sia didattico.

Obiettivi per gli studenti

  • acquisizione di conoscenze e competenze specifiche della materia di studio;
  • dimostrazione della capacità di creare collegamenti tra i concetti appresi e di possedere una visione d'insieme della materia affrontata;
  • consapevolezza delle proprie competenze, anche marginali rispetto alla materia del corso;
  • ottenimento di un maggiore livello di indipendenza nella scelta del proprio percorso formativo, delle strategie di apprendimento, nell'autovalutazione e nel feed-back con i lavori degli altri;
  • acquisizione di competenze di team-working e di lavoro collaborativo a distanza;
  • capacità di condivisione di risorse e di tutoring nei confronti dei compagni in difficoltà;
  • capacità di reperimento di materiale informativo on-line e off-line.

In altre parole si pone una particolare attenzione sugli obiettivi che tutto lo staff deve conseguire (discenti + insegnanti). Per fare un esempio chiarificatore: è come se in una normale classe si dovesse pensare prima a costruire l'aula, a reperire mobili, banchi, lavagna, insegnante, e solo poi si potesse proseguire integrando i discendi, aiutandoli a cooperare, usando il loro lavoro e così via. L'obiettivo didattico si raggiunge come fusione della serie degli obiettivi elencati dal lato discenti e dal lato insegnanti.

Il Tutor: caratteristiche

  • Il tutor sa valutare il carico cognitivo. Non sempre il tutor ha la possibilità e la facoltà di intervenire nella pianificazione didattica del corso. È tuttavia necessario che egli disponga di un margine di autonomia didattica. È infatti il tutor a possedere la visione più completa della situazione nella comunità, quello che si rende conto, in progress, della qualità dei risultati che si stanno ottenendo.
  • Il tutor critica costruttivamente. La motivazione degli studenti a partecipare con impegno a un corso on-line dipende da molti fattori. In genere, seguire un corso scolastico o universitario è un passo semiobbligatorio, comunque finalizzato al conseguimento di un voto. In questi casi la motivazione intrinseca del voto è incrementata dal poter «metterci del proprio», dal poter contribuire in prima persona allo svolgimento del corso, al modellamento del proprio spazio e percorso formativo.
  • Il tutor ha il fondamentale compito di indirizzare gli studenti verso percorsi utili e quindi si trova, in qualche modo, nella condizione di dover fare osservazioni correttive.

Quello che è importante è evitare la critica distruttiva. La critica diretta e individuale ha infatti una visibilità totale e una durata nel tempo, in un ambiente telematico che, per definizione, esiste in quanto «scritto»: aggressioni verbali o critiche pesanti possono influire esponenzialmente sulla percezione di autostima.

  • Il tutor deve sforzarsi di suggerire soluzioni, cercando di essere sempre propositivo, piuttosto che allarmante.
  • Il tutor è un facilitatore. Il tutor dovrebbe cercare di fornire agli studenti gli strumenti per arrivare da soli alla soluzione dei problemi.

Webliografia: