The materiality test

Tratto da EduEDA
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Autore: Tilman Baumgaertel

Tratto da: http://www.nettime.org/Lists-Archives/nettime-l-9801/msg00012.html

Titolo Originale: "Materialpruefungsamt" as "Test Department"

Traduzione di:

Anno: December 22nd, 1997

L’ESAME DELLA MATERIALITÀ

Di Tilman Baumgaertel

“Il più importante oggetto d’arte nella rete è la Rete stessa‿ dice Benjamin Weill, cofondatore e curatore di “ada web‿, la galleria on line in New York. Quale opposto all’esplorato nelle foto o nelle pitture che si trovano nei siti web del Louvre o del Museo d’Arte Modorna, una nuova forma d’arte esiste esclusivamente su Internet. Analoga alla video arte che è solo “materializzabile‿ con un videoregistratore o un televisore, l’Arte di Rete può essere vista solo con un computer ed un modem. Se la scultura del “sito specifico‿ era il linguaggio degli anni settanta, l’Arte di rete è “la Rete specifica‿. “Siamo i ragazzi ideali di Duchamp‿, dice Vuk Cosic, un artista sloveno che vede se stesso come un “artista di rete‿. L’affermazione significa che Duchamp o Joseph Beuys o altri recenti artisti di concetto sono divenuti completamente di routine in Internet, significa ripeterne ogni volta uno a caso cliccando un indirizzo sul sito web. Durante il giorno di Duchamp, ciò era il più moderno atto artistico che nessuno accanto a lui né i suoi due migliori amici riuscirono a capire. Cosic ne è convinto. “Tutta l’arte sino ad ora è stata semplicemente un sostituto di Internet‿. Forse non c’e bisogno di raggiungere immediatamente il moderno pantheon – non di meno è impossibile trascurare che il lavoro dell’arte che è da ultimo apparso sul Net perpetua alcuni dei temi più importanti dell’art del ventesimo secolo: l’artista mediatico come tema dentro e fuori se stesso, l’uso giocoso di coincidenza ed ironia, e la sospensione del tempo e dello spazio sono stati motivo del programmma moderno da Dada al Futurismo. “L’arte di Rete‿, come alcuni dei suopi protagonisti ne riferiscono, è il primo movimento artistico dalla fine della seconda guerra mondiale che si estende sopra le frontiere di ciò che fu una volta la Cortina di Ferro. Gli artisti che hanno iniziato negli ultimi due o tre anni a condurre i primi esperimenti sulla rete non provengono solo dagli stati Uniti o dall’Europa occidentale, ma anche dai paesi che una volta erano compresi nel Patto di Varsavia. Per alcuni di questi artisti, lavorare con la rete era un modo di operare intorno alle istituzioni ed al sistema della distribuzione artistica. Per l’artista americotedesco Wolfgang Staehle, il fondare la casella di posta artistica The thing in New York negli anni novanta fu un atto di positiva critica istituzionale, come egli stesso ora ricorda. “Io pensavo che fosse assurdo criticare le istituzioni della distribuzione artistiva all’interno di quelle stesse istituzioni. È troppo facile riarrangiare il contenuto. Penso che da questo non se ne possa ricavare nulla. Questo è il motivo per cui io ho provato a fare realmente qualche cosa fuori da queste istituzioni. Penso che una delle ragioni per cui The thing lavorò fu che il tradizionale canale di distribuzione artistica non ne diede veramente notizia a nessuno. C’era anche il fremito di sentirsi come un piccolo gruppo di cospiratori‿. Anche per altri artisti, la Rete è essa stessa un canale di ditribuzioine attraverso cui si può presentare il lavoro senza il lungo percorso fra musei e gallerie. Il fotografo russo Alexei Shulgin scoprì la rete quando fu invitato ad una mostra di fotografia russa in Germania. Poiché egli sentì che alcuni dei più importanti fotografi russi non erano rappresentati, creò una pagina in Rete intitolata “Hotpics‿ dove riunì quelli che erano stati lasciati fuori. La presentazione di questi lavori fu per lui anche una possibilità per evitare la solita classificazione etnica. “ Quando io ero solo un artista che vivevo a Mosca, ero sempre visto come uno dell’est o un russo. Perciò non ho mai pensato che ciò che stavo facendo fosse tipicamente russo‿. Egli usava il suo lavoro in rete per distruggere i cliches nazionali. “Lo spazio fisico non è importante in rete. Ogni cosa accade solo sul monitor del computer, così non capita nel mondo da cui i dati provengono.