The trouble with net art

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Autore: Hudson David

Tratto da: http://www.wired.com/news/culture/0,1284,16023,00.html

Titolo Originale: The trouble with Net Art

Traduzione di: Michele Rossi

Anno: 1998

Il problema della Net Art


Berlino- C’è un problema spesso discusso, quando si arriva a mostrare l’arte in internet nella sua forma originale, cioè su un server del web di internet. I clienti delle gallerie d’arte tendono ad usare l’oggetto in esposizione per controllare la loro mail o le ultime notizie.

La questione ha portato insieme artisti e curatori dell’Internet Europeo qui lo scorso fine settimana, per il simposio "Net Art and the Public: Mediation Strategies of Net Art". La speranza del meeting era di trovare, tra i contrastanti punti di vista degli artisti, terreno comune riguardo alla natura di curare l’arte digitale.

Andreas Broeckmann ha detto che mostrare la Net Art è una sfida, anche per musei come il Center for Art and Media in Karlsruhe. Ha detto che, a meno che l’opera sia contenuta in un cd-rom, la rete può dimostrarsi più che una semplice esca che l’arte stessa.

Ma Pit Schultz, comoderatore di Nettime, ha detto che questo è precisamente il contesto nel quale molta della Net Art di valore è stata creata.

"Senza l’informazione spazzatura attorno" ha fatto notare "siti come Jodi (una collezione di esplorazioni artistiche su come il web funziona) non hanno senso".

L’artista russa Olia Lialina che una volta si accorse che la sua opera competeva per l’attenzione con l’iMac su cui era mostrata, ha detto che istituzioni d’arte riconosciute spesso fanno errori anche quando mettono insieme mostre on-line.

Lialina recentemente ha scoperto che sul sito di Barbara London, Internyet, che compare sul sito del museo di arte moderna di New York, si collega con uno dei suoi lavori. Quando gli utenti seguono il link alla pagina di Londra, l’opera di Lialina compare in una piccola finestra che non porta neanche l’ URL originale. Lialina riconosce il problema che la sua opera sia mostrata come nota a piè di pagina all’opera di un altro artista, al di fuori del contesto in cui lei la esibisce.

Lialina dice che gli artisti dovrebbero obiettare a tale ricontestualizzazione con la stessa decisione con cui obietterebbe un qualunque provider di contenuti commerciali.

Ma il consenso è notoriamente difficile da raggiungere ogni volta che gli artisti si riuniscono.

L’artista britannico Heath Bunting ha detto che la Net Art originariamente riguardava il sovvertimento delle gerarchie nel mondo dell’arte. Artisti come l’ex fotografo Alexei Shulgin, ha lasciato il mondo dell’arte per poter presentare il loro lavoro direttamente al pubblico.

Bunting ha suggerito che, se i Net artists devono agire collettivamente, si dovrebbero completamente rifiutare di cooperare col mondo dell’arte commerciale.

"Dovremmo costruire le nostre infrastrutture e economia – o prendere specialisti, analisti di mercato e procedere in questo modo".

Allo stesso tempo Alex Galloway e Rachel Greene di Rhizome, e gli unici partecipanti al simposio dagli Stati Uniti, hanno detto che i musei diventeranno sempre più affamati della nuova arte mediatica.

"I musei in america dipendono per i finanziamenti dal settore privato più che i musei in Europa", Greene ha spiegato "e le compagnie di soft sono grandi, grandi sponsor".