Tobreluts Olga

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Titolo

Tobreluts Olga


Biografia

Olga Tobreluts nasce nel 1970 a San Pietroburgo. Studia computer grafica nella città natale e nel 1989, all’Insitute ART+COM di Berlino; organizza un laboratorio di decorazione nel 1992 a San Pietroburgo, dove apre nel 1998 il PhotoArtcenter. Un cordone ombelicale lega Olga Tobreluts a San Pietroburgo e alla Novia Akademia, che nasce come movimento dalle teorie hippie del suo guru Timur Novikov nel 1991, il primo anno della Nuova Russia. In questa Russia post-sovietica si sono svolte alcune delle indagini recenti più approfondite sull’idea di classicismo nell’arte. Con il ritorno al nome tradizionale della città, gli artisti che ci abitano si sentono sempre più affascinati dal fatto che vivono in uno dei grandi centri del classicismo, un atteggiamento rafforzato dal patrimonio architettonico che li circonda. Ha esibito in Russia, Belgio, Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Norvegia, Olanda, Finlandia, Slovacchia in numerose esibizioni di gruppo e singole. Nel 1998 ha vinto il secondo premio nella competizione GRIFFELKUNST “Best European Computer graphics” ad Amburgo.


Sito web

Poetica

La sua arte esplora e analizza la conflittualità nel sistema dei valori e nel significato di etica. Di fronte alla scelta tra verità e bellezza Olga non si fa prendere dai dubbi, asseconda l’idea dell’opera di Ibsen, attraverso i vecchi canoni di purezza nell’arte restiamo capaci di pensare al valore della purezza della percezione e preservare gli ideali di bellezza che abbiamo perso. Attraverso l’arte digitale, con le foto digitali elaborate al computer e il video montaggio, l’esponente forse meglio conosciuta in ambito internazionale del gruppo Novia Akademia. L’artista russa sovvertendo dei capolavori del passato con la giustapposizione di celebri sembianze contemporanee, intende sottolineare come il bello, espulso dal mondo dell’arte “alta”, abbia trovato rifugio nello spettacolo popolare e anche nella pubblicità per i beni di lusso. Il digitale non è niente altro che un altro mezzo, il naturale mezzo per fare i conti con la questione del soggetto. Affascinata dalla tecnologia costruisce le sue immagini impiegando un processo strettamente simile all’uso del campionamento nella musica pop contemporanea. Nel 1999 crea la serie delle Sacre Figure, otto immagini di celebrità contemporanee “progettate” all’interno di lavori di vecchi artisti, come Leonardo di Caprio che diventa il San Sebastiano di Antonello da Messina, Kate Moss e Michael Jackson. Tali giustapposizioni di due diversi tipi di ritratto non solo permettono allo spettatore di contemplare una immagine ideale ma anche lo sottopone all’effetto potente dell’arte classica attraverso la creazione di un’illusione. L’arte classica ha implicato sempre l’idealizzazione delle qualità spirituali che sono state riflesse nei ritratti, mentre l’arte del ventesimo secolo se ne è sbarazzata con la materia. La materia è diventata più interessante ed immediata. Ha prodotto una nuova forma di eroismo – sacrificio di se stessi per amore di una vetrina perfetta. Una nuova religione è stata formata in cui possesso/consumo di un prodotto è l’iniziazione, mentre idolo è uno showman/woman abile. Integrare un ideale appartenete alla cultura di massa con l’ideale eterno incarnato in un capolavoro classico enfatizza il legame con l’eternità dell’arte classica ed attiva il senso della bellezza (spesso latente) in una mente contemporanea. Integra il simbolismo, la mitologia greca ed i tabelloni della pubblicità. La sostituzione di un’immagine conosciuta (Leonardo di Caprio) per quella del santo sposta gli accenti semantici dell’illustrazione: la nostra attenzione è disegnata via dal contesto religioso, invece si avvicina alla tragedia di un uomo-idolo per mezzo di mass-media. Ciò è un’immagine del ventesimo secolo con i relativi ideali artificiali ed aspirazioni false.


Opere

  • Kate Moss, 2000
    Tobreluts.jpg

Queste figure stanno a testimoniare il sottile gioco tra significato e significante mutuato dal linguaggio della comunicazione di massa e ironizzato attraverso il mezzo dell’arte pura e del simbolismo.












Bibliografia

Webliografia