Transarchitettura: differenze tra le versioni
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Il termine transArchitetture descrive una trasformazione o una trasmutazione dell’architettura verso la rottura dell’opposizione di fisico e virtuale e la proposta di un continuum che conduca da un’architettura fisica a un’architettura tecnologicamente potenziata a un’architettura del cyberspazio. La transarchitettura si dà come una modalità di espansione e di rafforzamento dello scopo e della rilevanza dell’architettura nell’era informatica, che permetta di considerare vie alternative agli angusti confini della disciplina delle costruzioni.
La transarchitettura prende in esame gli aspetti del progresso tecnologico e teoretico dello spazio e le loro relazioni con l’esplorazione di differenti modalità spaziali che era in passato impossibile perseguire. I computer vanno visti sia come strumenti per investigare queste modalità spaziali sia come creatori d’istanze per una nuova architettura.
Le idee sono ponteggi invisibili sopra i quali si costruisce il reale. La storia dell’architettura è la storia di una sempre crescente elaborazione di questi ponteggi. Ci sono ponteggi in senso letterale, come quelli che reggono archi e volte mentre li si costruisce, ponteggi industriali, come le fabbriche che inducono le materie prime a combinarsi, a consolidarsi e a formare strutture e città, e ci sono scaffali informatici che collegano gli interessi e le attività umane attraverso le vastità delle distanze fisiche e della conoscenza.
La transarchitettura - architettura oltre l’architettura - è un’architettura di scaffali invisibili.
testo tratto da Novak Marcos, Babele 2000 in http://www.trax.it/marcos_novak.htm