Tulipomania

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Tulipomania DotCom 2000 Amsterdam

La conferenza Tulipomania intende sviluppare una informazione critica della politica della finanza elettronica e dell’economia in internet. Lo scopo è di aumentare il livello della competenza economica dei settori cultura e sociale e simultaneamente iniettare un analisi economica con una sensibilità per la cultura on ed off-line, favorendo la comprensione dei nuovi spazi di comunicazione. La conferenza mira a stabilire un ordine del giorno finalizzato a modelli d’intervento che tengano conto dei nuovi spazi di comunicazione in rete. Facilitare lo scambio di conoscenze tra l’analisi economica, la critica alla rete, la politica e i diversi movimenti sociali è lo scopo principale della conferenza. Gli argomenti principali della Conferenza sono: la New Economy, la Silicon Valley come modello di Business globale, la valutazione critica delle strategie alternative, i diritti del consumatore.


Madrettor 2002 festival di nuovi media a Rotterdam.

Si è inaugurato a Rotterdam un evento che, oltre ad una schiera di lavori online e installazioni interattive, alterna presentazioni a workshop tenuti personalmente dagli artisti invitati ai giovani studenti olandesi, target privilegiato del festival stesso. Presenti, fra gli altri, Hans Bernhard, membro degli Etoy, Amy Franceschini e Ben Dean (Futurefarmers) con un'installazione che permette di manipolare il suono attraverso il movimento, Jean-Paul Wesselink con 'Hello quest, un immagine in cui ogni ogni pixel deriva dall'immagine dei visitatori catturata da una telecamera. Fra i workshop invece si trovano il sudafricano François Naudé con la sua comunità online Alt sense, Nikola Tosic che aiuta gli avventori a prendere coscienza dei propri processi creativi nella realizzazione di un sito web, Golan Levin, allievo di John Maeda che illustra il suo uso dei software audio/visuali, 'WeWorkForThem' il progetto dei celebri webdesigner Mike Cina e Micheal Young, e il regista Peter Greenaway che introdurrà il suo nuovo progetto 'Tulse Luper Suitcases', in collaborazione col network di artisti multimediali Transfusion.

Incommunicando 2005 Amsterdam

Movement of Moments, scanner puntati sul pubblico 2005 Rotterdam

Le tecnologie digitali di riproduzione delle immagini hanno introdotto modalità di rappresentazione ignote in precedenza: dalle linee orizzontali di pixel nei passaggi rapidi dei video (sperimentabili in molti dvd) ai pattern usati per scarsa illuminazione dalle macchine fotografiche digitali fino alle aduse imprecisioni cromatiche e di dettaglio degli scanner. La diversa sensibilità dei 'ccd', i dispositivi che digitalizzano le informazioni dall'esterno, rendono inoltre una dimensione temporale leggermente diversa. L'installazione Movement of Moments di Anna Andersson, facente parte della mostra dedicata ai progetti di laurea del corso di Media Design del Piet Zwart Institute di Rotterdam, riflette su entrambi questi aspetti, usando un certo numero di scanner aperti, in attività e puntati sugli spettatori, come se fossero macchine fotografiche digitali. Le immagini distorte dalla distanza e dal movimento rendono un'immagine liquida che si allunga in un tempo di pochi secondi, una sorta di specchio meccanico della realtà circostante, deformata per spazio e tempo. Lo scanner, in questo caso, perde alcune della sue proprie caratteristiche di ripresa, inclusi i contorni di buio sfumato che si manifestano utilizzando la copertura, come in Flowers Katinka Matson, ma viene lasciato aperto a scandagliare lo spazio intorno che 'vede' con una tecnologica e affascinante 'miopia' fluida. Il riferimento alla copy art degli anni ottanta, infine, è d'obbligo, ricordando la permanenza temporale dell'immagine che le fotocopiatrici, comparse a popolare gli uffici, consentivano di ottenere grazie al percorso di 'scansione'. Ora lo stesso meccanismo (una lampada accompagnata da un buon sensore fotografico che si muovono lentamente lungo un percorso obbligato), esce dal chiuso contenitore delle macchine xerografiche per 'guardare' ciò che sta intorno, restuendone la visione ai suoi umani creatori.


Flickr Peep Show + Host, occhi elettronici dappertutto 2005 Amsterdam

Il moltiplicarsi esponenziale degli accessi all'informazione ha bulimizzato anche il nostro desiderio di immagini sempre inedite e sempre più sorprendenti. Del resto l'intrattenimento ha sposato in uno stabile connubio l'ingresso dei sensori video nel nostro panorama quotidiano, rendendoli quindi continuamente presenti e la miniaturizzazione di questi stessi apparati, che nascondo potenzialmente occhi in luoghi occulti. A fondere opportunamente queste due caratteristiche è Flickr Peep Show sviluppato dalla redazione dell'olandese Mediamatic. Lo spirito della famosa piattaforma online Flickr, che permette di pubblicare le proprie foto a piacimento creandovi intorno piccole comunità attive, viene ritorto contro sè stesso, mettendo in piazza il suo meccanismo più evidente, ossia stimolare in maniera abnorme il pericoloso binomio voyerismo/esibizionismo che tanto ha permeato il business televisivo, dandolo in pasto al pubblico ludibrio della strada. Diversa è la visione offerta da Host di Phillip Warnell. L'artista ha ingerito una microcamera che ha ripreso tutto il suo apparato digerente. Il risultato, una striscia lunga 9 metri che contiene la sequenza d'immagini delle sue parti interne che interagiscono frequentemente con ciò che entra dall'esterno (la bocca) rappresenta l'ennesima 'invasione' degli spazi più intimi, asservita all'estetica del corpo, alla sua intimità personale e alla sua antica inviolabilità. Ma gli occhi elettronici sono destinati a valicare nuovi limiti, portando la nostra ossessione per la visione ancora oltre i limiti della carne.