Utopia, the Avant-Garde, and the Telegraph

Tratto da EduEDA
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Autore: Charlie Gere

L’Utopia, l’ Avanguardia e il Telegrafo. Intervento alla Conferenza sull’Arte e la Tecnologia - Liverpool, Luglio 1998 http://www.bbk.ac.uk/hafvm/staff_research/charlie/UtoTel.htm

Recentemente, il crollo del blocco sovietico e di grandi temi come il comunismo hanno fatto uscire di moda l’utopismo politico. Da un lato, lo spazio lasciato vuoto viene via via riempito da nuovi discorsi gravitanti attorno alle tecnologie telecomunicative, come Internet e il World Wide Web. Nelle pagine di Wired Magazine e negli scritti di Ester Dyson, Nicholas Negroponte e Kevin Kelly viene proclamata la nascita di una nuova età di prosperità e di coesione sociale, spesso coniugata a forme libertarie di capitalismo, resa possibile dagli avanzamenti nelle telecomunicazioni digitali. Che Internet e la Rete attraggano tali idee utopiche non è forse sorprendente, dato che parrebbero presentare i mezzi per realizzare un sogno a lungo termine per una comunicazione di massa reciproca e sembrano anche offrire la possibilità del ritorno, con mezzi elettronici, ad un tipo di comunità primaria, la cui possibilità ha a lungo affascinato i sociologi utopisti. Ma, pur trattandosi di mezzi potenti per una tale comunicazione, rimangono finora apparentemente al di fuori del controllo di poteri più vasti. L’attrezzatura stessa diviene sempre più a buon mercato e disponibile in ogni momento. Chiunque abbia un PC, un modem e un account presso un provider internet che offra dello spazio web può fabbricarsi il proprio sito con facilità. Si hanno inoltre la relativa semplicità degli strumenti produttivi, come l’Hypertext Markup Language (HTML), e dei mezzi per la codifica delle pagine web.

Interessante è il tipo di lavoro che viene effettuato. A differenza di molto dell’uso che è stato fatto in precedenza della tecnologia digitale, in media come la grafica computerizzata e la realtà virtuale (che tendevano a concentrarsi su tematiche di rappresentazione), il lavoro con il web sembra avere molto a che fare con l’informazione, l’interattività e la comunicazione. Come mezzo, presumibilmente non incoraggia o non facilita grandemente l’esplorazione delle tematiche di rappresentazione. Il lavoro è necessariamente visuale, ma i suoi campi d’azione sono spesso linguistici, semiotici ed orientati verso la comunicazione e l’interattività. Chiaramente, la natura stessa della Rete e dei media digitali in generale pone tutto ciò come punto centrale. Per un senso, dopo tutto, il computer è una macchina basata sul linguaggio. Il lavoro in Rete come mezzo sembra anche mettere in risalto un certo numero di caratteristiche, compresa quella di evitare le idee romantiche dell’artista come genio e eroe, e dello status autonomo dell’arte e della mercificazione inerente al mondo dell’arte, rivelando invece come un senso di giocosità ed anche dell’assurdo e dell’interesse canzonatorio alla categorizzazione delle cose. Un bel po’ di questo lavoro comporta anche l’interattività, la collaborazione e l’estensione dell’attività artistica ad una vasta gamma di pratiche e discipline, e l’uso di mezzi differenti, tecnologie poco costose e pronte all’uso e mezzi accessibili di visualizzazione e diffusione. Molto di questo lavoro assomiglia a quello di movimenti artistici precedenti, perlopiù facenti parte dell’avanguardia radicale utopistica come il Dadaismo, il Futurismo[L’Opera d’Arte nell’Epoca della Riproduzione Meccanica], in cui scriveva del modo in cui il dadaismo sembrava anticipare il cinema. Uno dei principali compiti dell’arte è sempre stata la creazione di una domanda che avrebbe potuto essere pienamente soddisfatta solo in seguito. La storia di ogni forma d’arte mostra epoche critiche in cui una certa forma d’arte aspira ad effetti che avrebbero potuto essere ottenuti completamente solo con il mutamento dello standard tecnico, vale a dire con una nuova forma d’arte. Una possibile spiegazione per tale somiglianza consiste semplicemente nel fatto che coloro che usano i media digitali e la Rete come mezzo artistico hanno trovato in tali movimenti un utile esempio ed un influsso. Ma una spiegazione del genere è inadeguata, poiché non spiega perché i media digitali dovrebbero essere tanto adatti a simili approcci. Lo scopo di questo intervento è quello di suggerire una più complessa gamma di ragioni. La similarità tra i mezzi ed i processi utilizzati dai movimenti artistici radicali di avanguardia e quelli impiegati dagli artisti che si servono dei media digitali rivela un rapporto di lunga durata tra l’avanguardia e le telecomunicazioni. Tale rapporto, inoltre, dura fin dall’inizio dell’epoca moderna e delle moderne telecomunicazioni, nei primi anni del XIX secolo. La tecnologia telecomunicativa è stata, probabilmente, fin da quell’epoca un paradigma per la comunicazione utopistica dell’avanguardia artistica, ed è stata sfruttata in molti e diversi modi. Una delle prime formulazioni dell’idea dell’artista come avanguardia per la società è stata attribuita al socialista utopico Claude-Henri de Saint-Simon, nato nel 1760. Saint-Simon era un aristocratico francese coinvolto per tutta la sua vita nelle cause radicali. Dopo aver combattuto nell’esercito mandato dalla Francia in ausilio della guerra di Indipendenza americana, contribuì a progetti di canali sia a Panama che in Spagna e fu coinvolto nella Rivoluzione Francese. Tra l’inizio del XIX secolo e la sua morte, avvenuta nel 1825, Saint-Simon si dedicò a scrivere una serie di libri in cui descriveva le sue idee su una migliore e più giusta organizzazione della società.



Saint-Simon morì prima che la tecnologia in grado di realizzare al meglio le sue idee fosse effettivamente sviluppata. Il telegrafo elettrico combinava l’elettricità con le reti di comunicazione, e almeno una parte dell’impulso alla base della sua invenzione era stato di origine utopistica. Samuel Morse, l’inventore del telegrafo elettrico, era stato un pittore di discreto successo. Alcune delusioni professionali lo avevano portato ad abbandonare la pittura verso la mezza età, ed a concentrarsi sull’invenzione per la quale è adesso famoso.

Saint-Simon e Morse sono in un certo senso i primi utopisti tecnologici, per i quali gli avanzamenti nelle telecomunicazioni sono i mezzi per raggiungere una società migliore. Il lavoro di Morse sul telegrafo fu più di consolidamento che di innovazione, poiché consisteva nel mettere insieme del lavoro precedente sull’elettromagnetismo con le reti di comunicazione che già si stavano sviluppando. Ciononostante, la sua invenzione fu ed è una delle più importanti dell’era moderna, per diverse ragioni. Per esempio, fu essenziale per lo sviluppo del sistema ferroviario. Il telegrafo e la ferrovia furono tra delle condizioni che permisero l’inizio del moderno capitalismo mercantile. L’aumento delle comunicazioni stimolò sia la crescita dei mercati, sia ne modificò la natura. In effetti, il telegrafo, assieme alla ferrovia, permette un mutamento radicale da condizioni locali di mercato di domanda e fornitura a mercati nazionali ove il prezzo delle merci corrisponde a condizioni nazionali. Come scrive James Cary:


Contemporaneamente allo sviluppo del telegrafo elettrico negli Stati Uniti, viene istituito in Gran Bretagna il sistema del francobollo (Penny Postage) da sir Rowland Hill, che divenne la base del sistema postale universale. Come scrive Friedrich Kittler:


E’ proprio in relazione al linguaggio che è possibile seguire il modo in cui il telegrafo e le reti di comunicazione da esso incarnate hanno influenzato la pratica delle belle arti. Ritengo che si possa seguire la nascita e lo sviluppo di un particolare interesse per il linguaggio nella pittura del XIX secolo, che corrisponde esattamente agli effetti della nascita del telegrafo. Tale interesse si manifesta specialmente negli artisti di avanguardia.




Tale interesse per le telecomunicazioni non è limitato alla posta e al telegrafo. Nel 1926, Laszló Moholy-Nagy, seguendo un’idea dell’Almanacco Dadà, decise che sarebbe stato possibile di ordinare dei quadri per telefono. Moholy-Nagy tracciava dei disegni su carta millimetrata e, a quanto si dice, telefonava descrivendo le caratteristiche dell’opera ad un laboratorio di incisione E’ forse nell’opera di Fluxus che si coglie il maggior interesse per le telecomunicazioni e per l’informazione. L’opera di Fluxus comprendeva performances, multiples, arte postale, pubblicazioni, oggetti e eventi. Tutte queste diverse attività si occupano, tra le altre cose, di spezzare le barriere tra l’arte e la vita. Forse più di ogni altro movimento, Fluxus è interessato sulla comunicazione e sul processo interattivo. L’opera realizzata in suo nome richiede quasi sempre un ricevente, oltre che un trasmittente; presume anche l’esistenza del rumore, dell’interferenza e della distorsione, che cambia i messaggi in modi imprevedibili. Il rapporto tra Fluxus e le reti digitali si rispecchia in simili rapporti tra le telecomunicazioni e l’arte di avanguardia che sono emersi nel corso di tutta l’epoca moderna. Tali rapporti suggeriscono probabilmente che l’arte di avanguardia gravita attorno alle forme di comunicazione disponibili più potenti e di lunga portata, non foss’altro come paradigma pratico. L’avvento, in questo decennio, del World Wide Web ha fornito agli artisti un nuovo mezzo ed un nuovo spazio per fabbricare e diffondere arte, che stimola l’opera sul linguaggio, sulla comunicazione, sul processo e sull’interattività. Tale mezzo rende possibile realizzare il concetto dell’artista fluxusiano Dick Higgins di Intermedia, che mira a fare arte negli spazi tra i media, offrendo anche un modo di fare arte che può essere largamente diffuso senza essere trasformato in prodotto di consumo. Come ho fatto notare all’inizio di questo intervento, molta arte prodota su e per il web ha delle somiglianze con l’opera dei movimenti radicali di avanguardia. In particolare, da tutta l’opera di Jake Tilson, Jodi, ada’web, Olialia, Vuk Cosic, Heath Bunting e Irational Organisation si evincono le qualità e le caratteristiche di Fluxus e di altri movimenti di avanguardia, sebbene differenti come approccio e con scopi differenti. Hanno tutti una natura giocosa, sono affascinati dal linguaggio e si occupano di comunicazione e interattività. Scopo di questo intervento è stato quello di sottolineare come tale opera in Rete sia parte di una corrente di avanguardia utopistica che si estende per tutto il ventesimo secolo ed ancor prima. Un aspetto di tale corrente è stato l’impegno per le possibilità offerte dalle tecnologie di telecomunicazione. Come ha sottolineato Manuel Castells, viviamo ad esso in una società in rete. Le reti sono il paradigma dell’organizzazione con la quale opera attualmente il capitalismo globale. Le reti informatiche, come Internet e il World Wide Web, sono soltanto la prova più evidente di tali invisibili reti di potere. Allo stesso tempo, le reti informatiche sono state investite delle stesse speranze e delle stesse attese utopistiche che hanno accompagnato lo sviluppo della tecnologia telecomunicativa fin dai tempi del telegrafo. E’ forse scopo stesso dell’arte avere a che fare con queste contraddizioni ed offrire una comprensione dell’uso di tali tecnologie che possa evitare sia l’ottimismo libertario semplicistico ed il cinismo postmoderno.