Verostko Roman: differenze tra le versioni

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Versione attuale delle 17:21, 16 Feb 2010

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Titolo

Verostko Roman


Biografia

L’artista e storico Roman Verostko nacque nel 1929 nelle miniere di carbone della Pennsylvania occidentale (Stati Uniti). Nei primi anni ‘80, dopo 30 anni dedicati alla pittura, cominciò ad eseguire disegni algoritmici con un plotter a penna. Oggi il suo studio è composto da una rete di computer accoppiata a plotter a penna comandati dal suo software originale. Vincitore del Golden Plotter First Prize (Germania) del 1994, il suo lavoro è stato incluso in molte esposizioni internazionali come “The Algorithmic Revolution” (ZKM, 2005), l’Ars Electronica shows on “Code: the language of our time” (2003) e “Genetic Art- Artificial Life” (1993). I suoi progetti includono una edizione illustrata limitata della “Derivation of the Laws...” di Gorge Boole (1990), un murale di 40 piedi per il New Science and Engineering Center all’University of St. Thomas a St. Paul, MN (1997) ed una installazione di 24 piedi, The Flowers of Learning, all’Academic Learning Center della Spalding University, Louisville, KY, (2006).


Sito web


Poetica

Nel 1967 incominciò ad informarsi sul mondo dei computer. Durante i primi anni ’80 scoprì che i plotter ( le macchine di impressione utilizzate dagli architetti) potevano rappresentare graficamente istruzioni date a partire dal proprio software, erano sistemi creativi generatori di forme. Prima del 1987 creò il primo software al mondo capace di generare quelle che chiama “pitture spazzolate” mediante l’utilizzo di pennelli orientali montati nel suo plotter. Con gli algoritmi scritti personalmente creó procedimenti per poter tracciare disegni con un tipo di testine di inchiostro molto speciali, mediante pennelli orientali per la pittura. Le sue investigazioni integrano due tipi di procedimenti, da una parte la programmazione digitale e dall’altra le risorse dell’arte più tradizionale. Presentò i suoi lavori algoritmici su carta come disegni e pitture robotiche. Egli non disegna, ma istruisce i suoi computer, mediante la programmazione del suo software, affinché guidino i plotter che tracciano i disegni. Anche Verostko è un componente del gruppo “The Algorists” e il suo lavoro va sotto il nome di Arte Algoritmica. L’arte algoritmica trasforma l’artista nel creatore di sistemi generatori di forme. Questi generatori, sono la forma più bassa del programma di un computer, e lo stesso Verostko li descrive come “lo spartito dell’opera d’arte.”


Opere

  • Pathway 1, 1989
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In questi lavori si osservano mescolanze di scarabocchi distribuiti su superfici di carta, queste distribuzioni sono realizzate a caso, attraverso gli ordini del software creato da Verotsko e creano insiemi molto numerosi di ripetizioni di tratti aleatori. La scrittura ed il disegno “automatico” tentavano di esplorare regioni incoscienti dell’esperienza umana usando metodi spontanei o non-razionali dando luogo a scarabocchi incoscienti, insensati.















  • Flowers of Learning, 2006
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La sua ultima opera, riassunto di tutta la sua produzione con il mezzo digitale, è Cyberflow. Sette disegni a penna d’inchiostro sono stati creati in memoria delle Suore di Nazareth che furono la prima generazione di insegnanti della Spalding University. Ognuna di queste forme colorite sono chiamate dall’artista “cyberflow”. Sotto ogni cyberflow l’artista ha scritto, sotto forma di geroglifici, discorsi tratti da differenti campi dell’insegnamento e della cultura.
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Alice Wagstaff, che si è laureata nel 1941 alla Spalding quando ancora si chiamava Nazareth College, lo ha aiutato a scegliere i testi messi in codice associati a ciascun fiore. Con una nota ha anche associato ciascun fiore ad una insegnante. Mentre ogni cyberflow è associato ad una insegnante specifica, l’insieme di forme è dedicato a tutti gli educatori, presenti e futuri, di questa Università. I fiori sono incorniciati come un “hortus conclusus”, un giardino recintato. La tradizione dei giardini recintati si trova con vari e ricchi significati in culture che risalgono fino alla preistoria. L’artista presenta qui l’hortus conclusus come un abbraccio alle alte aspirazioni simboleggiate dai giardini di molte culture - un Paradiso di pace e la tranquillità, il Giardino dell’Eden, i campi Elisi, una utopia di fratellanza e sorellanza - il luogo che ancora cerchiamo un luogo di pienezza oltre la nostra portata. Questo giardino onora coloro che alla Spalding, nel passato e nel presente, hanno dedicato le loro vite come insegnanti, aiutando gli allievi ad apprendere gli strumenti per il viaggio della vita. Questi Flowers of Learning incarnano le idee che occupano Roman fin dal 1969 quando vide per la prima volta le forme visuali generate con gli algoritmi. Da allora si impegnò nella realizzazione del suo sistema personale: algoritmi per perfezionare le sue idee di “forma-generata”. Con linguaggi di programmazione relativamente elementari, ha imparato da solo a scrivere le istruzioni in codice che permettessero ai plotter a penna di disegnare, le macchine da disegno utilizzate dagli ingegneri e architetti. Attraverso prove ed errori ha imparato a scrivere il codice per disegnare le forme meravigliose che aveva nella sua mente. Dopo anni di sperimentazione è giunto ai “cyberflowers”, fiori nati nel cyberspazio.


Bibliografia

Webliografia