Weblog per la scuola: differenze tra le versioni

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1)nel 2001 quello di Mr. Peter Ford, docente presso la British School of Amsterdam;
 
1)nel 2001 quello di Mr. Peter Ford, docente presso la British School of Amsterdam;
 
2)nel 2002 quello di Mr.Will Richardson, insegnante presso la Hunterdon Central Regional High School in Flemington, New Jersey.
 
2)nel 2002 quello di Mr.Will Richardson, insegnante presso la Hunterdon Central Regional High School in Flemington, New Jersey.
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Nel primo caso, visitando il blog del docente Ford, è possibile individuare  i vantaggi didattici che tale metodologia dà: la facilità di utilizzo, la possibilità di scrivere nel contesto scolastico di una classe e di farlo anche in contesti extrascolastici, il superamento dell’uso passivo di Internet e la produzione di contenuti in un ambiente che favorisce il confronto continuo con gli altri.
 
Nel primo caso, visitando il blog del docente Ford, è possibile individuare  i vantaggi didattici che tale metodologia dà: la facilità di utilizzo, la possibilità di scrivere nel contesto scolastico di una classe e di farlo anche in contesti extrascolastici, il superamento dell’uso passivo di Internet e la produzione di contenuti in un ambiente che favorisce il confronto continuo con gli altri.
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Il passaggio da un blog di classe gestito dall’insegnante ai blog personali gestiti da ogni alunno è un processo di cui Ford parla in un interessante articolo intitolato Le fasi evolutive di un blog di classe.
 
Il passaggio da un blog di classe gestito dall’insegnante ai blog personali gestiti da ogni alunno è un processo di cui Ford parla in un interessante articolo intitolato Le fasi evolutive di un blog di classe.
 
Questo articolo spiega come la creazione di un weblog di classe abbia come obiettivo quello di creare una comunità di apprendimento in cui ognuno è il detentore di un sapere personale e partecipi ad un processo in cui le informazioni e le conoscenze fluiscono in tutte le direzioni, da molti a molti.
 
Questo articolo spiega come la creazione di un weblog di classe abbia come obiettivo quello di creare una comunità di apprendimento in cui ognuno è il detentore di un sapere personale e partecipi ad un processo in cui le informazioni e le conoscenze fluiscono in tutte le direzioni, da molti a molti.
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Ford con il suo innovativo articolo, mette a confronto le fasi di sviluppo del bambino con le tappe evolutive di un weblog di classe.
 
Ford con il suo innovativo articolo, mette a confronto le fasi di sviluppo del bambino con le tappe evolutive di un weblog di classe.
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3) Il blog di classe come blog della comunità.
 
3) Il blog di classe come blog della comunità.
 
Schoolblog ora, oltre ad ospitare il progetto dell’intera scuola di Ford, ospita più di 2000 blog creati da insegnanti provenienti da più parti del mondo e si è trasformato in uno spazio virtuale di raccolta e segnalazione di iniziative ed informazioni rivolte al mondo dei blog didattici.
 
Schoolblog ora, oltre ad ospitare il progetto dell’intera scuola di Ford, ospita più di 2000 blog creati da insegnanti provenienti da più parti del mondo e si è trasformato in uno spazio virtuale di raccolta e segnalazione di iniziative ed informazioni rivolte al mondo dei blog didattici.
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Nel secondo caso, un esempio di uso didattico del weblog è fornito dal docente Will Richardson, che nel suo sito intitolato “Weblogg-ed. Using weblogs in education”, mette in evidenza riflessioni e suggerimenti per un utilizzo proficuo dei weblogs in ambito scolastico.
 
Nel secondo caso, un esempio di uso didattico del weblog è fornito dal docente Will Richardson, che nel suo sito intitolato “Weblogg-ed. Using weblogs in education”, mette in evidenza riflessioni e suggerimenti per un utilizzo proficuo dei weblogs in ambito scolastico.
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I vantaggi di tale strumento sono tanti, a cominciare da uno in particolare il quale rappresenta la capacità dei docenti di riuscire a mettere in contatto ciò che i ragazzi fanno fuori la scuola, con ciò che si propone dentro la classe. Il weblog può rappresentare tutto questo perché scrivere, leggere e documentarsi per un diario in rete creato all’interno di un gruppo, viene sentito in modo diverso rispetto alla solita didattica: lo spazio di lavoro è decisamente più libero, meno obbligante e maggiormente aperto.
 
I vantaggi di tale strumento sono tanti, a cominciare da uno in particolare il quale rappresenta la capacità dei docenti di riuscire a mettere in contatto ciò che i ragazzi fanno fuori la scuola, con ciò che si propone dentro la classe. Il weblog può rappresentare tutto questo perché scrivere, leggere e documentarsi per un diario in rete creato all’interno di un gruppo, viene sentito in modo diverso rispetto alla solita didattica: lo spazio di lavoro è decisamente più libero, meno obbligante e maggiormente aperto.
 
La progettazione di un blog didattico deve basarsi sull’approfondimento di tematiche specifiche, in grado di aprire un dibattito all’interno di una comunità più ampia, che non comprenda soltanto la semplice classe all’interno di una scuola, bensì molte classi facenti parte di più scuole e diverse culture.
 
La progettazione di un blog didattico deve basarsi sull’approfondimento di tematiche specifiche, in grado di aprire un dibattito all’interno di una comunità più ampia, che non comprenda soltanto la semplice classe all’interno di una scuola, bensì molte classi facenti parte di più scuole e diverse culture.
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Un altro vantaggio significativo dovuto alla costruzione di un “diario in rete” è il portfolio elettronico dello studente, che nasce dall’unione di obiettivi scolastici e professionali.
 
Un altro vantaggio significativo dovuto alla costruzione di un “diario in rete” è il portfolio elettronico dello studente, che nasce dall’unione di obiettivi scolastici e professionali.
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Il ruolo dell’insegnante durante questa innovativa esperienza tecnologico-educativa, sarà quello di supervisore, potrà infatti valutare online l’argomentazione del pensiero dello studente  e seguire le sue capacità creative, critiche, di ricerca e di analisi.
 
Il ruolo dell’insegnante durante questa innovativa esperienza tecnologico-educativa, sarà quello di supervisore, potrà infatti valutare online l’argomentazione del pensiero dello studente  e seguire le sue capacità creative, critiche, di ricerca e di analisi.
 
Per un docente il weblog presenta anche una molteplicità di utilità pratiche, capaci di sfruttare la Rete come mezzo veloce di comunicazione con gli allievi.
 
Per un docente il weblog presenta anche una molteplicità di utilità pratiche, capaci di sfruttare la Rete come mezzo veloce di comunicazione con gli allievi.
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Attraverso un weblog di classe un docente può:
 
Attraverso un weblog di classe un docente può:

Revisione 18:30, 30 Apr 2007

==Argomento:== Il weblog per la scuola

Descrizione:

1.1 Cosa significa un weblog per la scuola

La nascita e lo sviluppo dei blog didattici in Italia in parte è dovuta dalle influenze dei paesi esteri, dove i weblog e non solo quelli didattici, hanno preso piede qualche anno prima. Il primo weblog al mondo infatti, nasce proprio nell’ aprile 1997 a New York. Secondo la redazione di Sophia.it, la rivista ondine che segue costantemente gli sviluppi tecnologici legati alla formazione e alla didattica, i casi didattici che hanno ispirato molti insegnanti italiani sono due: 1)nel 2001 quello di Mr. Peter Ford, docente presso la British School of Amsterdam; 2)nel 2002 quello di Mr.Will Richardson, insegnante presso la Hunterdon Central Regional High School in Flemington, New Jersey.


Nel primo caso, visitando il blog del docente Ford, è possibile individuare i vantaggi didattici che tale metodologia dà: la facilità di utilizzo, la possibilità di scrivere nel contesto scolastico di una classe e di farlo anche in contesti extrascolastici, il superamento dell’uso passivo di Internet e la produzione di contenuti in un ambiente che favorisce il confronto continuo con gli altri. Ford dimostra che i “diari in rete” hanno una funzione fortemente educativa, dovuta a sistemi di comunicazione dinamici, aperti e facilmente aggiornabili che rendono superflue anche le tradizionali intranet scolastiche oggi sempre meno utilizzate. Attraverso la traduzione che segue del primo post pubblicato da Peter Ford nel suo blog didattico Schoolblog, è possibile riscontrare gli intenti di quell’esperimento, un esempio ancora attuale che rispecchia la vita dei weblog. <<Benvenuti alla nuovo weblog della classe 6F. Questo è il luogo dove potrete accedere a informazioni aggiornate su cosa succede nella mia classe. E’ un sito dinamico sia per i genitori che per i bambini che dà la possibilità di interagire e contribuire alla vita on e off-line della classe. Darà opportunità ai bambini di intervenire nel lavoro degli altri e di avere possibilità di apprendimento collaborativo. Il weblog o 'blog' non è pensato per sostituire il contatto faccia a faccia, piuttosto è pensato per rafforzare il flusso generale di informazioni tra la classe e casa. In breve, è un posto dove possiamo divertirci un sacco e forse imparare anche un paio di cose strada facendo! Diventarne membro (è assolutamente gratuito e sicuro) ti permetterà di contribuire direttamente alla vita del weblog nei forum di discussione ecc. Come membro puoi anche scegliere di ricevere il mio regolare bollettino di classe. Questo weblog è un esperimento pionieristico nell’istruzione primaria e confido che coglierete al volo e con entusiasmo l’opportunità di fare da cavia in questo progetto. Molte grazie per il vostro sostegno e la cooperazione! >> Gli alunni del docente olandese dimostrano grande interesse per questo nuovo scambio di informazioni, difatti, attraverso una partecipazione attiva all’interno del weblog del docente Peter Ford, decidono di realizzare loro stessi dei blog all’interno delle varie classi, supportati dall’aiuto del loro insegnante e da quello dei genitori. Il passaggio da un blog di classe gestito dall’insegnante ai blog personali gestiti da ogni alunno è un processo di cui Ford parla in un interessante articolo intitolato Le fasi evolutive di un blog di classe. Questo articolo spiega come la creazione di un weblog di classe abbia come obiettivo quello di creare una comunità di apprendimento in cui ognuno è il detentore di un sapere personale e partecipi ad un processo in cui le informazioni e le conoscenze fluiscono in tutte le direzioni, da molti a molti.


Ford con il suo innovativo articolo, mette a confronto le fasi di sviluppo del bambino con le tappe evolutive di un weblog di classe. Così come i bambini passano attraverso fasi di sviluppo allo stesso modo anche un blog di classe segue delle tappe evolutive, si deve sviluppare attraverso fasi successive. E’ importante che gli insegnanti sappiano guardare ai blog di classe in questa cornice evolutiva, non solo per evitare qualsiasi possibile delusione perché il progresso verso una comunità di apprendimento viva e vitale non è né scontato né immediato, ma anche per essere consapevoli dei vantaggi specifici di ogni fase. Infine Ford conclude il suo pensiero distinguendo tre livelli principali nello sviluppo di un blog di classe: 1) Il blog di classe come contenitore di informazioni e di risorse; 2) Il blog di classe come comunità in evoluzione; 3) Il blog di classe come blog della comunità. Schoolblog ora, oltre ad ospitare il progetto dell’intera scuola di Ford, ospita più di 2000 blog creati da insegnanti provenienti da più parti del mondo e si è trasformato in uno spazio virtuale di raccolta e segnalazione di iniziative ed informazioni rivolte al mondo dei blog didattici.


Nel secondo caso, un esempio di uso didattico del weblog è fornito dal docente Will Richardson, che nel suo sito intitolato “Weblogg-ed. Using weblogs in education”, mette in evidenza riflessioni e suggerimenti per un utilizzo proficuo dei weblogs in ambito scolastico. Su questo sito, dotato di numerosi link di approfondimento, è possibile leggere anche di esperimenti condotti da altri docenti, i quali intervengono all’interno di un dibattito molto stimolante, fornendo una precisa idea di ciò che può significare un buon weblog in termini di comunità d’apprendimento, ricerca, didattica e educazione. Alla Hunterdon Central Regional High School di Flemington, i “diari in rete” vengono utilizzati nelle classi di giornalismo, media e letteratura per una molteplicità di scopi riguardanti sia i docenti che gli allievi. Un utilizzo molto interessante è la realizzazione di siti di giornalismo online e siti di discussione letteraria, in cui gli autori dei libri letti in classe possono partecipare al dibattito della classe stessa. Nel 2003 anche in Italia, la scuola inizia ad utilizzare il weblog come strumento didattico per avvicinare gli studenti in maniera critica alla multiforme realtà di Internet. Il weblog, denominato anche edu-blog nel campo dell’educazione scolastica, diventa il nuovo strumento per la pubblicazione didattica online, perché rappresenta un’alternativa più semplice rispetto al classico sito web. Il blog infatti, può ospitare tutti i contenuti che ospita una normale pagina web, con in più l’opportunità di svolgere un rapido e facile aggiornamento dei contenuti e anche di scambiare opinioni con i visitatori. Per le sue immediate caratteristiche, permette di stimolare la capacità di selezione e di vaglio delle informazioni online, dando la possibilità ai bambini con l’aiuto di insegnanti e genitori e ai ragazzi, di connettersi all’interno di una rete costituita da rimandi e link che aprono il confronto con altri utenti. I vantaggi di tale strumento sono tanti, a cominciare da uno in particolare il quale rappresenta la capacità dei docenti di riuscire a mettere in contatto ciò che i ragazzi fanno fuori la scuola, con ciò che si propone dentro la classe. Il weblog può rappresentare tutto questo perché scrivere, leggere e documentarsi per un diario in rete creato all’interno di un gruppo, viene sentito in modo diverso rispetto alla solita didattica: lo spazio di lavoro è decisamente più libero, meno obbligante e maggiormente aperto. La progettazione di un blog didattico deve basarsi sull’approfondimento di tematiche specifiche, in grado di aprire un dibattito all’interno di una comunità più ampia, che non comprenda soltanto la semplice classe all’interno di una scuola, bensì molte classi facenti parte di più scuole e diverse culture.


Un altro vantaggio significativo dovuto alla costruzione di un “diario in rete” è il portfolio elettronico dello studente, che nasce dall’unione di obiettivi scolastici e professionali. Lo studente infatti, oltre a gestire i contenuti degli argomenti da trattare svolgendo il ruolo di content manager, ha la possibilità di gestire l’ aspetto grafico del blog attraverso la modifica dei template e quindi del codice HTML, svolgendo così anche il ruolo di web designer. Per gli studenti più piccoli, quindi con minor esperienza, è possibile diminuire il grado di difficoltà per la costruzione grafica di un blog, attraverso l’utilizzo di template standard forniti direttamente dal sito nel momento in cui si vuole creare il blog e metterlo in Rete. Il duplice ruolo “content manager/web designer” dello studente, permette di ricavare uno dei maggiori vantaggi delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) all’interno della didattica: la preparazione degli allievi ai repentini cambiamenti del mondo del lavoro. Il ruolo dell’insegnante durante questa innovativa esperienza tecnologico-educativa, sarà quello di supervisore, potrà infatti valutare online l’argomentazione del pensiero dello studente e seguire le sue capacità creative, critiche, di ricerca e di analisi. Per un docente il weblog presenta anche una molteplicità di utilità pratiche, capaci di sfruttare la Rete come mezzo veloce di comunicazione con gli allievi.


Attraverso un weblog di classe un docente può: a) fornire lezioni, compiti e comunicazioni agli allievi; b) moltiplicare le possibilità di accesso a materiali di particolare importanza;attraverso appositi link; c) potenziare l’interazione della classe anche attraverso discussioni e chat; d) fornire ulteriori stimoli per approfondimenti e compiti extra scolastici; e)mantenere i contatti con gli studenti assenti; f) coinvolgere i genitori nelle attività dei figli.


1.2 Alcuni progetti di “edu-blog”

In Italia, alcuni insegnanti di scuola superiore, media ed elementare iniziano, ognuno per conto proprio, a sperimentare l’uso del blog a scuola. Il primo ad occuparsi di questa sperimentazione nell’ottobre 2003 è Roberto Manfredi, professore di Matematica presso il Liceo Scientifico“A. Einstein” di Milano ed autore di libri di testo tra i più adottati in Italia. Manfredi è il primo a mettere in opera le proposte già veicolate mesi prima all’interno delle pagine web di Edublogit dove si iniziava a discutere sul tema del weblog e della formazione in Italia. Le sue opere didattiche sono due: il blog Einmatman 1 C, inaccessibile dal 1 dicembre 2004 e il blog Einmatman 2 A, aggiornato per tutto l’anno scolastico 2003/2004 e tutt’ora online. Einmatman 2 A, nasce con l'intento di fornire un supporto agli studenti delle sue classi: argomenti delle lezioni svolte, riferimenti al libro di testo, esercizi assegnati, annunci delle prove scritte programmate e tracce di quelle svolte, link a software di matematica, avvisi per il ricevimento dei genitori, suggerimenti vari. Oltre a questo, siccome un blog si basa sullo scambio attivo di informazioni, l’intento di Manfredi è stato quello di permettere ai suoi studenti e ai loro genitori di fare domande e lasciare commenti all’interno di Einmatman 2 A, purché fossero logicamente attinenti al corso di matematica o, almeno, alla matematica in generale.

L’obiettivo del blog voleva essere quello di stimolare l’interazione e la partecipazione tra i ragazzi permettendo a tutti di rispondere ai quesiti di tutti e di confrontarsi nella ricerca delle soluzioni; Manfredi ha quindi iniziato a promuovere una comunicazione da molti a molti, caratteristica tipica della rete Internet, all’interno però di un weblog: il primo edu-blog italiano. Secondo Manfredi, i vantaggi che si traggono dall’utilizzo dei blog per la didattica sono: << La semplicità, che rende possibile, anche a chi sia totalmente sprovvisto di nozioni tecniche, di sfruttare la potenza di Internet. La forma “calendario” che, come ho già accennato, si adatta particolarmente alla didattica. La possibilità di interazione tra insegnante e allievi, ma anche tra gli studenti stessi, senza trascurare i genitori. Ciò può avvenire mediante i commenti o creando, come consentono alcuni servizi, dei coautori. In questo modo si abbattono metaforicamente le pareti scolastiche e si estende lo spazio didattico >>.

Il lavoro di Manfredi ha così permesso la nascita di una comunità di blogger interessati alla didattica scolastica ed extrascolastica: comunità di insegnanti, studenti e ricercatori che sperimentano progetti alternativi per la formazione, basati su riflessioni, critiche, emozioni, disfatte e successi. Lo spazio virtuale di incontro della comunità è blog didattici ... AppassionataMente gestito da Maria Teresa Bianchi, insegnante di matematica e fisica al Liceo Mazzatinti di Gubbio, oggi considerata la più autorevole in tema di edu-blog perché rappresenta una docente attiva ed impegnata a promuovere la pratica dei blog didattici nella rete e nel mondo della formazione. In questo blog, nato nel gennaio 2004 e tutt’ora aggiornato, sono raccolte informazioni e presenti link sui “diari in rete” creati da insegnanti, allievi, istituti scolastici per ogni fascia di età e anche semplici persone interessate a ricerche che si legano alle nuove tecnologie e alla didattica. All’interno di “AppasionataMente”, troviamo interessanti discussioni inerenti alle varie iniziative tecnologico-educative presenti in Italia, tra cui le proposte di Indire, le tesi di laurea svolte da ragazzi e ragazze di diverse università e le innumerevoli riforme scolastiche che apportano continui cambiamenti.

Maria Teresa Bianchi ricorda così il suo primo incontro con il mondo degli edu-blog: << Il mio incontro con il blog è stato tanto casuale quanto folgorante: da quando l’ho scoperto, nell’ormai lontano novembre del 2003, la mia modalità di interazione nella e con la rete si è indubbiamente trasformata. Da utente occasionale e distratta, sono diventata una sistematica e attenta lettrice e, soprattutto, grazie naturalmente al blog, con mia grande soddisfazione, una produttrice di contenuti, fruibili anche da parte di altri visitatori del web. Sono nati, così, i miei blog, didattici e non, inizialmente in modo poco professionale e scarsamente progettuale, in seguito maggiormente strutturati rispetto ai contenuti e con una attenzione sempre più crescente all’aspetto grafico. […] La novità di usare questo strumento dinamico a scuola, con i miei alunni, per scambiare informazioni, avere contatti con loro, non solo nelle ore in classe, mi ha entusiasmato e ha coinvolto positivamente anche i ragazzi. L’idea di partenza è stata quella di creare una situazione comunicativa a forte valore aggiunto, da utilizzare nella mia attività di docente: insegno, infatti, matematica e fisica al Liceo Statale Giuseppe Mazzatinti di Gubbio. Ho postato sui più diversi argomenti nei blog rivolti agli alunni: segnalazioni di articoli interessanti o materiali didattici trovati in rete, link a spazi web rilevanti per le discipline scientifiche, miei materiali didattici, avvisi e appuntamenti, verifiche scritte, a volte – perché no? - anche poesie o brani di letteratura che gli allievi hanno accolto favorevolmente >>.

Dopo pochissimi giorni dall’apertura di blog didattici ... AppassionataMente, intorno all’idea di Maria Teresa Bianchi nascono numerosi gruppi di “blogger-insegnanti” provenienti da scuole elementari, medie, superiori e disposti a collaborare insieme. Gli edu-blog scovati nella Rete rivolti alle scuole elementari, mi hanno maggiormente colpita perché si percepisce immediatamente, dopo una veloce lettura, la forte intesa e di conseguenza la stretta collaborazione che c’è tra gli insegnanti che realizzano weblog per bambini. Andando sul blog Maestraleila, è facile trovarsi poi a dover cliccare sui tanti link dai nomi simpatici realizzati da altri insegnanti, come ad esempio: Quadernone blu di Renato Murelli, TerradiMezzo di Carmelo Stornello e Il caffè dei lettori di Teresa Catalini. Maestraleila, il primo blog didattico a far parte dell’ampia comunità blog didattici ... AppassionataMente, è realizzato da Leila Moreschi, insegnante presso la scuola elementare “Dante Alighieri” di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova. Leila Moreschi ha iniziato a sperimentare l’edu-blog insieme alle sue due classi di quarta e quinta elementare nel novembre del 2003, quando a scuola avevano a disposizione un solo pc collegato ad Internet con connessione a 56 K, mentre a casa 24 bambini su 30 avevano già un computer con una connessione molto più veloce. Le pagine virtuali di Maestraleila, tutt’ora attive con le varie classi che cambiano negli anni, contengono molteplici stimoli: colori, immagini in movimento, musiche, storie che raccontano le attività educative svolte dalle classi, link con possibilità di scaricare software didattici e link che indirizzano ad altri blog con tematiche varie, tra cui quelli realizzati dai suoi alunni. Leila Moreschi illustra così la sua iniziazione al weblog come risorsa didattica: <<Non posso parlare, quando mi riferisco alla mia attività con i blog, di vero e proprio progetto con tanto di programmazione e obiettivi, ma piuttosto di un percorso aperto, dinamico, costantemente riformulato e modulato in base alle scoperte e alle risposte, sia mie che dei bambini delle mie classi >>. Tale affermazione mette in evidenza l’importanza di conoscere un nuovo strumento da parte di un insegnante o di un educatore, specialmente se questo stesso strumento permette sia il raggiungimento di obiettivi informatici, sia quello di obiettivi linguistici dovuti ad alcune sue peculiarità. Tra queste peculiarità è presente la possibilità di poter accedere al weblog senza possedere particolari competenze informatiche e, nel contempo, è presente anche un innovativo modello di comunicazione che attraverso i post e i commenti, permette lo scambio di opinioni e l’interazione da molti a molti. L’esperienza di Maestraleila nei primi mesi di vita, si svolge in due periodi: 1) novembre 2003: viene sperimentato lo strumento (navigazione in rete, utilizzo del blog per pubblicare link e comunicazioni utili alla classe). I ragazzi si affiancano all’insegnante per imparare ad inserire immagini, musiche, colori e formattare i testi, utilizzando piena libertà di partecipazione; 2) gennaio 2003: un bambino chiede all’insegnante Moreschi, la possibilità di aprire un blog personale in cui poter parlare di uno dei suoi maggiori interessi, l’astronomia.

A questo punto Leila Moreschi approda a nuove prospettive: l’opportunità di utilizzare il blog come “costruzione autonoma” di un proprio percorso formativo che si basa sull’esplorazione, la ricerca e la sperimentazione personale. Dopo la creazione del blog sull’astronomia, altri bambini confidano all’insegnante il desiderio di aprire weblog per coltivare i propri interessi in maniera separata dalla programmazione e dalle competenze dei singoli insegnanti. Da questo momento il percorso con i blog didattici per Leila Moreschi prende due direzioni: quella di attività del blog di classe e quella di attività dei blog personali tematici; queste due direzioni portano alla nascita di un’ora la settimana di attività didattica rivolta al weblog, con relativa integrazione allo svolgimento del programma scolastico. Le diverse modalità di lavoro della classe attuate da Leila Moreschi, che hanno come scopo principale quello di sottolineare la valorizzazione del sapere di ognuno attraverso discussioni di gruppo guidate dall’insegnante, fanno capo, a mio parere, alle attività di mutuo soccorso e di mutuo insegnamento tipiche dell’attivismo e del metodo Dewey. Il lavoro che sta dietro la sperimentazione di un weblog infatti, è un lavoro cooperativo, all’interno del quale le classi vengono divise in gruppi per svolgere compiti precisi: gruppi che seguono i vari contatti avuti sul blog rispondendo e facendosi portavoce dei compagni e gruppi che esplorano ed analizzano i diversi siti presenti sul web. L’insegnante Moreschi afferma che questo tipo di attività sensibilizza anche all’educazione fra pari, perché osservando le sue sperimentazioni con i ragazzi, ha notato che i bambini più abili hanno la voglia e la possibilità di aiutare quelli in difficoltà nella gestione del weblog e nella scoperta di nuove funzioni. L’attività di edu-blog da lei svolta, ha suscitato diverse reazioni tra i colleghi insegnanti e tra i genitori dei bambini: alcuni hanno manifestato dissenso e timore, altri hanno manifestato curiosità, interesse e voglia di conoscere.

<< Quando il mio lavoro divenne visibile anche fuori della mia classe, alcune colleghe del mio team che non avevano molta dimestichezza con il computer, espressero qualche sospetto, sulla bontà o meno, del suo utilizzo nella didattica. Altre, invece, oltre a riconoscerne l’efficacia, chiedevano di poterne imparare l’utilizzo. Alcune difficoltà vennero da diversi genitori che temevano incontri dei loro bambini con sconosciuti male intenzionati, altri, invece, vedevano questa attività come motivo di distrazione dai compiti più “seri” ed utili. Feci, così, una riunione dove illustrai attività, obiettivi e precauzioni per una navigazione più sicura del web. Alla fine dell’incontro, diversi genitori mi chiesero di organizzare un corso per imparare ad usare la rete e i blog; altri, invece, rimasero con i propri dubbi e resistenze. Informai, comunque, che dall’anno scolastico successivo l’attività didattica sui blog sarebbe stata inserita nella programmazione curricolare >>.

Leila Moreschi è stata coraggiosa ad affrontare questo progetto nonostante l’ambiente scolastico e familiare non fossero ancora preparati ad essere all’avanguardia con il resto d’Europa; Leila Moreschi probabilmente ha compreso fin da subito che la realizzazione di web d’autore a bassissimo costo o completamente gratuiti come sono i weblog, possono permettere di liberare energie ludiche importanti che si rivolgono al concetto di educazione, offrendo ai bambini e ai ragazzi funzionali opportunità aggregative. La Rete infatti, potendo essere considerata a tutti gli effetti un nuovo ambiente creativo, porta realtà come i blog alla creazione di momenti pubblici in grado di accogliere le esperienze ludiche-tecnologiche anche all’interno del contesto scolastico. Questo modo di fare didattica in maniera diversa allontana sempre di più il concetto di isolamento in cui rischiano di marginalizzarsi le pratiche solitarie al computer.


Bibliografia:

Prellezo J.M., Lanfranchi R., Educazione e Pedagogia nei solchi della storia, By SEI, Società editrice internazionale, Torino 1997

Infante C., Imparare giocando. Interattività fra teatro e ipermedia, Bollati Boringhieri Editore, Torino 2000

Webliografia:

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http://edublog.altervista.org/?page_id=19

http://edublog.altervista.org/?page_id=20

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http://www.class6f.manilasites.com/

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