White Norman

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Norman White

Norman T. White, è riconosciuto uno dei pionieri della New Media Art. Fin dal 1967 ha generato "le macchine" che esprimono i comportamenti complessi tramite la luce, il suono ed il movimento.



Biografia

Norman T. White, canadese, è riconosciuto uno dei pionieri della New Media Art. Insegnante, conferenziere ed artista polivalente impegnato su molteplici fronti di ricerca - telecomunicazioni, dispositivi elettronici cinetici, robot, arte digitale - ha cominciato a lavorare nel 1966, esibendo il suo primo lavoro nel 1969 a New York. Da allora il messaggio artistico di White e l’impulso creativo delle sue opere si è diffuso in tutto il Canada, negli Stati Uniti ed in Europa, anche grazie a moltissime mostre che hanno ospitato le sue creazioni. Molte opere di White fanno parte di collezioni pubbliche e sono in esposizione permanente presso la Art Gallery dell’Ontario, la Art Gallery di Vancouver, l’Art Bank e la National Gallery del Canada. Per il suo impegno nell’ambito dei “robotic e interactive media?? ha ricevuto numerosi ed importanti riconoscimenti: nel 1985, con "Le Zoo des Robots" ha vinto il secondo premio La Vilette, presso il Musee National des Sciences, des Techniques, et des Industries di Parigi; nel 1990, con “The Helpless Robot?? il premio Ars Electronica’90 a Linz, in Austria, e infine, nel 1995, il Petro Canada Award in Canada.

Laureato nel 1959 in Biologia presso l’Università di Harvard, a Cambridge, Norman White è riuscito per tutto il corso degli studi a conciliare il suo impegno di studente con la passione per la pittura. Dopo Harvard, White frequenta l’Art Students' League di New York ed il San Francisco Art Institute, ed è soltanto alla metà degli anni ’60 che inizia ad appassionarsi all’elettronica digitale ed a interessarsi alla creazione di macchine elettriche. Nel 1969, nel corso di una mostra presso il Brooklyn Museum of Art, presenta il suo primo lavoro dal titolo “Some More Beginnings??, sponsorizzata dalla E.A.T., Experiments in Art and Technology. Dal 1978 al 2003, Norman White insegna presso l’Ontario College of Art and Design, all’interno del Photo-Electric Arts Department/New Media Programme. Le materie di sua competenza sono: elettronica digitale, meccanica, computer programming, concept development. Verso la fine degli anni ’70, una serie di circostanze mette White in condizioni di sperimentarsi direttamente con un sistema di elaborazione networked: si intravedono appena i germi di quello che diventerà, soltanto molti anni più tardi, Internet. White è stato uno dei pionieri della Rete: ha intuito prima di altri le enormi potenzialità contenute nella rete interconnessa di computer ed ha invitato altri artisti a prenderne coscienza, come testimoniano i molti progetti portati avanti dallo stesso White anche in collaborazione con altri illustri colleghi. Negli anni che seguono cresce in White l’interesse per la robotica, per i sistemi cinetici. Insieme ai suoi studenti porta aventi numerosi progetti che culminano nell’istituzione di un festival di robot lottatori di Sumo e Wrestling, per la promozione del quale, dal 1992, White è impegnato in primissima linea. Attualmente White prosegue la sua attività di insegnate presso l'Università di Ryerson, a Toronto. Intanto si prodiga nel tentativo di realizzare un museo funzionante ed interattivo per ripercorrere la storia del personal computer.

Sito web

http://www.normill.ca

http://www.normill.com

Poetica

White indica quattro principi che, oltre a rappresentare la sintesi del suo pensiero, vorrebbe che venissero recepiti anche da altri artisti: 1. L’arte deve imparare ad interessarsi al comportamento almeno quanto fa con l'apparenza; 2. Una buona parte della migliore arte si produce nel momento in cui comportamento e apparenza sono completamente in disaccordo l’uno con l’altra; 3. La carenza di significato è un aspetto critico dell' estetica; 4. L'arte funziona meglio, ed è più utile, soprattutto se viene posizionata al di fuori delle gallerie e dei musei. L’artista canadese schematizza in questi quattro punti quella che potrebbe essere considerata una piattaforma di riflessione, verso la quale richiamare anche gli altri artisti a convergere, per condividerla o magari discuterla. White invita a ripensare il modo di fare arte, poggiando lo sguardo anche su tutto ciò che sta dietro l’apparenza, ad indagare nella sostanza degli oggetti artistici. Attraverso il movimento dei suoi robot, dei suoi meccanismi, l’artista cerca di portare fuori ciò che sembra muoversi dentro alle sue opere: la loro essenza , il loro carattere, laloro indole più nascosta. Le opere di White sono animate delle loro pulsioni interne; il fuori mantiene finalmente un collegamanto diretto con il dentro, l'apparenza finalmente respira le agitazioni della sostanza più interiore. Le sculture robotiche di White sono dotate di movimenti ed intenzioni, nell’intento di imitare il comportamento umano. Non sono imprigionate in un programma prestabilito (alcune delle sue opere sono e resteranno, a detta dello stesso artista, perennemente incomplete e costantemente in divenire), ma sono messe in condizione di interagire con l’ambiente: la natura sempre mutevole ed imprevedibile delle stimolazioni che la macchina riceve dall’esterno, dal complesso sociale in cui è inserita, è all’origine delle prestazioni che risultano quindi sempre variabili.

Non mancano nel repertorio artistico di White, creazioni assolutamente geniali, come il robot Helpless, in cui viene ribaltato il ruolo tradizionale della macchina, che poi è quello di essere a servizio dell’uomo. Il robot Helpless cerca (letteralmente) l'aiuto dell'uomo attraverso autentiche richieste di assistenza e, per raggiungere il suo scopo, necessita della cooperazione dello spettatore. Attraverso il punto di vista del rapporto che l’uomo stabilisce con le macchine, White cerca di far emergere tutta la complessa fragilità dell'uomo. Il caso del già citato robot Helpless è emblematico: in esso White proietta sulla macchina tutta la vulnerabilità dell’essere umano.

Dal 1992 White è impegnato nella promozione di un festival di robot lottatori di Sumo o Wrestling. Si tratta di un ciclo di incontri nei quali le macchine dimostrano tutta la loro resistenza, agilità e capacità di movimento in veri e propri scontri diretti. Anche in questo caso l'intento di White è quello di mettere in scena, attraverso uno spettacolo di robot inanimati, lo spirito violento contenuto nella nostra umanità e nel nostro tempo. Perchè le macchine sono comunque figlie dell'uomo.

Opere

First Tighten Up on the Drums (1969)

Dervish (1974)

Menage (1974)

Four-Letter Word Generator (1974)

Let Fly (1974)

Splish Splash Two (1975)

Facing Out Laying Low (1977)

Departure (1977)

Final Approach (1979)

Funky Isn't Junky (1982)

Funny Weather (1983)

Hearsay (1985)

Telephonic Arm Wrestling (1986)

The Helpless Robot (1987-96)

Them ------' Robots (1988)

White ha collaborato inoltre alla realizzazione di opere di altri artisti, tra le quali ricordiamo:

Worldpool (1978-1979)

Ubiqua (1986)

Machinations (1989-90)

Art Technology (1994)

Net@Works (1995)

Bellevue (2001)

Electrohype (2004)

Musei

Le opere di White sono presenti all’interno di collezioni pubbliche permanenti e di collezioni private.

Collezioni pubbliche: Art Gallery of Ontario; Art Bank, Canada Council; Erindale College; University of Toronto; National Gallery of Canada; Vancouver Art Gallery

Collezioni private di: Laura Kikauka; Heinz Macke; Al Mattes; Sam Markle; Medtronic Museum of Electricity and Art; P. Schumaker; Hans Redmann; Joseph Colucci; Julian Rowan; Brydon Smith; John Weinzweig; Peter Wilson.

Bibliografia

1975 John Turnbull, Vanguard, September issue. 1976 Joe Bodolai, Artscanada, May issue. 1984 Brian Reffin Smith, Soft Computing: Art & Design, Addison-Wesley Publishing Co. 1991 Review of Ars Electronica 90. Leonardo Magazine.

Oltre a queste opere di riferimento, merita segnalare di White anche i suoi molteplici interventi (public lectures): National Gallery of Canada (1976); "New Horizons", Visual Arts Ontario, Toronto, Ontario (1983); "Viewpoints" Banff School of Art, Banff, B.C. (1986); "Artists' Forum", Ars Electronica, ORF-Landesstudio Oberosterreich, Linz, Austria (1990); "Confessions of an Electric Artist", National Gallery of Canada (1995).

Oltre che numerose partecipazioni a tavole rotonde: 10th Annual Sculpture Conference, "Pygmalion or Pythagoras: Sculptural Response to Living Systems", York University, Toronto, Ontario (1978); 1980 Computer Culture Exposition, "The Arts". Harbourfront, Toronto, Ontario (1980); Art and Telecommunications, "Robots", at the School of Visual Arts, New York, N.Y. (1982); Annual Conference of the University Art Association of Canadam, "Issues of Representation through Technology", University of British Columbia, Vancouver, B.C. (1983); International Council of Fine Arts Deans, "New Directions in Electronic and Film Media", Amsterdam, Holland (1984); Electro-Culture, Ontario Association of Art Galleries general meeting, Artculture Resource Centre, Toronto, Ontario (1985); "MetaNetworks/MetaCulture", A-Space, Toronto, Ontario (1992); “Cyberspace, Virtual Reality, and the Body", McLuhan Programme, University of Toronto, Toronto, Ontario (1993); "NERVEgate", sponsorizzata dal Goethe Institute, Toronto, Ontario (1995); "Three-space, Time-base, In-yer-face Art: The Aesthetics of Real Space Interactives", Montreal, Quebec (1995); "Robotica: O Cenario Homem-Maquina", Sao Paolo, Brasil (1995).

Webliografia

http://www.medienkunstnetz.de/werke/hearsay/

http://www.openspace.ca/outerspace/NormanWhiteInterview2003.html

http://www3.sympatico.ca/steev/exhibition/aloio/aloio/cv_white_eng.html

http://www3.sympatico.ca/steev/exhibition/aloio/aloio/in_white_eng.html

http://telematic.walkerart.org/timeline/timeline_white.html

http://alien.mur.at/rax/ARTEX/hearsay.html

http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?action=searchartista&artista=Norman+T.+White

http://www.bjcc.ca/content/Koffler/Past%20Exhibits/Norman%20White_Norms%20Robots.htm

http://www.paulpetro.com/b/bellevue.shtml

http://telematic.walkerart.org/overview/overview_adrian.html

http://www.normill.ca/artpage.html

http://www.year01.com/helpless

http://www.medienkunstnetz.de/artist/white/biography

http://www.electrohype.org/electrohype2004/artist.html