Wu Ming

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Biografia

Wu Mingin lingua cinese significa "anonimo" o "non famoso," è un gruppo di narratori nato a Bologna nel gennaio del 2000, composto in principio da cinque membri che non resero nota la loro identità anagrafica. Il nome del collettivo è inteso come un tributo alla dissidenza e un rifiuto del ruolo dell'Autore come star. Più tardi i nomi dei cinque membri di Wu Ming furono resi noti, ma le opere restarono più importanti delle biografie o dei volti. Ogni membro di Wu Ming possiede un suo "nome d'arte" composto da quello del gruppo più una cifra determinata dall'ordine alfabetico dei loro cognomi. Dalla sua origine il collettivo ha prodotto romanzi e opere di non-fiction. Le opere più importanti sono senza dubbio 54 e Q. 54 è un romanzo con decine di personaggi (compreso l'attore Cary Grant), tradotto in diverse lingue. Dal romanzo è stato tratto un cd con musiche degli Yo Yo Mundi e voci recitanti di Marco Baliani, Giuseppe Cederna e Fabrizio Pagella (Il Manifesto/Mescal, 2004). Q è un dotto giallo ambientato nel Cinquecento, nel pieno della sanguinaria guerra tra la Chiesa e gli stati eretici. Misterioso, colossale, romanzo storico e d'immaginazione. Wu Ming sostiene che le storie siano "asce di guerre da seppellire" e scava nel terreno fertile delle intersezioni tra Storia e Mito. I fondatori del gruppo sono i quattro autori di Q ("western teologico", a firma"Louther Blisset") e l'autore di Havana Glam.

Bibliografia

  • Q (Einaudi, Torino 1999 - Mondadori, Barcelona 2000 - Seuil, Paris 2001 (title: L'Oeil de Carafa) - Wereldbibliotheek, Amsterdam 2001 - Hovedland, Jøbjerg 2001 - Travlos, Athena 2001 - Piper, München 2002 - Conrad, São Paulo 2002 - Heinemann, London 2003 - Harcourt, New York 2004)

Il romanzo si sviluppa in settecento pagine di spy story ambientata nel XVI secolo tra eventi documentati e realmente accaduti: una truffa bancaria sullo sfondo della rivoluzione calvinista con ingredienti politico-religiosi, la guerra dei contadini con personaggi come frate Benedetto Fontanini da Mantova, eretico realmente esistito e scomunicato per i suoi scritti sovversivi. E'il ritratto di un'Europa scissa da quella guerra di religione da cui e' nato il mondo moderno. Si avvale di una narrazione impegnativa, corale, in cui s'intrecciano sottotesti e sottostorie.

  • Asce di guerra (scritto con Vitaliano Ravagli, Tropea, Milano 2000 - Einaudi, Torino 2005)
  • Havana Glam (romanzo solista di Wu Ming 5, Fanucci, Roma 2001)
  • 54 (Einaudi, Torino 2002 - Mondadori, Madrid 2003 - Vassallucci, Amsterdam 2003)

Il libro è di 670 pagine, compaiono un centinaio di personaggi, tra gli altri una superstar come Cary Grant e il presidente yugoslavo Tito. In 54 sono finite storie a sufficienza per scrivere dieci romanzi, selezionate e intrecciate in maniera da avvinghiare il lettore e suggerirgli qualcosa di interessante anche per l’oggi. 54 è una specie di vortice: all’inizio le storie sembrano scollegate, e bisogna lasciarsi trascinare dal piacere della lettura. Il lavoro è uscito libero da copyright.

  • Esta revolución no tiene rostro (raccolta di articoli, racconti e scritti vari, Acuarela, Madrid 2002)
  • Giap! (raccolta di articoli, racconti e scritti vari, Einaudi, Torino 2003)
  • Guerra agli umani (romanzo solista di Wu Ming 2, Einaudi, Torino 2004)
  • New Thing (romanzo solista di Wu Ming 1, Einaudi, Torino 2004)

Sito Web

http://www.wumingfoundation.com

Poetica

Ciò che sostengono i membri del collettivo Wu Ming, protagonisti e artefici di uno dei maggiori casi letterari degli ultimi anni è che la letteratura non è morta, il romanzo non è morto, la passione di ascoltare e la voglia di raccontare non sono morte. La frenetica attività di siti letterari, i nuovi meccanismi di aggregazione, le opere letterarie free use spesso condivise su internet, la voglia di mettersi in discussione e di confrontarsi rappresentano sintomi di un’attività ricca e in fermento che travolge tutti i nuovi settori della letteratura emergente. Il primo capolavoro di Wu Ming, dal titolo Q, dimostra che la creatività è un fatto di massa, collettivo, che non esiste Il Genio, singolarmente inteso, ma un fenomeno collegiale, dove le sinapsi si collegano e sviluppano nuove idee. I Wu Ming sostengono che raccontare storie e scrivere è un’arte antica come il mondo, e che appartiene, come nell’antichità, a tutta la sfera sociale, come gli antichi sciamani dei villaggi che narravano di antichi miti e leggende, o come i cantastorie del medioevo che giravano di città in città a riportare frammenti di storie condite di realtà.


Articoli Significativi

  • Appunti per una Dichiarazione dei diritti (e doveri) dei narratori.

Preambolo Chi è un narratore e quali sono i suoi doveri e diritti? E’ narratore (o narratrice) chi racconta storie e rielabora miti, insiemi di riferimenti simbolici condivisi - o comunque conosciuti, e quand’è il caso messi in discussione - da una comunità.

Il narratore ricopre – o dovrebbe ricoprire - una funzione sociale paragonabile a quella del griot nei villaggi africani, del bardo nella cultura celtica, dell’aedo nel mondo classico greco. Raccontare storie è un lavoro peculiare, che può comportare vantaggi a chi lo svolge, ma è pur sempre un lavoro, tanto integrato nella vita della comunità quanto lo spegnere incendi, arare i campi, assistere i disabili etc. In altre parole, il narratore non è un artista, ma un artigiano della narrazione.

Doveri


Il narratore ha il dovere di non confondere l’affabulazione, sua missione principale, con un eccesso di autobiografismo ossessivo e di ostentazione narcisistica. La rinuncia a questi atteggiamenti permette di salvare l’autenticità dei momenti, permette al narratore di avere una vita da vivere anziché un personaggio da interpretare per coazione.


Diritti

Il narratore ha diritto a non apparire nei media. Se un idraulico non appare nessuno glielo rinfaccia o lo accusa di snobismo. Il narratore ha diritto a non diventare una bestia ammaestrata da salotto o da gossip letterario. Il narratore ha diritto a non rispondere a domande che non giudica pertinenti (sulla propria vita privata, preferenze sessuali, gusti culinari, abitudini quotidiane etc.) Il narratore ha diritto a non fingersi esperto di qualunque argomento. Il narratore ha il diritto di opporsi con la disobbedienza civile alle pretese di chiunque (compresi gli editori) voglia privarlo dei suoi diritti.

  • Interventi su giornali o riviste, contributi estemporanei e "inediti".

Ricordo di Gilberto Centi (agosto 2000). Scritto pochi giorni dopo la morte del poeta a cui è dedicato 54. Wu Ming 1 & Wu Ming 4

Novosibirsk brucia! - Cosa rimane del futuribile? Scritto per la rivista "Vogue" nel novembre 2001. Wu Ming 5

Sottoterra Il viaggio di Dydo: favole, apologhi ed elzeviri da Genova alla guerra pubblicati sul settimanale imolese Sabato Sera, giugno-novembre 2001. Wu Ming 2

Lo stile come arte marziale- riflessioni sulla dressing up option nn.1-7, aprile-dicembre 2001. Rubrica pubblicata sulla rivista "Riviera Beat - Il segreto della comunicazione facile". Wu Ming 1

Qual è il combustibile del movimento globale? da Il Domani, quotidiano bolognese, 21 novembre 2001. Wu Ming 2

Disobbedienza, martirio e fine della pace A proposito della missione "Action For Peace in Palestine" dalle mailing lists di Ya Basta!, 10 aprile 2002. Wu Ming 4

Su Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo (Einaudi 2002). Wu Ming

La terra degli hackers La rivoluzione gaucha del software libero contro le multinazionali. Reportage pubblicato su L'Unità del 2 dicembre 2002. Wu Ming 1

No copyright: Tutti a bordo della bookmobile da L'Unità del 30 dicembre 2002. Wu Ming 2

  • Scritti di Wu Ming su copyright, proprietà intellettuale e pirateria.

Intervista sulla proprietà intellettuale, giugno 2002 rilasciata ad AIB News, bollettino dell'Associazione Italiana Biblioteche "Dall'altra parte della barricata c'è tutto quello contro cui la sinistra, in tutte le sue sfumature, si è battuta fin dall'Illuminismo: la rendita nobiliare, la 'manomorta' aristocratica, lo sfruttamento dei risultati del lavoro da parte di ceti abbienti parassitari. Ma, come dicevamo, si tratta di ceti e interessi obsoleti: anche alla luce di come funziona l'odierna produzione di ricchezza, il copyright è ormai uno strumento superato, un rottame ideologico la cui esistenza castra l'inventività, limita lo sviluppo del 'capitale cognitivo'..."

Homo Fabulans - di Wu Ming 2 & Wu Ming 4 da L'Unità di mercoledì 18 settembre 2002, sezione "Orizzonti" "...le storie hanno bisogno di circolare e di replicarsi con tutti i mezzi possibili. Qualsiasi provvedimento cerchi di limitarle sotto questo aspetto è un attentato contro l'evoluzione della cultura e quindi, poiché le comunità e gli individui hanno, a loro volta, bisogno di storie, si tratta di un vero e proprio crimine contro l'umanità. Queste implicazioni sono estreme soltanto in apparenza. Tutto sommato, l'idea di proprietà privata intellettuale appartiene a un periodo assolutamente breve e recente della storia e ogni giorno che passa appare sempre più come il tentativo di vincolare e ridurre una delle attività umane più naturali, collettive e irrinunciabili: raccontare il mondo attraverso le storie."

Il diritto all'eccedenza - di Wu Ming 3 & Wu Ming 2 da L'Unità di mercoledì 25 settembre 2002, sezione "Orizzonti" "...l'eccedenza che è propria delle storie viene contrastata, insieme alla dimensione gratuita e orizzontale dentro cui la conoscenza si sviluppa, e con essa la comunità che la produce, in un reticolo di comunicazione, narrazioni, formazione dal basso di saperi e tecniche. Il serbatoio potenzialmente inesauribile dei saperi e della cooperazione va essiccato, reso scarso, e successivamente colonizzato, messo al lavoro, a profitto. 'Se non c'è rendita, non c'è innovazione', dice Schumpeter, l'inventore della 'distruzione creativa' che regola il capitalismo e il mercato. La rendita, eccola l'ossessione paranoica e monopolista, il dogma che presiede l'inflessibile dittatura del pensiero unico nazional-liberista. E' grazie a questo dogma che gli stessi concetti di proprietà intellettuale, o di copyright, possono esistere."

Copyright e maremoto - di Wu Ming 1 da /Giap/#5 IIIa serie - Per non essere travolti dall'onda - 10 ottobre 2002 "...Se fosse esistita la proprietà intellettuale, l'umanità non avrebbe conosciuto l'epopea di Gilgamesh, il Mahabharata e il Ramayana, l'Iliade e l'Odissea, il Popol Vuh, la Bibbia e il Corano, le leggende del Graal e del ciclo arturiano, l'Orlando Innamorato e l'Orlando Furioso, Gargantua e Pantagruel, tutti felicissimi esiti di un esteso processo di commistione e ricombinazione, riscrittura e trasformazione, insomma di 'plagio'...."

No copyright: Tutti a bordo della bookmobile - di Wu Ming 2 da L'Unità del 30 dicembre 2002, sezione "Orizzonti" "Se un cantante può campare di rendita tutta la vita, grazie ai diritti d'autore di una canzone scritta quando aveva vent'anni, che stimolo può avere a incidere ancora buone canzoni? A che pro, poi, estendere il diritto oltre la morte, così che ne beneficino figli e nipoti, gente che con la creatività del progenitore non ha nulla a che spartire? Infine, come giustificare una disposizione retroattiva, che tornerebbe a colpire opere già entrate nel pubblico dominio?"

La fine dell'industria discografica - di Wu Ming 1 da L'Unità del 6 febbraio 2003, sezione "Orizzonti", pubblicato col titolo "Il divertimento blindato". "Prive di memoria storica (e di senso del ridicolo), le major si muovono su tre diversi piani: quello dell'espediente tecnologico, quello dei balzelli e quello dell'azione poliziesca e giudiziaria. Ciò non fa che alzare la tensione e accrescere il desiderio di vendetta dei consumatori, che ormai agiscono seguendo nuove coordinate antropologiche, quindi intepretano le controffensive dell'industria come veri e propri attacchi alla loro cultura."

No Copyright: le case editrici hanno tutto da guadagnarci - di Wu Ming 2 da Giap#2 IVa serie - Lo spazio europeo - 13 febbraio 2003 e da L'Unità del 20 febbraio 2003, sezione "Orizzonti" "Questi esempi dimostrano che ci sono alternative praticabili per salvaguardare i diritti degli utenti, sfruttare al meglio le potenzialità della Rete e avere bilanci in attivo. Molte delle grandi multinazionali dell'intrattenimento sono cadute nella trappola repressiva e stanno pagando le conseguenze di una lotta impari contro la società intera. Altre possono seguirle sulla stessa strada oppure scoprire che, oltre i pregiudizi, può sopravvivere un profitto più "etico", più responsabile, ma non per questo meno soddisfacenti." [segue nota di Wu Ming 5 sul no-copyright come vittoria del punk]

Il Copyleft spiegato ai bambini - di Wu Ming 1 Tratto dall'inserto Booklet del Mucchio selvaggio n. 526, 25 marzo 2003 " Quando il copyright fu introdotto, tre secoli fa, non esisteva alcuna possibilità di 'copia privata' o di 'riproduzione non a fini di lucro', perché solo un editore concorrente aveva accesso ai macchinari tipografici. Tutti gli altri potevano solo mettersi l'anima in pace e, se non potevano comprarseli, semplicemente rinunciare ai libri. Il copyright non era percepito come anti-sociale, era l'arma di un imprenditore contro un altro, non di un imprenditore contro il pubblico. Oggi la situazione è drasticamente cambiata, il pubblico non è più obbligato a mettersi l'anima in pace, ha accesso ai macchinari (computer, fotocopiatrici etc.) e il copyright è un'arma che spara nel mucchio."

Intervista a Wu Ming 2 sul copyright Dal canale "Sapere e libri" di www.virgilio.it, 3 aprile 2003 "Il risultato del file sharing è che si ascolta più musica: dove sta la minaccia? Io ci vedo solo un'opportunità. L'importante sarebbe saperla cogliere. Ad esempio: svincolarsi dal supporto CD, pensare siti di qualità, che diano informazioni, orientamento e permettano di scaricare album a prezzi ragionevoli. Invece, la ricetta è sempre quella: CD che non si possono copiare sul computer (e violano un diritto dell'acquirente), minacce ai provider, software che impediscono la masterizzazione, normative europee come la EUCD, da poco recepita dal governo italiano, potenzialmente letali per la trasmissione dei saperi... In una parola: repressione."

Intervista a WM1 su editoria e diritto d'autore Letture, 25 febbraio 2004 "Poi, ovviamente, parlerei di Marx. Tant'è che in America la teoria sul copyleft e sulle licenze creative commons viene chiamata 'Marxism-Lessigism' (Marx + il net-giurista Lawrence Lessig). Quando Marx scriveva che nel comunismo tutti possono essere artisti, mi viene in mente questa inebriante nuova cultura del DIY iniziato col punk e l'hip-hop, del cut'n'mix, del campionamento, della grande ricombinazione, la musica fatta anche da non-musicisti, l'idea che diede il nome alla 'house music' etc. Tutti fenomeni che non avrebbero preso piede senza quella che l'industria dell'entertainment definisce 'pirateria' e basta."

Materiale Audio

Dibattito su "arte", "intellettuali", "impegno" e "diritto d'autore"

Il racconto open source "La ballata del Corazza" (versione 1.0.0.).

Utter Bliss - Moltitudini.

Webliografia

http://www.girodivite.it/antenati/xxisec/_wuming.htm http://digilander.libero.it/confratchianti/libri_wuming.htm http://www.scanner.it/libri/wuming2043.php