Carta idiotesca: differenze tra le versioni

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La '''[[carta idiotesca]]''' è il manifesto aperto del [[gruppo idioti]] (2006). Di seguito [[Carta Idiotesca]] V3.2F
 
La '''[[carta idiotesca]]''' è il manifesto aperto del [[gruppo idioti]] (2006). Di seguito [[Carta Idiotesca]] V3.2F
  

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La carta idiotesca è il manifesto aperto del gruppo idioti (2006). Di seguito Carta Idiotesca V3.2F


CARTA IDIOTESCA V3.2F

La parola idiota ha nel suo uso comune un significato dispregiativo di cui non ci pregiamo.

Etimologicamente idiota viene dal greco (idios) che significa PROPRIO. Campioniamo dunque da questo parametro. Inauguriamo un punto di vista PROPRIO. Un panorama idiotesco.

Idio teschio.

Un cervello proprio ma non autoreferenziale. In deficit di referenze/deferenze ma in costante conferenza. Rispettoso della rigorosità formale ma senza inchini. Produttore di materiali significativamente senza significatività o oggettiv-abilità. Semmai un contagio di oggetto-abilità. Per qualunque soggetto sano che senta la virale esigenza di “significare” il proprio ².

Idiotesco come tracciato verticale dal particolare al pubblico. Porzioni in levare.

Idiotesco come barratura dell’univocità enunciativa al plasma.

Idiotesco come polivoca enunciatività batteriologica.

L’idiota, ovvero l’essere umano tra poche ore. Poche ore prima della proliferazione dell’avatar. La carta idiotesca è il manifesto aperto del gruppo idioti (2006). Di seguito Carta Idiotesca V3.2F


CARTA IDIOTESCA V3.1C

CARTA IDIOTESCA V3.1C

La parola idiota ha nel suo uso comune un significato dispregiativo indicando persone di scarsa intelligenza.

Etimologicamente idiota viene dal greco (idios) che significa PROPRIO ed è prendendo questi due parametri che vogliamo inaugurare il nostro PROPRIO punto di vista in merito. E non è PROPRIO a caso che usiamo di nuovo l'aggettivo PROPRIO.

Inaugurare il proprio punto di vista attraverso uno sguardo e una intenzione assolutamente soggettiva ma non autoreferenziale. Ovvero : nel rispetto della rigorosità formale non limitarsi alla produzione di materiali (fisici o concettuali) di stretta significatività oggettiva ma all’estremizzazione della brama di “significare” che ogni soggetto porta in sé, in contrasto con la situazione di anonimato in cui il “singolo” isolato versa. Idiotesco segna un confine in cui il “mio” e il “loro” non é più chiaramente definibile in termini di utilità, valore critico o gerarchia. Idiotesco traccia una rete di stimoli volti alla sospensione dell’identità sociale dell’opera (che sia d’arte o di pensiero) al quale si accompagni un “rapinare” il pubblico dalla sua maschera per gettarlo in una contaminazione virale di linguaggi, materiali e idee il più possibile spogli dall’interpretabilità. L’agire idiotesco fa del concetto di proprio un fondo comune, non nel senso dell’abolizione dell’autorialità ma in quello di una diffusione di stimoli a divenire autori. Autori in quanto fattori di un “operare” tangibile che sia proprio; O più propriamente di tutti e di nessuno. nel senso di una contaminazione virale di linguaggi, materiali, idee che traggano linfa dall’intreccio di spunti privati (altro significato di idios)


PROPRIO come appropriazione di uno sguardo e di una prassi rigorosamente formale ma Vogliamo che questo proprio sia proprio di tutti e non più un prestito ad una soggettività oggettiva, che lo declina ogni volta nel mio, nel tuo, nel suo, nel nostro, nel vostro. [neutralizzare il proprio; come fondo a cui tutti possono attingere anche passivamente] Ognuno affermi il proprio PROPRIO, gettandolo, anzi rigettandolo in una forma perfetta. Forma perfetta come pura forma: una linea diritta che va da colui che la traccia a colui che la segue. Spogliato da qualunque pigra conformità che non sia stata frutto di una debita e propria appropriazione concettuale e formale, quindi rivestito di formalità perfetta come esattezza dell'esplicato senza scopo univoco.

[adesso concentriamoci sul suono della parola] Decostruendo idiota inauguriamo io, Dio, iota, dota-to, id.

L'Associazione Idioti nasce per questo: raccogliere elementi idioteschi e concretizzarli in eventi e manifestazioni verosimilmente sociali, dove arte e idiozia convivano produttivamente ed i poli espressivi di Idiota e Artista annullino la propria distanza.