Gutai: differenze tra le versioni

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Esponenti principali:<br>
 
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I maggiori esponenti del Gutai furono Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto (fondatori del gruppo) ai quali si unirono poi  
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I maggiori esponenti del Gutai furono [[Yoshihara Jiro|Jiro Yoshihara]] e Shozo Shimamoto (fondatori del gruppo) ai quali si unirono poi  
 
successivamente numerosi artisti quali: Kagaku Murakami, Kazuo Shiraga, Atsuko Tanaka, Sadamasa Motonaga, Akira Kanayama, Michio Yoshibara, Toshio Yoshida.<br><br>
 
successivamente numerosi artisti quali: Kagaku Murakami, Kazuo Shiraga, Atsuko Tanaka, Sadamasa Motonaga, Akira Kanayama, Michio Yoshibara, Toshio Yoshida.<br><br>
 
==Sito Web==
 
 
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==Biografia==
 
==Biografia==
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'''Storia:'''<br>
 
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Nei dieci anni dopo la II Guerra Mondiale,il Giappone condivide lo stesso destino degli sconfitti: processo di democratizzazione
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con marce forzate sotto il controllo americano e la repressione di tutti i movimenti che potevano avere un qualsiasi tipo di elemento
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La cultura orientale rimase per molto tempo in disparte rispetto alla scena artistica modiale, fino al Dopoguerra, anni in cui la curiosità per il mondo orientale, Giappone in particolar modo, crebbe. Questo interesse aumentò anche grazie alle opere del Gruppo Gutai, o "avanguardia sotto il cielo" in conseguenza della loro abitudine di allestire mostre all'aperto.
vagamente comunista.
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Fortemente ispirato allo spirito zen, con influenze occidentali dell'informale, il gruppo cerca di recuperare quei valori che furono distrutti dalla seconda guerra mondiale. <br>
Il paesaggio deturpato dagli attacchi e dalla bomba atomica denuncia quelle irregolarità di sviluppo, tecnologico e non, che poi
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saranno tipici di tutte la aree industrializzate del primo mondo. Con contrasti ancora più marcati e pervasivi che altrove: offerti, tra l'altro, dalle contraddizioni latenti ed esplosive
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La prima esposizione di Gutai in Giappone segna la diffusione dell’arte modernista nei media e la sua reinterpretazione da parte di artisti fuori dagli Stati Uniti e dall’Europa, esemplificata anche dalla nascita del gruppo neoconcretista in Brasile.
innescate dal vertiginoso aumento demografico unito aduna scarsa, immatura e posticcia abitudine al rispetto dell'altro e  
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dei diritti umani, nel contesto di un territorio ad altissimo rischio ambientale e sismico.
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La loro arte comprende varie "tecniche" quali pittura, il calligrafismo, ma anche performance e azioni, opere teatrali e improvvisazioni che hanno come requisito necessario un forte coinvolgimento del pubblico, ricercano insomma il superamento dell'arte attaverso lo sperimentalismo. <br>
Insomma: una situazione straordinaria per le arti belle, che infatti accelerano il terremoto, producendo un corto circuito
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Queste loro forme espressive anticipano il Fluxus, l'happening, l'azionismo, l'espressionismo americano e l'action painting.
di prassi, pensiero, tradizione e sovversione che ne in Europa ne in America era stato possibile ottenere fino a quel momento.
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Arte che cerca di diventare un modo per scoprire l'Io, in cui spirito e materia si fondono insieme. Nelle loro opere spazio, materia e corpo affermano liberamente la propria identità e esistenza, tramite una forza espressiva e drammaticità uniche ma mai casuali.
 
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Quindi in Giappone si raccolgono tutti i resti di quel linguaggio artistico che dalla Guerra in poi si esprimono solo attraverso
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L'arte Gutai usa la materia, non la cambia ma la porta in vita, non la falsifica, ma si fonde con lo spirito umano anch se sono opposte. La materia non viene assorbita dallo spirito, lo spirito non forza alla sottomissione la materia. Lasciando la materia così com'è, presentata semplicemente come materia, essa inizierà a "dire qualcosa e parlare".  
accensioni estemporanee non in grado di coordinarsi in stile se non a prezzo della perdita della propria soggettiva eccezionalità.
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Il Giappone il problema di stile viene risolto aggirandolo. I resti sono raccolti e coordinati in un corpo unico che incarna
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le esigenze artistiche di quel momento.
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Questo corpo è il GUTAI, cioè concreto, materializzato, di cui Shozo Shimamoto è uno dei membri più precoci e attivi. Dopo la
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fase disastrosa post-atomica, Jiro Yoshihara (fondatore di Gutai) scende dalla montagna, dove si era ritirato, per tradurre il pensiero
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in azione coordinando intorno ad essa l'intensa produzione sperimentale dei giovani giapponesi.<br>
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Shimamoto è fra questi. Il suo lavoro, negli anni Cinquanta, fase eroica di Gutai, si caratterizza immediatamente per una
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sovrana insofferenza dei limiti consustanziali allo stile inteso all'occidentale.
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Il suo stile, che comunque si delinea, prende forma appunto da questa considerazione aperta dell'opera, centro di implosione
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e concentrazione di istanze sino a quel momento separatissime: come, ad esempio, lo sfregio, lo spazio, il quadro, la  
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pietra, la macchina bellica, la pittura, i passi. <br>
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Pittura e azione sono risultanti dello stesso nucleo propulsivo, dello stesso pensiero sulle cose, che tende a posizionarsi proprio sul cuore pulsante del linguaggio contemporaneo perché non ne rispetta le forme e la buona creanza, le
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priorità e le marginalità, le province e gli imperi.  
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La pittura, quindi, per esempio la pittura di Shozo Shimamoto, nasce non come modalità di espressione di istanze e di impulsi soggettivi, istanze represse e sublimate che dal corpo fisico dell'uomo trapassano al sostiate indifferente e
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onnicomprensivo della tela, ma come atto, anzi fenomeno di materializzazione dei materiali "in sé".
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La pittura è al servizio dei materiali, come l'olio o lo smalto, è la prassi di scoperta e valorizzazione delle loro qualità intrinseche.
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Adottando un simile punto di vista, già intorno alla metà degli anni Cinquanta, Gutai precede, almeno nei lineamenti teorici, artisti come Piero Manzoni e Yves Klein, anche se la sua sintassi resta sostanzialmente apparentata a quella dell'informale. <br>
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L'artista occupa la scomoda ma interessante posizione del testimone, il primo a sorprendersi, ad allarmarsi, a soffrire di quanto viene accadendo sotto ai suoi occhi. L'intervento sulla superficie porta alla creazione di uno spazio
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imprevisto, di fronte al quale ogni preconcetto stilistico appare inaffidabile e limitato.
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Alla luce di queste considerazioni, il gesto automatico va riferito non alla mano o all'inconscio ma alla materia, alla carta
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, agli smalti. L'artista semplicemente li lascia fare, senza preoccuparsi dell'esito.
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"L'automatismo" ha scritto Yoshihara, "necessariamente sorpassa l'immagine dell'artista". Niente di astratto, quindi.
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Una carta lacerata ed accesa di energia cromatica e segnica giace senza residui ne rimandi ne riserve accanto
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ad una passerella di assi instabili, traballanti e minacciose che tentano i passi del viandante, costringendolo
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all'attenzione nei confronti di tutto ciò che gli appare normale, e non lo è, minando la sua tranquillità di uomo sicuro
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del proprio cammino nella storia.
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E giace accanto ad una pietra immobile che si comporta come e meglio del pennello o della spatola e spacca bottiglie intere
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di colore liquido lanciatole contro in un gesto altamente ritualizzato e pieno di consapevoli richiami alle tradizioni
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marziali, a sua volta equivalente del cannone che spara contro tele inermi getti furiosi di colore.
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A tutto questo e molto più, Shozo Shimamoto ha assistito in pochi anni.
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I suoi interventi, i suoi lavori assomigliano tutti ad altrettanti modi di lasciare che le cose si compiano: una delle
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poche armi efficaci per non arrecarsi come un morto su un formulario di successo e non perdere di vista la posizione etica dell'artista in un mondo sempre più conseguente con le proprie recenti e lontane, spaventose remesse.  
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I giovani artisti del Gutai raccolti intorno a Jiro Yoshihara furono ispirati dalle fotografie delle opere di Pollock.
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Yoshihara era interessato alla performance e al teatro, e il suo ruolo fu importante nella definizione dell’attività del gruppo. Gli artisti del Gutai colsero degli aspetti dell’arte di Pollock che gli occidentali colsero solo 15 anni dopo. Essi cercarono di interpretare alla lettera ciò che diceva Rosenberg, e cioè che la tela espressionista era un’arena per l’azione: Shiraga iniziò a dipingere con i piedi (radicalizzazione dell’orizzontalità), Shimamoto praticava buchi su scherzi di carta dipinta, Murakami lanciava palle intinte nell’inchiostro. Tutti volevano trasformare l’atto artistico in una performance trasgressiva e ludica.
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Figura importantissima nel gruppo è quella di Shozo Shimamoto (Giappone, 1928). La sua ricerca di originalità e di autenticità rispetto a tutti i modelli d'arte preesistenti,lo porta a realizzare un numero incredibile di "esperimenti", per ciascuno dei quali ha prodotto dozzine di opere che ha diviso in tre gruppi principali: " le indegne", "le buone", "le preoccupanti" (di cui conserva solo quest'ultime).  Il suo stile prende forma dalla considerazione aperta dell'opera. La pittura è al servizio dei materiali, come l'olio o lo smalto, è la prassi di scoperta e valorizzazione delle loro qualità intrinseche. <br>
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Egli cerca di fare quello che nessuno aveva ancora fatto, produrre un'arte mai esistita e questo lo porterà, insieme agli altri esponenti del gruppo Gutai a dar luogo a delle mostre di pittura informale e sperimentale e a delle esposizioni all'aperto, dove gli artisti realizzano diverse azioni e creano installazioni nello spazio urbano e nei parchi. 
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Altra figura importantissima all'interno del gruppo Gutai è Tanaka Atsuko (Osaka, 1932) la quale inizialmente si unisce al Gruppo Zero. La sua arte è ispirata all'elettricità, elabora e dipinge una sequenza di lampadine e di colori con trama filiforme.
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Il suo lavoro più conosciuto è sicuramente "Electric Dress" del 1956, una specie di burqua fatto con luci al neon e lampadine che indossò in una performance. L'ispirazione le venne guardando l'insegna luminosa di una farmacia. L'opera si accendeva a tratti, dando l'impressione di una figura aliena. Secondo il Gruppo Gutai quest'opera rappresentava la rapida trasformazione e urbanizzazione post guerra in Giappone. Nel 2000 i suoi lavori vennero richieste per numerose esposizioni sia in Giappone (Kyoto, Nagoya, Tokyo..) che all'estero (America, Europa) 
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==Poetica:==
 
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le azioni eseguite con i vari materiali, oggetti, acqua, fango, colore vengono sublimati dallo spirito che infonde vita alle opere.
 
le azioni eseguite con i vari materiali, oggetti, acqua, fango, colore vengono sublimati dallo spirito che infonde vita alle opere.
 
Spazio, materia e corpo affermano la loro identità e la propria esistenza.
 
Spazio, materia e corpo affermano la loro identità e la propria esistenza.
Le esplosioni di colore sulle tele, le carte o le stoffe, diventano gorghi improvvisi ma mai improvvisati, sunto di performance dell'Artista tra calligrafismo e violenza gestuale.
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Quello che in assoluto attira il Gruppo Gutai è il materiale per fare arte, e non accettano le arti passate in quanto, nella loro visione, ricolme di falsità, di significati sbagliati. I materiali, secondo il gruppo Gutai devono rappresentare sè stessi, non prendere nuovi significati e diventare ciò che non sono in realtà. Attribuendo significati diversi ai materiali, gli artisti passati li uccidevano, annientando la loro natura intrinseca. Altro particolare importantissimo nell'arte Gutai è lo 'spirito' dell'opera d'arte che và di pari passo con la materia, uno non assimila l'altro. Se materiali e spirito vengono presentati così come sono, essi comunicano qualcosa, ma se l'artista cerca di conferirgli un significato diverso da quello a loro attribuito per natura, immancabilmente essi vengono annientati.
La ricerca per uno sconosciuto, originale mondo risulta in numerosi loro lavori. Dalle rovine, dal degrado causato dalla guerra Gutai è riuscito a
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trovare il modo per lasciare il segno con gesti artistici unici.
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L'arte Gutai non è mai improvvisata, comunque, dietro ogni segno c'è uno studio lungo e accurato.
Gli artisti Gutai vogliono rimuovere ogni equivoco estetico, porre l'accento sull'esecuzione dell'opera ma non liberare la superficie dal colore
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Dal degrado della guerra essi sono riusciti a creare un'arte unica che ha lasciato il segno nel mondo artistico.
o dalla macchia.
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Gutai carica l'intervento pittorico di una speciale forza che tende a risolvere l'oggetto nell'azione, a dilatare il significato e la possibile portata espressiva del materiale ponendolo in relazione con il corpo dell'artista.
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Per questo, in area Gutai, non c'è compiacimento. L'opera va intesa non come sublime compimento di una ricerca estetica e linguistica ma come testimonianza, profondamente concreta e per così dire vissuta, di un accadimento traumatico, portatore e foriero di "altro" esistente: altro da pensare, da toccare e da sentire.  
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La prima mostra Gutai si ebbe nel ’55 a Tokyo. Shiraga si rotolò nel fango bagnato ("Sfida contro il fango), Murakami si buttò contro una fila di schermi di carta che rimandavano a quell'icona dell'architettura giapponese che sono le pareti di carta ("Passaggio").
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A partire dal ’57 Gutai montò delle grandiose mostre audiovisive: le principali caratteristiche erano la predilezione per il grottesco e un atteggiamento aggressivo nei confronti del pubblico.
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La seconda mostra (’56) fu un’esposizione come grande parco dei divertimenti: aleggiava un senso di gioco, ma anche un interesse per i nuovi materiali. Un caso esemplare fu "Abito elettrico" di Atsuko Tanaka: lampadine incandescenti e tubi a neon colorati con i quali si avvolse per l’inaugurazione.
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Nel ’58 Gutai fu presentato alla galleria di Martha Jackson di New York e fu un fallimento. In quel periodo ormai gli artisti del gruppo si concentravano sulla pittura, su consiglio del critico francese Michel Tapié. Questa fu la loro rovina.
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Nel ’72 il gruppo si sciolse.
  
 
==Opere:==
 
==Opere:==
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L’opera è un groviglio di cavi, tubi e bulbi luminosi, coloratissimi, da
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* L’opera è un groviglio di cavi, tubi e bulbi luminosi, coloratissimi, da indossare come il costume di una supereroina manga, di una regina fotonica, di una donna bionica o di tutto un viavai di personaggi che richiamano inconfondibilmente il mondo dei mass-media, da cui Tanaka trasse spunto per quest'opera.
indossare come il costume di una supereroina manga, di una regina fotonica, di una
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donna bionica o di tutto un viavai di personaggi che richiamano inconfondibilmente il
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Intorno al 1950 Shimamoto creò una serie di lavori bucando la superficie della tela. Questo lavoro non è il risultato di uno studio attento, ma di pura casualità.
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* Intorno al 1950 Shimamoto creò una serie di lavori bucando la superficie della tela. Questo lavoro non è il risultato di uno studio attento, ma di pura casualità.
 
A quel tempo, per risparmiare soldi, Shimamoto usò le pagine di giornale incollate insieme al posto della tela,  ma un giorno ne bucò la superficie per sbaglio.Invece
 
A quel tempo, per risparmiare soldi, Shimamoto usò le pagine di giornale incollate insieme al posto della tela,  ma un giorno ne bucò la superficie per sbaglio.Invece
di buttar via il lavoro lo mostrò a Jiro Yoshihara che lo apprezzò grandemente. Interessante che in Italia nello stesso periodo Fontana stava producendo la serie di "Tagli" che continuò a studiare per tutta la vita, al contrario di Shimamoto, che abbandonò subito questo stile per dirigersi verso l'action painting.<br>
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di buttar via il lavoro lo mostrò a Jiro Yoshihara che lo apprezzò grandemente. Interessante che in Italia nello stesso periodo Fontana stava producendo la serie di "Tagli" che continuò a studiare per tutta la vita, al contrario di Shimamoto, che abbandonò subito questo stile per dirigersi verso l'action painting.<br><br>
 
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==Bibliografia:==
 
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Françoise Bonnefoy; Sarah Clément; Isabelle Sauvage; Galerie nationale du jeu de paume (France).  
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* Françoise Bonnefoy; Sarah Clément; Isabelle Sauvage; Galerie nationale du jeu de paume (France).  
 
Gutai (Paris : Galerie nationale du jeu de paume : Réunion des musées nationaux, 1999) ISBN 2908901684 9782908901689
 
Gutai (Paris : Galerie nationale du jeu de paume : Réunion des musées nationaux, 1999) ISBN 2908901684 9782908901689
 
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Alexandra Munroe; Yokohama Bijutsukan.; Solomon R. Guggenheim Museum.; San Francisco Museum of Modern Art.  
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* Alexandra Munroe; Yokohama Bijutsukan.; Solomon R. Guggenheim Museum.; San Francisco Museum of Modern Art.  
 
Japanese art after 1945 : scream against the sky'' [= 戦後日本の前衛美術空へ叫び /](New York : H.N. Abrams, 1994)
 
Japanese art after 1945 : scream against the sky'' [= 戦後日本の前衛美術空へ叫び /](New York : H.N. Abrams, 1994)
 
ISBN 0810935120 9780810935129 [contents include "Nam June Paik -- To challenge the mid-summer sun : the Gutai group"]
 
ISBN 0810935120 9780810935129 [contents include "Nam June Paik -- To challenge the mid-summer sun : the Gutai group"]
 
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Michel Tapié. L'aventure informelle (according to Worldcat "Details" information: "Other Titles: Gutaï.")  
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* Michel Tapié. L'aventure informelle (according to Worldcat "Details" information: "Other Titles: Gutaï.")  
 
(Nishinomiya, Japan, S. Shimamoto, 1957) OCLC 1194658
 
(Nishinomiya, Japan, S. Shimamoto, 1957) OCLC 1194658
 
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Tiampo, Ming. Gutai and Informel Post-war art in Japan and France, 1945--1965. (Worldcat link: [1]) (Dissertation Abstracts International, 65-01A) ISBN 0496660470 9780496660476
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* Tiampo, Ming. Gutai and Informel Post-war art in Japan and France, 1945--1965. (Worldcat link: [1]) (Dissertation Abstracts International, 65-01A) ISBN 0496660470 9780496660476
 
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Jirō Yoshihara; Shōzō Shimamoto; Michel Tapié; Gutai Bijutsu Kyōkai. Gutai [= 具体] (具体美術協会, Nishinomiya-shi : Gutai  
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* Jirō Yoshihara; Shōzō Shimamoto; Michel Tapié; Gutai Bijutsu Kyōkai. Gutai [= 具体] (具体美術協会, Nishinomiya-shi : Gutai  
 
Bijutsu Kyōkai, 1955-1965) [Japanese : Serial Publication : Periodical] OCLC 53194339 [Worldcat "Other titles"  
 
Bijutsu Kyōkai, 1955-1965) [Japanese : Serial Publication : Periodical] OCLC 53194339 [Worldcat "Other titles"  
 
information: Gutai art exhibition, Aventure informelle, International art of a new era, U.S.A., Japan, Europe,  
 
information: Gutai art exhibition, Aventure informelle, International art of a new era, U.S.A., Japan, Europe,  
 
International Sky Festival, Osaka, 1960]
 
International Sky Festival, Osaka, 1960]
 
 
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* H. Foster, R. Krauss, Y. A. Bois, B. H. D. Buchloh. Arte dal 1900. 2006, Zanichelli, Bologna.
  
 
==Webliografia:==
 
==Webliografia:==
http://en.wikipedia.org/wiki/Gutai<br>
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* http://en.wikipedia.org/wiki/Gutai<br>
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* http://www.gospark.it<br>
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* http://mauriziocattelan.altervista.org<br>
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* http://www.arte.go.it/index.html<br>
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* http://www.nipponico.com<br>
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* http://www.livejournal.com/gutaigroup<br><br>
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* http://www.ashiya-web.or.jp/museum/en/103education/nyumon_us/manifest_us.htm (Intero testo del manifesto Gutai in lingua inglese)
  
  
 
[[categoria:scheda]]
 
[[categoria:scheda]]
[[categoria:Gruppo Gutai]]
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[[categoria:Gutai]]
 
[[categoria:1954 d.c.]]
 
[[categoria:1954 d.c.]]
 
[[categoria:Giappone]]
 
[[categoria:Giappone]]
[[categoria:Arte moderna]]
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[[categoria:Precursori]]
 
[[categoria:Arte programmata]]
 
[[categoria:Arte programmata]]

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Personaggio o Gruppo:

Gutai (o anche Gutaj"avanguardia sotto il cielo")

Esponenti principali:
I maggiori esponenti del Gutai furono Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto (fondatori del gruppo) ai quali si unirono poi successivamente numerosi artisti quali: Kagaku Murakami, Kazuo Shiraga, Atsuko Tanaka, Sadamasa Motonaga, Akira Kanayama, Michio Yoshibara, Toshio Yoshida.

Biografia

Luogo:
Osaka, 1954.

Storia:

La cultura orientale rimase per molto tempo in disparte rispetto alla scena artistica modiale, fino al Dopoguerra, anni in cui la curiosità per il mondo orientale, Giappone in particolar modo, crebbe. Questo interesse aumentò anche grazie alle opere del Gruppo Gutai, o "avanguardia sotto il cielo" in conseguenza della loro abitudine di allestire mostre all'aperto. Fortemente ispirato allo spirito zen, con influenze occidentali dell'informale, il gruppo cerca di recuperare quei valori che furono distrutti dalla seconda guerra mondiale.

La prima esposizione di Gutai in Giappone segna la diffusione dell’arte modernista nei media e la sua reinterpretazione da parte di artisti fuori dagli Stati Uniti e dall’Europa, esemplificata anche dalla nascita del gruppo neoconcretista in Brasile.

La loro arte comprende varie "tecniche" quali pittura, il calligrafismo, ma anche performance e azioni, opere teatrali e improvvisazioni che hanno come requisito necessario un forte coinvolgimento del pubblico, ricercano insomma il superamento dell'arte attaverso lo sperimentalismo.
Queste loro forme espressive anticipano il Fluxus, l'happening, l'azionismo, l'espressionismo americano e l'action painting. Arte che cerca di diventare un modo per scoprire l'Io, in cui spirito e materia si fondono insieme. Nelle loro opere spazio, materia e corpo affermano liberamente la propria identità e esistenza, tramite una forza espressiva e drammaticità uniche ma mai casuali.
L'arte Gutai usa la materia, non la cambia ma la porta in vita, non la falsifica, ma si fonde con lo spirito umano anch se sono opposte. La materia non viene assorbita dallo spirito, lo spirito non forza alla sottomissione la materia. Lasciando la materia così com'è, presentata semplicemente come materia, essa inizierà a "dire qualcosa e parlare".

I giovani artisti del Gutai raccolti intorno a Jiro Yoshihara furono ispirati dalle fotografie delle opere di Pollock. Yoshihara era interessato alla performance e al teatro, e il suo ruolo fu importante nella definizione dell’attività del gruppo. Gli artisti del Gutai colsero degli aspetti dell’arte di Pollock che gli occidentali colsero solo 15 anni dopo. Essi cercarono di interpretare alla lettera ciò che diceva Rosenberg, e cioè che la tela espressionista era un’arena per l’azione: Shiraga iniziò a dipingere con i piedi (radicalizzazione dell’orizzontalità), Shimamoto praticava buchi su scherzi di carta dipinta, Murakami lanciava palle intinte nell’inchiostro. Tutti volevano trasformare l’atto artistico in una performance trasgressiva e ludica.

Figura importantissima nel gruppo è quella di Shozo Shimamoto (Giappone, 1928). La sua ricerca di originalità e di autenticità rispetto a tutti i modelli d'arte preesistenti,lo porta a realizzare un numero incredibile di "esperimenti", per ciascuno dei quali ha prodotto dozzine di opere che ha diviso in tre gruppi principali: " le indegne", "le buone", "le preoccupanti" (di cui conserva solo quest'ultime). Il suo stile prende forma dalla considerazione aperta dell'opera. La pittura è al servizio dei materiali, come l'olio o lo smalto, è la prassi di scoperta e valorizzazione delle loro qualità intrinseche.
Egli cerca di fare quello che nessuno aveva ancora fatto, produrre un'arte mai esistita e questo lo porterà, insieme agli altri esponenti del gruppo Gutai a dar luogo a delle mostre di pittura informale e sperimentale e a delle esposizioni all'aperto, dove gli artisti realizzano diverse azioni e creano installazioni nello spazio urbano e nei parchi.
Altra figura importantissima all'interno del gruppo Gutai è Tanaka Atsuko (Osaka, 1932) la quale inizialmente si unisce al Gruppo Zero. La sua arte è ispirata all'elettricità, elabora e dipinge una sequenza di lampadine e di colori con trama filiforme. Il suo lavoro più conosciuto è sicuramente "Electric Dress" del 1956, una specie di burqua fatto con luci al neon e lampadine che indossò in una performance. L'ispirazione le venne guardando l'insegna luminosa di una farmacia. L'opera si accendeva a tratti, dando l'impressione di una figura aliena. Secondo il Gruppo Gutai quest'opera rappresentava la rapida trasformazione e urbanizzazione post guerra in Giappone. Nel 2000 i suoi lavori vennero richieste per numerose esposizioni sia in Giappone (Kyoto, Nagoya, Tokyo..) che all'estero (America, Europa)


Poetica:

Yoshihara scrisse il manifesto del gruppo Gutai, che venne pubblicato nel giornale artistico "Geijutsu Shincho" nel 1956. Queste alcune parti del manifesto:
"Con la nostra presente consapevolezza, le arti che abbiamo conosciuto ci appaiono ora false e colme di tremenda finzione. Vogliamo allontanarci da questi oggetti di cui altari, palazzi, saloni e negozi antichi sono pieni. Questi oggetti sono sotto mentite spoglie e i loro materiali come la pittura, pezzi di stoffa, metalli, pietra e marmo sono ricolmi di falsi significati dati dalle mani umane e invece di presentarsi con i loro materiali, prendono l'apparenza di altro. Sotto le spoglie di uno scopo intellettuale, i materiali sono stati completamente uccisi e non possono più comunicarci nulla. Chiudete questi resti nelle loro tombe. L'arte Gutai non cambia i materiali ma li porta in vita. L'arte Gutai non falsifica i materiali. Nell'arte Gutai lo spirito umano e i materiali si combinano tra di loro anche se sono opposti uno all'altro. I materiali non sono assorbiti dallo spirito. Lo spirito non costringe i materiali ad una sottomissione. Se uno lascia i materiali cosi come sono, presentandoli come tali, essi riescono a comunicarci qualcosa. Mantenere in vita i materiali significa tenere lo spirito vivo e innalzare lo spirito significa portare i materiali all'altezza di quest'ultimo.
L'arte è la casa dello spirito, ma mai prima d'ora lo spirito ha creato il materiale. Lo spirito fino ad adesso ha sempre e solo creato qualcosa di spirituale. Certamente lo spirito ha sempre riempito l'arte con vita, ma questa vita morirà non appena cambieranno i tempi Di tutta la magnifica vita esistita nell'arte Rinascimentale, solo pochi resti archeologici ci sono rimasti. Quello che tiene ancora questa vitalità, anche se passiva, è l'arte primitiva o l'arte creata dopo gli Impressionisti. Ma ormai non creano più nessun tipo di profonda emozione in noi, appartengono al passato.
L'arte Gutai dà moltissima importanza a quei passi azzardati che portano verso mondi sconosciuti e inesplorati. Qualche volta, erroneamente e a prima vista, ci possono comparare al Dadaismo, e noi stessi riconosciamo interamente le conquiste Dadaiste. Ma noi pensiamo differentemente, in contrasto con il Dadaismo, i nostri lavori sono il risultato di una ricerca di possibilità per portare il materiale in vita. Speriamo sempre che le nostre esibizioni Gutai abbiano sempre uno spirito fresco e che la scoperta di nuova vita aiuterà i materiali a risorgere."

L'arte Gutai è quindi atto di scoperta dell'Io, in cui lo spirito umano, le sue aspirazioni e la materia si fondono insieme. Non solo la pittura, ma anche le azioni eseguite con i vari materiali, oggetti, acqua, fango, colore vengono sublimati dallo spirito che infonde vita alle opere. Spazio, materia e corpo affermano la loro identità e la propria esistenza. Quello che in assoluto attira il Gruppo Gutai è il materiale per fare arte, e non accettano le arti passate in quanto, nella loro visione, ricolme di falsità, di significati sbagliati. I materiali, secondo il gruppo Gutai devono rappresentare sè stessi, non prendere nuovi significati e diventare ciò che non sono in realtà. Attribuendo significati diversi ai materiali, gli artisti passati li uccidevano, annientando la loro natura intrinseca. Altro particolare importantissimo nell'arte Gutai è lo 'spirito' dell'opera d'arte che và di pari passo con la materia, uno non assimila l'altro. Se materiali e spirito vengono presentati così come sono, essi comunicano qualcosa, ma se l'artista cerca di conferirgli un significato diverso da quello a loro attribuito per natura, immancabilmente essi vengono annientati.

L'arte Gutai non è mai improvvisata, comunque, dietro ogni segno c'è uno studio lungo e accurato. Dal degrado della guerra essi sono riusciti a creare un'arte unica che ha lasciato il segno nel mondo artistico.



Example.jpg==Sito Web==

http://gutai.org/


Mostre:

La prima mostra Gutai si ebbe nel ’55 a Tokyo. Shiraga si rotolò nel fango bagnato ("Sfida contro il fango), Murakami si buttò contro una fila di schermi di carta che rimandavano a quell'icona dell'architettura giapponese che sono le pareti di carta ("Passaggio"). A partire dal ’57 Gutai montò delle grandiose mostre audiovisive: le principali caratteristiche erano la predilezione per il grottesco e un atteggiamento aggressivo nei confronti del pubblico. La seconda mostra (’56) fu un’esposizione come grande parco dei divertimenti: aleggiava un senso di gioco, ma anche un interesse per i nuovi materiali. Un caso esemplare fu "Abito elettrico" di Atsuko Tanaka: lampadine incandescenti e tubi a neon colorati con i quali si avvolse per l’inaugurazione. Nel ’58 Gutai fu presentato alla galleria di Martha Jackson di New York e fu un fallimento. In quel periodo ormai gli artisti del gruppo si concentravano sulla pittura, su consiglio del critico francese Michel Tapié. Questa fu la loro rovina. Nel ’72 il gruppo si sciolse.

Opere:

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  • L’opera è un groviglio di cavi, tubi e bulbi luminosi, coloratissimi, da indossare come il costume di una supereroina manga, di una regina fotonica, di una donna bionica o di tutto un viavai di personaggi che richiamano inconfondibilmente il mondo dei mass-media, da cui Tanaka trasse spunto per quest'opera.














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  • Intorno al 1950 Shimamoto creò una serie di lavori bucando la superficie della tela. Questo lavoro non è il risultato di uno studio attento, ma di pura casualità.

A quel tempo, per risparmiare soldi, Shimamoto usò le pagine di giornale incollate insieme al posto della tela, ma un giorno ne bucò la superficie per sbaglio.Invece di buttar via il lavoro lo mostrò a Jiro Yoshihara che lo apprezzò grandemente. Interessante che in Italia nello stesso periodo Fontana stava producendo la serie di "Tagli" che continuò a studiare per tutta la vita, al contrario di Shimamoto, che abbandonò subito questo stile per dirigersi verso l'action painting.



























Bibliografia:

  • Françoise Bonnefoy; Sarah Clément; Isabelle Sauvage; Galerie nationale du jeu de paume (France).

Gutai (Paris : Galerie nationale du jeu de paume : Réunion des musées nationaux, 1999) ISBN 2908901684 9782908901689

  • Alexandra Munroe; Yokohama Bijutsukan.; Solomon R. Guggenheim Museum.; San Francisco Museum of Modern Art.

Japanese art after 1945 : scream against the sky [= 戦後日本の前衛美術空へ叫び /](New York : H.N. Abrams, 1994) ISBN 0810935120 9780810935129 [contents include "Nam June Paik -- To challenge the mid-summer sun : the Gutai group"]

  • Michel Tapié. L'aventure informelle (according to Worldcat "Details" information: "Other Titles: Gutaï.")

(Nishinomiya, Japan, S. Shimamoto, 1957) OCLC 1194658

  • Tiampo, Ming. Gutai and Informel Post-war art in Japan and France, 1945--1965. (Worldcat link: [1]) (Dissertation Abstracts International, 65-01A) ISBN 0496660470 9780496660476


  • Jirō Yoshihara; Shōzō Shimamoto; Michel Tapié; Gutai Bijutsu Kyōkai. Gutai [= 具体] (具体美術協会, Nishinomiya-shi : Gutai

Bijutsu Kyōkai, 1955-1965) [Japanese : Serial Publication : Periodical] OCLC 53194339 [Worldcat "Other titles" information: Gutai art exhibition, Aventure informelle, International art of a new era, U.S.A., Japan, Europe, International Sky Festival, Osaka, 1960]

  • H. Foster, R. Krauss, Y. A. Bois, B. H. D. Buchloh. Arte dal 1900. 2006, Zanichelli, Bologna.

Webliografia: