Himanen Pekka: differenze tra le versioni

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Il professor Himanen Pekka è uno dei ricercatori più conosciuto al mondo dell'era dell'informazione, i cui lavori sono stati pubblicati in 20 lingue dall'Asia all'America. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia come il più giovane dottore di sempre in Finlandia all'età di 20 anni (all'Università di Helsinki nel 1994), Himanen si spostò per la sua prima ricerca in Inghilterra e poi in California (alla Stanford University e all'Unviersità della California, Berkeley). La sua opera più famosa è senz'altro The Hacker Ethic (2001). Come segno del suo impatto, i lavori di Himanen sono stati premiati con insigniti con notevoli presi come il "World Economic Forum's respected Global Leader for Tomorrow Award", nel 2003. Himanen ha avuto un importante ruolo nell'analisi dell'attuale società politica informatica. Himanen è spesso intervistato dai media in tutto il mondo, dai programmi TV ai giornali. E' stato autore di numerosi articoli.
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== OPERE ==
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- Pekka H. (2001), L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione;
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- The Information Society and the Welfare State (2002), in collaborazione con il Professor Manuel Castells.
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http://www.pekkahimanen.org
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Per parlare del pensiero di Pekka, è utile prendere in considerazione la sua opera più famosa ed importante, "L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazione". Già fin dal titolo, che vuole ricalcare quello di un'opera di Max Weber "L'etica protestante e lo spirito del Capitalismo", l'autore mette in scena l'affermarsi di un nuovo modello di etica, che starebbe emergendo in connessione all'affermarsi di una serie di mutamenti significativi; l'etica del lavoro e del denaro, che sono propri del pensiero protestante (contributo decisivo alla nascita e all'affermarsi del capitalismo, per Weber), viene sostituita con altri valori che, nati dal mondo dell'hacking, si starebbero diffondendo in ambiti sempre più estesi della nostra società, soprattutto in relazione al passaggio ad un nuovo paradigma tecnologico. Secondo Himanen Pekka ogni transazione storica è legata allo sviluppo e al diffondersi di un nuovo tipo di tecnologia che comporterebbe, all'interno di una determinata società, la riorganizzazione intorno a quest'ultima innovazione dell'intera gamma delle tecnologie disponibili, accrescendo al contempo le performance di ciascuna di esse. Il paradigma tecnologico attuale - informazionalismo - si caratterizza non tanto per la centralità che viene giocata dall'informazione, ma per l'accresciuta capacità umana nell'elaborazione di questa informazione.
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Ma questo mutamento di paradigma, non si è automaticamente tradotto in un mutamento anche nei valori espressi dalla società nata da questa transizione; in verità ha continuato a funzionare secondo la logica dell'etica precedente. Anzil, la società dell'informazionismo ha rappresentato per molti versi il compimento più puro ed essenziale dei principi dell'etica capitalista.
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La proposta che viene allora discussa è quella di un diverso atteggiamento nei confronti tanto del lavoro che del denaro, ed implicante una diversa concettualizzazione della collettività, come emerge, ad esempio, con gli hackers.
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Pekka, chiarisce per prima cosa la distinzioen tra hacker e cracker, intendendo solamente questi ultimi i responsabili dei più frequenti crimini informatici. Successivamente Pekka passa in rassegna i valori dell'etica hacker. Il concetto centrale risulta essere quello della creatività, ovvero "[...] l'uso immaginativo delle proprie capacità, il continuo sorprendente superarsi e il donare al mondo un nuovo contributo che abbia un reale valore" (p. 108), che si estrinseca per prima cosa nella passione - atteggiamento di dedizione ad un progetto che caratterizza la disposizione hacker verso il lavoro - . Ecco che proprio questa passione porta ad un superamento della divisione tra tempo lavorativo e il tempo libero: l'hacker si autorganizza la propria vita sulla base delle personali esigenze e così facendo sfugge ad una organizzazione ripetitica e cadenzata della giornata. Ecco che il consacrarsiu ad un progetto può portare un hacker a lavorare nel cuore della notte e anche per giorni interi, ma per propria libera scelta, non per imposizione. Ecco che allora anche la libertà si presenta come un pilastro fondamentale dell'etica hacker del lavoro.
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Ciò che attira l'hacker non è tanto il denaro, quanto il valore sociale di ciò che sta compiendo, la possibilità di fare qualcosa di positivo che abbia un valore per la comunità, che possa essere condiviso sulla base del valore dell'apertura.
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La parte finale del testo, vede Pekka impegnato a riflettere attorno al concetti di netica, che si sviluppa dalla riflessione attorno ai diritti fondamentali del cyberspazio: libertà di parola, privacy, censura, accesso alla rete. Tradotti in valori questi diritti corrisponderebbero all'attività, ossia la completa libertà di espressione di ognuno al fine di porsi come soggetto attivo all'interno della comunità; ma corrisponderebbe anche alla caring, ovvero alla responsabilità verso la possibilità di accesso di tutti al network, in opposizione tanto alla passività quanto al principio di esclusione che, secondo l'autore, caratterizzerebbero il funzionamento della nostra società.
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Infine, in un'intervista, Pekka risponde così a questa domanda: "Ma il concetto dell'open source non comporta il rischio che informazioni fondamentali finiscano nelle mani sbagliate?"; Pekka: "Esiste questo rischio, si. Ma nell'open source ci sono anche maggiori probabilità che il sistema riesca a sviluppare da solo i propri anticorpi. E almeno non rischierà mai di generare falsi sensi di sicurezza".
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http://www.pekkahimanen.org
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http://www.feltrinelli.it/SchedaLibro?id_volume
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http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/011110d.htm

Revisione 19:26, 8 Ott 2005

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HIMANEN PEKKA

BIOGRAFIA

Il professor Himanen Pekka è uno dei ricercatori più conosciuto al mondo dell'era dell'informazione, i cui lavori sono stati pubblicati in 20 lingue dall'Asia all'America. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia come il più giovane dottore di sempre in Finlandia all'età di 20 anni (all'Università di Helsinki nel 1994), Himanen si spostò per la sua prima ricerca in Inghilterra e poi in California (alla Stanford University e all'Unviersità della California, Berkeley). La sua opera più famosa è senz'altro The Hacker Ethic (2001). Come segno del suo impatto, i lavori di Himanen sono stati premiati con insigniti con notevoli presi come il "World Economic Forum's respected Global Leader for Tomorrow Award", nel 2003. Himanen ha avuto un importante ruolo nell'analisi dell'attuale società politica informatica. Himanen è spesso intervistato dai media in tutto il mondo, dai programmi TV ai giornali. E' stato autore di numerosi articoli.

OPERE

MUSEI

BIBLIOGRAFIA

- Pekka H. (2001), L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione; - The Information Society and the Welfare State (2002), in collaborazione con il Professor Manuel Castells.

SITO WEB

http://www.pekkahimanen.org

POETICA

Per parlare del pensiero di Pekka, è utile prendere in considerazione la sua opera più famosa ed importante, "L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazione". Già fin dal titolo, che vuole ricalcare quello di un'opera di Max Weber "L'etica protestante e lo spirito del Capitalismo", l'autore mette in scena l'affermarsi di un nuovo modello di etica, che starebbe emergendo in connessione all'affermarsi di una serie di mutamenti significativi; l'etica del lavoro e del denaro, che sono propri del pensiero protestante (contributo decisivo alla nascita e all'affermarsi del capitalismo, per Weber), viene sostituita con altri valori che, nati dal mondo dell'hacking, si starebbero diffondendo in ambiti sempre più estesi della nostra società, soprattutto in relazione al passaggio ad un nuovo paradigma tecnologico. Secondo Himanen Pekka ogni transazione storica è legata allo sviluppo e al diffondersi di un nuovo tipo di tecnologia che comporterebbe, all'interno di una determinata società, la riorganizzazione intorno a quest'ultima innovazione dell'intera gamma delle tecnologie disponibili, accrescendo al contempo le performance di ciascuna di esse. Il paradigma tecnologico attuale - informazionalismo - si caratterizza non tanto per la centralità che viene giocata dall'informazione, ma per l'accresciuta capacità umana nell'elaborazione di questa informazione. Ma questo mutamento di paradigma, non si è automaticamente tradotto in un mutamento anche nei valori espressi dalla società nata da questa transizione; in verità ha continuato a funzionare secondo la logica dell'etica precedente. Anzil, la società dell'informazionismo ha rappresentato per molti versi il compimento più puro ed essenziale dei principi dell'etica capitalista. La proposta che viene allora discussa è quella di un diverso atteggiamento nei confronti tanto del lavoro che del denaro, ed implicante una diversa concettualizzazione della collettività, come emerge, ad esempio, con gli hackers. Pekka, chiarisce per prima cosa la distinzioen tra hacker e cracker, intendendo solamente questi ultimi i responsabili dei più frequenti crimini informatici. Successivamente Pekka passa in rassegna i valori dell'etica hacker. Il concetto centrale risulta essere quello della creatività, ovvero "[...] l'uso immaginativo delle proprie capacità, il continuo sorprendente superarsi e il donare al mondo un nuovo contributo che abbia un reale valore" (p. 108), che si estrinseca per prima cosa nella passione - atteggiamento di dedizione ad un progetto che caratterizza la disposizione hacker verso il lavoro - . Ecco che proprio questa passione porta ad un superamento della divisione tra tempo lavorativo e il tempo libero: l'hacker si autorganizza la propria vita sulla base delle personali esigenze e così facendo sfugge ad una organizzazione ripetitica e cadenzata della giornata. Ecco che il consacrarsiu ad un progetto può portare un hacker a lavorare nel cuore della notte e anche per giorni interi, ma per propria libera scelta, non per imposizione. Ecco che allora anche la libertà si presenta come un pilastro fondamentale dell'etica hacker del lavoro. Ciò che attira l'hacker non è tanto il denaro, quanto il valore sociale di ciò che sta compiendo, la possibilità di fare qualcosa di positivo che abbia un valore per la comunità, che possa essere condiviso sulla base del valore dell'apertura. La parte finale del testo, vede Pekka impegnato a riflettere attorno al concetti di netica, che si sviluppa dalla riflessione attorno ai diritti fondamentali del cyberspazio: libertà di parola, privacy, censura, accesso alla rete. Tradotti in valori questi diritti corrisponderebbero all'attività, ossia la completa libertà di espressione di ognuno al fine di porsi come soggetto attivo all'interno della comunità; ma corrisponderebbe anche alla caring, ovvero alla responsabilità verso la possibilità di accesso di tutti al network, in opposizione tanto alla passività quanto al principio di esclusione che, secondo l'autore, caratterizzerebbero il funzionamento della nostra società. Infine, in un'intervista, Pekka risponde così a questa domanda: "Ma il concetto dell'open source non comporta il rischio che informazioni fondamentali finiscano nelle mani sbagliate?"; Pekka: "Esiste questo rischio, si. Ma nell'open source ci sono anche maggiori probabilità che il sistema riesca a sviluppare da solo i propri anticorpi. E almeno non rischierà mai di generare falsi sensi di sicurezza".

WEBLIOGRAFIA

http://www.pekkahimanen.org

http://www.swif.uniba.it/lei/recensioni/crono/2002-04/himanen.htm

http://www.feltrinelli.it/SchedaLibro?id_volume

http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/011110d.htm