Internazionale situazionista

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Genere o movimento artistico:

Internazionale situazionista

Personaggi o Gruppi:

Debord Guy, Raoul Vanegeim, Pinot Gallizzio, Costant.

==Luogo:== Cosio D’arroscia 28 luglio 1957.


Storia:

*S(i)t(u)oria e azione

L'internazionale Situazionista ( abbreviato I.S.) nasce nel 1957 dall'unione di varie esperienze di carattere rivoluzionario (Lettrismo, gruppo Cobra, movimento immaginista) che hanno come elemento comune il superamento dell'arte. Uno dei caratteri fondamentali dell' I.S . è quello della rottura contro l'establishment artistico, il mercato dell'arte e i commerci che si nascondono dietro la cortina ideologica dell'eclettismo culturale. Alla base del situazionismo c'è la formulazione del concetto di "situazione", intesa come "costruzione concreta di ambienti momentanei della vita, dove le parole "vita" e "ambiente" vanno intese nella maniera onnivora e totalizzante, interamente improntata al culto dell'effimero e dello spreco di libere energie vitali, immaginative e creative... in opposizione alla vecchia nozione finita e conclusa di opera" La situazione agisce in due direzioni, una ambientale (esterna) che prevede attraverso il riciclaggio di vecchie pratiche e strutture preesistenti la creazione di forme nuove (Dètournement), e che presto si allargherà alla dimensione degli oggetti industriali e dei paesaggi urbani, ed un'altra di carattere comportamentale (interna) esposta attraverso il culto del rischio e della sorpresa nel lasciarsi trascinare dagli eventi accidentali (Dèrive). La situazione diventa la pratica e la teoria fondante di un nuovo modo di costituire il procedimento artistico, che vede nella transitorietà degli atti il suo punto centrale, nella esaltazione dell'effimero una dichiarazione d'intenti. I situazionisti condannano senza appello la critica d'arte, accusandola di solidarietà con la borghesia, e di essere al servizio del capitale. La partecipazione all'I.S. non avviene tramite una iscrizione o una vicinanza filosifica ma può essere soltanto di natura attiva e deve corrispondere alle prospettive elaborate in comune, alla necessità di un'azione disciplinata, sia praticamente sia nelle prese di posizione pubbliche, l'attenzione dei situazionisti è sulla realizzazione di strumenti e di prospettive che si pongono al di là dell'arte, nascono così diverse forme di tecniche di condizionamento e straniamento:

la Pittura industriale, il quale intento è di inflazionare il valore artistico delle opere, realizzando decine di metri di tele pitturate;

la Psicogeografia che studia gli effetti dell'ambiente geografico esercita sul comportamento affettivo degli individui;

l'Urbanistica unitaria, che prevede un ruolo attivo dell'artista come costruttore materiale degli ambienti al fine di creare spazi di vita oltre il rigido funzionalismo degli architetti;

il Detournement è la pratica più famosa e più fortunata del gruppo, il nucleo sta nella perdita del significato originale di un elemento che unito ad altri ne crea uno nuovo modificando il concetto finale, una sorta di negazione dell'arte attraverso la comunicazione immediata di ogni nuovo elemento;

L'arte deve essere superata dalla situazione per permettere alle nuove pratiche di costruire il presente in modo rivoluzionario e liberatorio, così come è ora fare arte è allontanarsi dalla realtà è servire il mercato e la sua nicchia di vuoto elitarismo. Un utilizzo gioioso e sregolato delle proprie energie biologiche e mentali che attraverso i mezzi artistici situazionisti creano le condizioni di un superamento del concetto di arte, scavalcando l'immutabilità, facendosi vita.

*Critica e azione

L'I.S. nella sua storia,data la sua predisposizione a superare l'ambito della creazione artistica, ha agito sopratutto per parola scritta,dove esce fuori la propria natura social-rivoluzionaria impegnata nella critica del mondo capitalistico e delle sue mille declinazioni intente a togliere quanto di più prezioso l'uomo possiede;il tempo(tramite il lavoro) è la realtà(tramite lo spettacolo).

L'azione di intellettuali-filosofi come Raoul Vaneigem e Debord Guy entra nel cuore del sistema,vivisezionando la natura del quotidiano disumanizzato dall'onda barbarica del capitale. Nascono così la critica alla società dello spettacolo,contro la passività degenerativa dell'uomo,la critica agli specialismo alienanti,contro la specializzazione che riduce i costi e tempi di produzione,la critica contro il funzionalismo urbano,contro l'isolamento degli individui in nuclei pseudo-collettivi(casa,fabbrica)senza possibilità d'azione,etc.. Una protesta contro la società dei consumi,in cui l'elemento principale è la coscienza della realtà del sovvertimento. La sostanza della realtà contemporanea è la sopravvivenza,cioè la negazione della vita reale. Il sistema capitalistico ha creato un nuovo mondo di desideri e oggetti che allontanano dalla natura elementare e concreta del mondo,stabilendo un nuovo clima di insoddisfazione e insignificanza che la quantità dei prodotti non può lenire.Il torpore e la passività del nuovo stile di vita sottrae stimoli ed energie creative,che secondo l'I.S. deve essere superato attraverso l'utilizzo della "soggettività radicale",cioè accostandosi al mondo con le armi della soggettività e ricostruire tutto, a partire da se stessi,trasformando le qualità umane in valori reali.

Prendere ogni singolo aspetto della modernità e verificare quale grado di alienazione e irrealtà stà consumando l'uomo contemporaneo,in modo da opporre una realtà non utopica,ma bensì delle nuove pratiche che ristrutturano e rovesciano i rapporti tra realtà e immaginazione tra speranze individuali e movimenti storici.

Sulla scorta di queste premesse il movimento cresce e si sviluppa lungo tutto il corso degli anni '60 e trova nel Maggio 1968, a Parigi, il momento più alto di affermazione, laddove si incontreranno il desiderio di cambiamento dei giovani francesi e le teorie carnevalesche (ovviamente in senso rivoluzionario) e scandalose dei situazionisti. Dopo il maggio la popolarità del gruppo raggiunge livelli mai visti. Centinaia di persone si definiscono situazionisti senza aver la più pallida idea di cosa fosse l’Internazionale. Abituati ai gruppi di massa, essi desiderano semplicemente aderire. La sezione francese viene inondata di richieste. Debord lascia il posto di editore della rivista, disgustato da questa massa di ciechi ammiratori che chiama sprezzatamente pro-situ, ovvero i seguaci che si avvicinavano all’Internazionale aspettandosi di entrare a far parte di un movimento che non esisteva.

Bibliografia

  • Raccolta dei numeri della rivista, Internazionale situazionista 1958-69, Nautilus, Torino 1994.
  • G. Debord, La società dello spettacolo (1967)
  • R. Vaneigem, Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni, Malatempora, Roma 2001.
  • G. Marelli, L’Amara vittoria del situazionismo, Bfs Edizioni, Pisa 1996.
  • M. Perniola, I situazionisti, Castelvecchi, Roma 1998.
  • AA.VV., Situazionismo. Materiali per un’economia politica dell’immaginario, Massari, 1998.
  • M. Bandini, L’estetico, il politico, da Cobra all’Internazionale situazionista (1948-1957), Officina Edizioni, Roma 1977.


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