Merzbau: differenze tra le versioni

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Il ''Merzbau'' (letteralmente “costruzione Merz”) è l’opera più significativa e rappresentativa di [[Schwitters Kurt|Kurt Schwitters]], tanto che l’artista stesso la definì l’opera della sua vita.  
 
Quest’opera è presente nella vita dell’artista in modo quasi ininterrotto dal 1923 fino alla fine dei suoi giorni, nel 1948. Schwitters, infatti, iniziò dapprima la costruzione del Merzbau ad Hannover, nello studio della sua abitazione in Waldhausenstrasse 5, nel 1923 e vi lavorò incessantemente fino al 1937, anno della fuga in Norvegia. Qui, nei pressi di Oslo, nel 1937 inizia a lavorare alla seconda costruzione del Merzbau (''Haus am Bakken'').  
 
Quest’opera è presente nella vita dell’artista in modo quasi ininterrotto dal 1923 fino alla fine dei suoi giorni, nel 1948. Schwitters, infatti, iniziò dapprima la costruzione del Merzbau ad Hannover, nello studio della sua abitazione in Waldhausenstrasse 5, nel 1923 e vi lavorò incessantemente fino al 1937, anno della fuga in Norvegia. Qui, nei pressi di Oslo, nel 1937 inizia a lavorare alla seconda costruzione del Merzbau (''Haus am Bakken'').  

Revisione 17:25, 6 Feb 2007

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Il Merzbau di Hannover

Il Merzbau (letteralmente “costruzione Merz”) è l’opera più significativa e rappresentativa di Kurt Schwitters, tanto che l’artista stesso la definì l’opera della sua vita. Quest’opera è presente nella vita dell’artista in modo quasi ininterrotto dal 1923 fino alla fine dei suoi giorni, nel 1948. Schwitters, infatti, iniziò dapprima la costruzione del Merzbau ad Hannover, nello studio della sua abitazione in Waldhausenstrasse 5, nel 1923 e vi lavorò incessantemente fino al 1937, anno della fuga in Norvegia. Qui, nei pressi di Oslo, nel 1937 inizia a lavorare alla seconda costruzione del Merzbau (Haus am Bakken). Successivamente nel 1947, in Inghilterra, ad Ambleside, si dedicherà ad una terza ricostruzione, questa volta all’interno di un fienile, da cui il nome Merz Barn, fienile Merz. Quest’ultima è l’unica struttura delle tre rimasta ancora oggi, benché incompleta, dal momento che sia quella di Hannover sia quella norvegese sono andate distrutte, la prima durante un bombardamento aereo nel 1943, la seconda nel 1951 a causa di un incendio.


Il Merzbau di Hannover

Il Merzbau si presentava come uno spazio interno astratto, in cui pareti, soffitto e l’intero ambiente erano invasi da svariati oggetti e costruzioni. Schwitters iniziò la sua opera occupando lo studio della sua abitazione ad Hannover con una colonna centrale, la colonna della miseria erotica, che Schwitters aveva iniziato già nel 1920. Successivamente le colonne divennero tre e l’ambiente cominciò a proliferare in modo progressivo ma non ordinato. Il Merzbau presentava, infatti, una struttura casuale, senza un preciso ordine architettonico, e l’autore vi costruì persino delle “grotte”, dedicate sia ad artisti amici (vi era la grotta Theo van Doesburg, quella per Hans Arp, per Hannah Höch), sia a concetti di natura più o meno astratta (come la “grande grotta dell’amore”, piuttosto che la “cava dell’omicidio sessuale”). La composizione fisica della costruzione è la più svariata: vi si ritrovano oggetti di ogni genere, a testimonianza delle varie esperienze di vita dell’autore. Agli amici, ad esempio, Schwitters chiedeva di lasciare un elemento in ricordo della loro visita. Si vede così come il Merzbau viene a costituire una sorta di autobiografia dell’artista, dove egli racchiudeva, attraverso le varie costruzioni e i vari elementi, le sue esperienze e sensazioni. Divenne una rappresentazione labirintica della sua mente e questo è ciò che ne determina in modo più evidente la sua unicità e la conseguente difficoltà di una ricostruzione: sia da parte dei curatori del museo di Hannover, sia da parte dell’artista stesso.