Nelson Theodor H.: differenze tra le versioni

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Lo stesso Nelson concepì anche l’idea di '''Xanadu''', un sistema ipertestuale globale di lettura e pubblicazione di testi letterari. Ted Nelson si ricollegava direttamente ad alcuni concetti esposti da Vannevar Bush nel suo saggio del 1945, ''As we may think'', in cui presentava una macchina mai realizzata, il ''memex'', destinata alla gestione di documenti su microfilm e alla loro connessione su base associativa.
 
Lo stesso Nelson concepì anche l’idea di '''Xanadu''', un sistema ipertestuale globale di lettura e pubblicazione di testi letterari. Ted Nelson si ricollegava direttamente ad alcuni concetti esposti da Vannevar Bush nel suo saggio del 1945, ''As we may think'', in cui presentava una macchina mai realizzata, il ''memex'', destinata alla gestione di documenti su microfilm e alla loro connessione su base associativa.
Nel 1974, nel suo libro ''[[[[Computer Lib Dream Machines]][[Link title]]]]'', Nelson annunciava che Xanadu sarebbe stato pronto per il 1976. In ''Literary Machines'', pubblicato nel 1987, la data del completamento del progetto veniva posticipata al 1988. In effetti nel 1988 lo sviluppo di Xanadu ricevette un forte impulso a causa dell’acquisto del marchio Xanadu da parte di Autodesk, una importante software house; ma nel 1992 Autodesk si ritirò dall’impresa restituendo a Nelson il marchio. Da allora vi furono sviluppi e presentazioni pubbliche di singoli componenti del sistema, ma non molto di più: Nelson entrò in conflitto con buona parte del mondo accademico, industriale, economico statunitense che si disamorò di un progetto affascinante che prometteva tantissimo, ma che non produceva niente di usabile. Il progetto Xanadu rimase quindi un sogno, un’utopia, che si è però poi realizzata con la crescita di Internet e del World Wide Web. Il tema del libro elettronico, pur non essendo identificabile con nessun aspetto del pensiero di Nelson, ha radici che risalgono fino a lui; infatti gli e_book sono ipertestuali, stanno in librerie on_line da cui si scaricano per leggerli, pongono problemi di pagamento di diritti d’autore, rinnovano l’interesse per problemi legati alla proprietà intellettuale delle opere dell’ingegno: tutti temi che in varia forma e modo sono presenti negli scritti di Nelson.
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Nel 1974, nel suo libro ''[[Computer Lib Dream Machines]]'', Nelson annunciava che Xanadu sarebbe stato pronto per il 1976. In ''Literary Machines'', pubblicato nel 1987, la data del completamento del progetto veniva posticipata al 1988. In effetti nel 1988 lo sviluppo di Xanadu ricevette un forte impulso a causa dell’acquisto del marchio Xanadu da parte di Autodesk, una importante software house; ma nel 1992 Autodesk si ritirò dall’impresa restituendo a Nelson il marchio. Da allora vi furono sviluppi e presentazioni pubbliche di singoli componenti del sistema, ma non molto di più: Nelson entrò in conflitto con buona parte del mondo accademico, industriale, economico statunitense che si disamorò di un progetto affascinante che prometteva tantissimo, ma che non produceva niente di usabile. Il progetto Xanadu rimase quindi un sogno, un’utopia, che si è però poi realizzata con la crescita di Internet e del World Wide Web. Il tema del libro elettronico, pur non essendo identificabile con nessun aspetto del pensiero di Nelson, ha radici che risalgono fino a lui; infatti gli e_book sono ipertestuali, stanno in librerie on_line da cui si scaricano per leggerli, pongono problemi di pagamento di diritti d’autore, rinnovano l’interesse per problemi legati alla proprietà intellettuale delle opere dell’ingegno: tutti temi che in varia forma e modo sono presenti negli scritti di Nelson.
 
L’attività di Nelson si spostò fuori degli Stati Uniti: in Gran Bretagna (Visiting Professor all’Università di Southampton), in Australia (creazione nel 1993 della società Xanadu Australia), ma soprattutto in Giappone dove nel 1994 venne accolto trionfalmente e dove diresse l’Hyperlab di Sapporo costruito per lui da Hitachi e Fujitsu. Nel 1996 iniziò ad insegnare come Project Professor di Environmental Information alla Keio University a Shonan Fujisawa.
 
L’attività di Nelson si spostò fuori degli Stati Uniti: in Gran Bretagna (Visiting Professor all’Università di Southampton), in Australia (creazione nel 1993 della società Xanadu Australia), ma soprattutto in Giappone dove nel 1994 venne accolto trionfalmente e dove diresse l’Hyperlab di Sapporo costruito per lui da Hitachi e Fujitsu. Nel 1996 iniziò ad insegnare come Project Professor di Environmental Information alla Keio University a Shonan Fujisawa.

Revisione 20:26, 9 Feb 2005

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Theodor Holm Nelson, nato nel 1937, nel 1960 si iscrisse ad Harvard per studiare Sociologia e ottenne il master in Social Relations nel 1963. Proprio ad Harvard, seguendo nel 1960 un corso di computer for the humanities, concepì l’idea di scrivere un programma in linguaggio macchina che gli permettesse di archiviare nel computer le sue note e i suoi manoscritti, modificarli e stamparli. Nelson è stato colui che negli anni sessanta (1965) ha coniato il termine ipertesto dandone la seguente famosa definizione: "Con ipertesto intendo scrittura non sequenziale, testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio davanti a uno schermo interattivo. Così come è comunemente inteso, un ipertesto è una serie di brani di testo tra cui sono definiti legami che consentono al lettore differenti cammini." Nella sua definizione di ipertesto appaiono messe a fuoco le caratteristiche distintive di questa, all’epoca, nuova forma di testualità dove entrambi i ruoli di autore e di lettore appaiono profondamente modificati:

- superamento della scrittura lineare e sequenziale

- deliberata assenza di un'organizzazione gerarchica

- potere decisionale e quindi ruolo attivo del lettore

Lo stesso Nelson concepì anche l’idea di Xanadu, un sistema ipertestuale globale di lettura e pubblicazione di testi letterari. Ted Nelson si ricollegava direttamente ad alcuni concetti esposti da Vannevar Bush nel suo saggio del 1945, As we may think, in cui presentava una macchina mai realizzata, il memex, destinata alla gestione di documenti su microfilm e alla loro connessione su base associativa. Nel 1974, nel suo libro Computer Lib Dream Machines, Nelson annunciava che Xanadu sarebbe stato pronto per il 1976. In Literary Machines, pubblicato nel 1987, la data del completamento del progetto veniva posticipata al 1988. In effetti nel 1988 lo sviluppo di Xanadu ricevette un forte impulso a causa dell’acquisto del marchio Xanadu da parte di Autodesk, una importante software house; ma nel 1992 Autodesk si ritirò dall’impresa restituendo a Nelson il marchio. Da allora vi furono sviluppi e presentazioni pubbliche di singoli componenti del sistema, ma non molto di più: Nelson entrò in conflitto con buona parte del mondo accademico, industriale, economico statunitense che si disamorò di un progetto affascinante che prometteva tantissimo, ma che non produceva niente di usabile. Il progetto Xanadu rimase quindi un sogno, un’utopia, che si è però poi realizzata con la crescita di Internet e del World Wide Web. Il tema del libro elettronico, pur non essendo identificabile con nessun aspetto del pensiero di Nelson, ha radici che risalgono fino a lui; infatti gli e_book sono ipertestuali, stanno in librerie on_line da cui si scaricano per leggerli, pongono problemi di pagamento di diritti d’autore, rinnovano l’interesse per problemi legati alla proprietà intellettuale delle opere dell’ingegno: tutti temi che in varia forma e modo sono presenti negli scritti di Nelson. L’attività di Nelson si spostò fuori degli Stati Uniti: in Gran Bretagna (Visiting Professor all’Università di Southampton), in Australia (creazione nel 1993 della società Xanadu Australia), ma soprattutto in Giappone dove nel 1994 venne accolto trionfalmente e dove diresse l’Hyperlab di Sapporo costruito per lui da Hitachi e Fujitsu. Nel 1996 iniziò ad insegnare come Project Professor di Environmental Information alla Keio University a Shonan Fujisawa.