Schwitters Kurt: differenze tra le versioni

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È in virtù di questo intento di riscatto estetico della quotidianità che Schwitters creerà le sue opere, i “Merzbildern” (costruzioni Merz), assemblando sulla tavola oggetti ed elementi catturati casualmente dal mondo reale e intervenendovi pittoricamente in un successivo momento.  
 
È in virtù di questo intento di riscatto estetico della quotidianità che Schwitters creerà le sue opere, i “Merzbildern” (costruzioni Merz), assemblando sulla tavola oggetti ed elementi catturati casualmente dal mondo reale e intervenendovi pittoricamente in un successivo momento.  
  
In queste opere-oggetto dell’artista di Hannover si ritrovano evidentemente punti di contatto con altre esperienze dadaiste: i vari collages e frottages dada, i ready-mades duchampiani, le rayografie di [[Man Ray]] e quegli insoliti e scherzosi esperimenti derivanti dal perfezionamento delle tecniche del collage e del fotomontaggio che sono i “Fatagagà” (fabbricazione di quadri garantiti gasometrici).  
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In queste opere-oggetto dell’artista di Hannover si ritrovano evidentemente punti di contatto con altre esperienze dadaiste: i vari collages e frottages dada, i ready-mades duchampiani, le rayografie di [[Man Ray]] e quegli insoliti e scherzosi esperimenti derivanti dal perfezionamento delle tecniche del [[Fotomontaggio e collage dadaista|collage e del fotomontaggio]] che sono i “Fatagagà” (fabbricazione di quadri garantiti gasometrici).  
Così come nei ready-mades di [[Duchamp Marcel|Duchamp]], anche nelle opere di Schwitters convergono oggetti di ogni genere, ma soprattutto oggetti di scarto, rifiuti, ad esempio biglietti del tram usati, scatole di latta, cicche di sigarette, ritagli di giornale e così via. Questi insoliti elementi vanno a comporre l’opera d’arte così come i classici e tradizionali elementi di un quadro, senza discriminazione di alcun genere. Essi sono l’opera d’arte in tutto e per tutto.  
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Così come nei [[Ready-made|ready-mades]] di [[Duchamp Marcel|Duchamp]], anche nelle opere di Schwitters convergono oggetti di ogni genere, ma soprattutto oggetti di scarto, rifiuti, ad esempio biglietti del tram usati, scatole di latta, cicche di sigarette, ritagli di giornale e così via. Questi insoliti elementi vanno a comporre l’opera d’arte così come i classici e tradizionali elementi di un quadro, senza discriminazione di alcun genere. Essi sono l’opera d’arte in tutto e per tutto.  
 
Importante ruolo hanno in questo contesto le opere cubiste e futuriste, che influenzano lo stile compositivo delle tele di Schwitters. Grande importanza, infatti, ha per l’artista tedesco la disposizione dei vari oggetti sulla tela, che segue perlopiù linee geometriche diagonali, dando un senso di dinamicità e collaborando con l’uso del colore a creare effetti di luce.
 
Importante ruolo hanno in questo contesto le opere cubiste e futuriste, che influenzano lo stile compositivo delle tele di Schwitters. Grande importanza, infatti, ha per l’artista tedesco la disposizione dei vari oggetti sulla tela, che segue perlopiù linee geometriche diagonali, dando un senso di dinamicità e collaborando con l’uso del colore a creare effetti di luce.
  

Revisione 17:31, 8 Gen 2007

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Personaggio

Kurt Schwitters
Pittore, scultore e poeta, Kurt Schwitters rappresenta l’esponente unico ed incontrastato del movimento Dada di Hannover. Il suo percorso artistico è influenzato dai movimenti espressionista, cubista e astrattista, anche se interpretati dall’artista in chiave personale.

Schwitters mantiene contatti, benché a volte contrastanti, con i gruppi dada di Berlino (John Heartfield, Hannah Höch, Raoul Hausmann) e Colonia (Hans Arp, Max Ernst), rimanendo tuttavia un protagonista solitario e isolato del dadaismo tedesco.

Biografia

1887 – Kurt Schwitters nasce ad Hannover il 20 giugno.

1908-1914 – Studia alle accademie di belle arti di Dresda e Berlino.

1915 – Si sposa con Helma Fischer, dalla quale avrà un figlio, Ernst, nel 1918.

1917-1918 – Studia architettura al politecnico di Hannover. Nel frattempo intrattiene i primi rapporti con la pittura espressionista attraverso la sua collaborazione con la rivista d’avanguardia “Der Sturm”, sulla quale pubblica scritti in prosa e poesia ed alcuni articoli.

1918 – Espone per la prima volta le sue opere alla Galerie Der Sturm a Berlino e l’anno successo parteciperà, ancora presso la galleria berlinese, ad una mostra collettiva assieme a Paul Klee e Johannes Molzahn. In questo ambiente viene a contatto con gli esponenti del gruppo dada di Berlino e Colonia: Raoul Hausmann, Hannah Höch e Hans Arp.

Dopo la fine della prima guerra mondiale, Schwitters si stabilisce ad Hannover ed inizia a lavorare alle sue opere “Merz”.

1920 – Espone per la prima volta alla “Société Anonyme” fondata da Duchamp e Man Ray a New York.

1921 – Incontra Theo van Doesburg, con il quale parteciperà due anni dopo alla “Campagna Dada” in Olanda.

1923 – Inizia a lavorare alla costruzione della “Merzbau” nello studio nel suo appartamento di Hannover. A questa opera Schwitters lavorerà per i successivi quattordici anni, per poi vederla rasa al suolo da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, nel 1943. Nello stesso anno viene pubblicato il primo numero della rivista da lui fondata e diretta: “Merz”, la cui pubblicazione proseguì fino al 1932.

1924 – Schwitters fonda l’agenzia pubblicitaria “Merz Werbezentrale”.

1924 – Recita la poesia sonora “Die Sonate in Urlauten” al Bauhaus.

Anni ’30 – Aderisce ai gruppi astrattisti “Cercle e carré”, con il quale espone a Parigi nel 1930, e “Abstraction-Création”, sulla cui rivista pubblica alcuni scritti nel 1932.

1932 – Entra nel Partito Social Democratico.

1936 – Le sue opere vengono esposte nelle mostre “Cubism and Abstract Art” e “Fantastic Art, Dada and Surrealism” al MoMA (Museum of Modern Art) di New York.

1937 – Emigra in Norvegia a causa dell’affermazione del regime nazista e della censura da esso rivolta alla cosiddetta “arte degenerata”, l’arte delle avanguardie, in cui sono incluse le opere di Schwitters.

1940 – La Norvegia viene occupata dalle truppe naziste e Schwitters fugge a Londra con il figlio, dopo essere stato internato per più di un anno nell’Isola di Man. In Inghilterra Schwitters trascorrerà il resto della sua vita, anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, trasferendosi ad Ambleside assieme ad Edith Thomas, conosciuta nei primi anni trascorsi a Londra. Ad Ambleside Schwitters viene colpito da alcuni problemi di salute ed infine muore l’8 gennaio del 1948.

Poetica

L’intera opera di Kurt Schwitters può essere letta nella chiave dell’affermazione di un nuovo modo di vedere l’opera d’arte. Schwitters, infatti, rifiuta la concezione artistica ancora proposta e suggerita dalle accademie, quella cioè di un’arte gradevole e armoniosa, e vuole piuttosto innalzare ad una propria dignità artistica gli elementi del quotidiano. È in virtù di questo intento di riscatto estetico della quotidianità che Schwitters creerà le sue opere, i “Merzbildern” (costruzioni Merz), assemblando sulla tavola oggetti ed elementi catturati casualmente dal mondo reale e intervenendovi pittoricamente in un successivo momento.

In queste opere-oggetto dell’artista di Hannover si ritrovano evidentemente punti di contatto con altre esperienze dadaiste: i vari collages e frottages dada, i ready-mades duchampiani, le rayografie di Man Ray e quegli insoliti e scherzosi esperimenti derivanti dal perfezionamento delle tecniche del collage e del fotomontaggio che sono i “Fatagagà” (fabbricazione di quadri garantiti gasometrici). Così come nei ready-mades di Duchamp, anche nelle opere di Schwitters convergono oggetti di ogni genere, ma soprattutto oggetti di scarto, rifiuti, ad esempio biglietti del tram usati, scatole di latta, cicche di sigarette, ritagli di giornale e così via. Questi insoliti elementi vanno a comporre l’opera d’arte così come i classici e tradizionali elementi di un quadro, senza discriminazione di alcun genere. Essi sono l’opera d’arte in tutto e per tutto. Importante ruolo hanno in questo contesto le opere cubiste e futuriste, che influenzano lo stile compositivo delle tele di Schwitters. Grande importanza, infatti, ha per l’artista tedesco la disposizione dei vari oggetti sulla tela, che segue perlopiù linee geometriche diagonali, dando un senso di dinamicità e collaborando con l’uso del colore a creare effetti di luce.

Come Schwitters stesso afferma, l’intera opera dell’artista può essere racchiusa sotto l’etichetta “Merz”. Questo termine è preso da Schwitters dal frammento centrale della parola “Kommerzbank”, presente in un ritaglio di giornale utilizzato in uno dei suoi collage, intitolato non a caso “Merzbild”. Da qui l’artista di Hannover decide di utilizzare il termine “Merz” come definizione globale delle sue opere, utilizzandolo sia come sostantivo sia come verbo. Entro questa definizione quindi sono comprese tutte le sue opere, dai quadri alle poesie sonore, “Merzdichtung”, tra cui ricordiamo “Die Sonate in Urlauten”. Anche qui Schwitters utilizza la tecnica del collage, componendo le sue poesie con frammenti linguistici, suoni vocalici e consonantici assemblati in modo fantasioso e irregolare.

Ma, parlando di Kurt Schwitters, il termine Merz resta indissolubilmente legato ad un’opera in particolare, quella cui l’artista dedicò gran parte della sua vita e che ricominciò per bene tre volte in momenti e luoghi diversi: il “Merzbau”. Quest’opera può essere indicata come l’iniziatrice dell’“arte ambientale” o “environment”, e influenzerà le numerose installazioni che si renderanno protagoniste dell’arte del secondo dopoguerra.

Opere

Bibliografia

2004, G. Dorfles, A. Vettese, Arti visive. Il novecento, Atlas, Bergamo

Webliografia

http://www.kurt-schwitters.org/

http://www.centroarte.com/dada.htm#Kurt%20Schwitters

http://www.merzbau.it/

http://www.pac-milano.org/schwitters01/merzbau.htm

http://www.sapere.it/tca/MainApp?srvc=vr&url=/1/8727_1