Sterling Bruce

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BIOGRAFIA

Bruce Michael Sterling nasce nel 1954 a Brownsville, nel Texas, ma cresce ad Austin, dove la sua famiglia si trasferisce quando ha appena sei mesi. Nel 1969 trasloca di nuovo, questa volta in India, dove il padre di Bruce ha trovato lavoro come progettista di fertilizzanti: dopo due anni passati quasi costantemente in viaggio fa quindi ritorno ad Austin dove s'iscrive all'università. Si laurea in Giornalismo alla University of Texas di Austin, dove viene a contatto col 'Turkey City Writer's Workshop', piccolo gruppo appassionato di fantascienza, che lo spinge nel 1976 a pubblicare il suo primo racconto di science fiction, 'Man-made self', pubblicato all'interno di Lone Star Universe, un'antologia di fantascienza di autori texani. Dopo aver lavorato per alcuni anni per il Legislative Council of Texas come correttore di bozze, inizia l'attività di giornalista tenendo una regolare rubrica di divulgazione scientifica sul Magazine of Fantasy and Science-Fiction ed una di critica letteraria per Science-Fiction Eye. Nel 1977 pubblica il suo primo romanzo, Involution Ocean, un'interessante riscrittura, in chiave fantascientifica, del Gordon Pym di Edgar Allan Poe e del Moby Dick di Herman Melville. Dopo The Artificial Kid del 1980 - avventura picaresca ambientata in un lontano futuro dominato dalla tecnologia – e ad altri romanzi d’esordio Sterling da vita ad un ciclo ambientato nel 'Shaper-Mechanist universe', e pubblica una rivista ciclostilata per appassionati, 'Cheap truth', che chiede dei cambiamenti radicali nell'ambito della narrativa fantascientifica, tracciando i primi principi guida del movimento Cyberpunk. Nel 1985 pubblica Schismatrix, uno dei punti di riferimento per il movimento Cyberpunk di fine anni Ottanta e che rende Sterling celebre presso il pubblico. Ma è con la pubblicazione, nel 1986, di 'Mirrorshades', volume di racconti (tra cui alcuni di William Gibson, Paul Di Filippo, Marc Laidlaw e Rudy Rucker ), una sorta di manifesto del Cyberpunk, che diviene uno dei massimi rappresentanti e ideologi. Negli anni successivi continua a spostarsi su nuovi terreni narrativi (abbracciando un altro nuovo genere, lo steampunk) e si dedica anche a saggi e articoli giornalistici, in gran parte volti a difendere la libertà della nascente rete internet. Nel 1988 pubblica Islands in the Net, thriller nel quale mette seriamente in dubbio che la telematica possa davvero costruire una società più libera ed a misura d'individuo, e nel 1996 Holy Fire, che racconta delle possibili aberrazioni di un futuro dominato dalla manipolazione genetica. Sterling ha scritto anche molta narrativa breve, raccolta quasi completamente all'interno delle raccolte Crystal Express (1989), Globalhead (1992) e A Good Old-fashioned Future (1999). Molto attivo sul web, negli ultimi tempi ha cominciato a gestire vari progetti e mailing list legati sia alla rivalutazione dei vecchi media caduti in disuso, con il Dead Media Project un museo, per ora solo virtuale, dedicato a quegli strumenti tecnologici che il progresso ha condannato prematuramente all'obsolescenza sia a promuovere nuove forme artistiche tramite il movimento da lui fondato, il Viridian Design, il cui manifesto apparso sulla rivista di ecologia Whole Earth Review nell'estate del 1999, consiste nell'invocare una nuova avanguardia artistica che sappia trasformare l'impegno ecologista in uno status symbol dal fascino irresistibile, cui aderire per semplice conformismo. Tuttora risiede ad Austin con la moglie e la figlia.


POETICA

Il Cyberpunk è un movimento letterario nato alla fine degli anni Settanta quale risposta alla sempre maggiore proliferazione di tecnologie informatiche e di comunicazione. Le sue storie sono ambientate all'interno di megalopoli ipertecnologiche e decadenti, controllate dalle Zaibatsu, le enormi multinazionali commerciali giapponesi, e dalla Yakuza, la mafia giapponese. Il Governo non conta più nulla; l'ambiente è una causa persa. Da questa realtà i protagonisti tentano di evadere rifugiandosi nel mondo virtuale, il Cyberspazio. Negli ultimi dieci anni il Cyberpunk ha però travalicato i confini di genere letterario, diventando - attraverso il cinema, la musica, i videogiochi e le arti visive - fenomeno multimediale. Come tale è pertanto entrato nel vocabolario moderno per indicare un vasto e ramificato evento culturale che meglio di qualsiasi altro è in grado di interpretare il "Paesaggio Globale", multiforme e tecnologizzato, nel quale vive l'Umanità del 2000. Per sua natura il Cyberpunk risulta immediatamente affascinante e fulminante, tanto più se le sue trame si consumano all'interno di un componimento di breve lunghezza. Sterling ne è oggi, insieme a William Gibson, uno dei massimi rappresentanti e teorici. Tuttavia, a differenza di quest'ultimo, Sterling ha saputo costantemente rinnovarsi, trasformando il genere Cyberpunk in un'originale narrativa dell'immaginario dalle forti connotazioni sociali e politiche. L'antologia da lui curata, "Mirrorshades", è il manifesto della corrente cyberpunk. La sua ideologia, più che i suoi romanzi, ha contribuito a forgiare la corrente di pensiero più ambigua di fine secolo. Bruce Sterling ha infatti forgiato il celebre movimento con le sue idee e le sue tesi forti pro o contro le tecnologie, i capitalismi, gli estremismi e il potere. Certamente Sterling si è affermato al pubblico, più che per la sua produzione narrativa, per le sue discusse idee espresse - oltre che nei racconti e nei romanzi - nei numerosi articoli e interviste. La sua poliedrica collaborazione con riviste e quotidiani è una costante dell'attività di Sterling: «Ho una quindicina di abbonamenti a vari periodici», racconta. «Credo che le riviste oggi siano il più importante strumento di comunicazione». Su riviste fa infatti apparire i principali racconti antologizzati poi in Cronanche del basso futuro; il primo Involution Ocean, che si discosta piuttosto stridentemente dalla canonica produzione dell'autore, racconta l'esplorazione di un mondo privo d'acqua ma ricoperto di fanghiglia sotto la cui superficie sembra celarsi vita e intelligenza: un plot classico di capitani coraggiosi, equipaggi di astronave e giovani mozzi, in cui Sterling non manca però d'inserire accenni cyberpunk come la dipendenza del protagonista dalla sincofina, una potente droga che ovviamente altera la sua percezione del mondo che lo circonda. La critica si divide su questo romanzo, c'è chi lo ritiene forse l'unica opera valida di Sterling e chi lo etichetta come un romanzo giovanile e quindi ancora acerbo e privo della verve tipica dell'autore. Un primo vero esperimento cyberpunk è Artificial Kid, dove il protagonista è un giovane combattente che vende al pubblico registrazioni dei suoi violenti scontri in zone dove la violenza è legalizzata. Si inserisce il tema del progresso medico che permette all'uomo di vivere per centinaia di anni, che Sterling usa per descrivere la perdita di umanità delle persone che si sottopongono a simili processi diventando veri e propri cyborg, metà uomini e metà macchine; benché il filo conduttore sia una 'classica' avventura mozzafiato su mondi extraterrestri i temi di Sterling affiorano già in queste pagine. Il vero approdo al cyberpunk maturo avviene però con la sua opera principale, La Matrice Spezzata del 1986. L'ambientazione è quella di un Sistema Solare ampiamente colonizzato dove l'umanità ha però perso buona parte dei suoi connotati originali, mutata e modificata fino a salire di un gradino più in alto nella scala evolutiva grazie alla quasi completa conquista dell'immortalità e alla possibilità della mente di sfuggire alle prigioni corporee e viaggiare nel cosmo della "matrice". L'umanità qui si divide in due fazioni: i Meccanicisti, che hanno modificato i propri corpi con innesti cibernetici e ritrovati tecnologici; i Plasmatori, che appunto hanno plasmato il loro codice genetico per un'evoluzione a livello fisico e mentale senza tuttavia apporti artificiali (una simile contrapposizione è stata ripresa recentemente dal ciclo La Crisi della Realtà di P.Hamilton). La posta in gioco però cambia con l'arrivo di una forza aliena, gli Investitori, capitalisti all'ennesima potenza interessati unicamente al commercio contro cui si alleano però le due fazioni prima in lotta allo scopo di entrare anch'essi nel giro di affari degli Investitori. I temi di Sterling ci sono tutti: il consumismo/capitalismo portato all'estremo, le modifiche al corpo umano allo scopo di raggiungere l'immortalità, la legge del profitto che sovverte l'identità umana. «Credo che in futuro i cambiementi principali si avranno nel campo della biotecnologia e della medicina», ha detto in un intervistsa Sterlin, «Non si chiamerà nemmeno più medicina, ma "commercializzazione di medicine"». Un tema meglio espresso, oltre che in racconti come Il proiettile morale e La vacca sacra (in cui Sterling affronta il tema della mucca pazza), nel romanzo Fuoco sacro (1996). Sembra, tuttavia, che Sterling si ponga in favore della costante ricerca umana dell'immortalità, considerata quasi come un diritto. Forse il principale contributo al cyberpunk da parte di Bruce Sterling è l'antologia da lui curata, Mirrorshades. In quello che è ormai universalmente considerato il manifesto del movimento, Sterling nella sua introduzione affermava che il cyberpunk è «un'integrazione fra la tecnologia e la controcultura degli anni ottanta».

Nel suo saggio Giro di vite contro gli hacker (1992) e nell'articolo Dichiarazione di principio pubblicato su Science-Fiction Eye, Sterling assume posizioni non troppo chiare sull'argomento, affermando però che il cyberpunk non è stato responsabile del fenomeno degli hacker ma ammettendo che questi ultimi si ispirino dichiaratemente ai pricincipi espressi in opere di quel genere; condanna quindi la pirateria informatica, accusando però al contempo la "spietata" repressione delle autorità verso il fenomeno, criticando agli hacker la copia e la diffusione di software informatici a pagamento ma inneggiando al software libero e a un più flessibile concetto di diritto d'autore. Le contraddizioni dell'ideologia di Sterling sono molte, ma questo deriva dal fatto che l'autore ha sempre voluto discostarsi dai generalismi molto in voga che hanno creato l'equazione cyberpunk = hacker. Tornando alla produzione narrativa, del 1988 è Isole nella rete, forse il romanzo in cui Sterling meglio sintetizza le sue idee sulla società dell'informazione e il ruolo dell'economia in questo ambito. Il romanzo disegna un compleso scenario geo-politico dominato da multinazionali dell'informatica, e dove il dissenso verso di esse assume le vesti più disparate, dai movimenti filofascisti ai no-global che aizzano le disperate popolazioni tribali. Dal testo emergono le idee politico-sociali di Sterling, che sembra indicare una via alternativa al capitalismo in una specie di democrazia capitalistica e ritiene che gli Stati Uniti torneranno presto al loro 'splendido isolamento' riguardo la politica estera poiché sarà l'Europa e i capitali che la dominano ad assurgere a gendarme armato del mondo, ma di maggiore interesse sono le possibili evoluzioni dei concetti di dati e privacy nel futuro dell'informatizzazione - tema molto attuale oggi e da Sterling ben anticipato - e quello degli esclusi dalla tecnologia che non avranno più posto nel mondo del domani.

Al pessimismo di fondo del cyberpunk, dell’insensibilità dell’opinione pubblica mentre i poteri politici ed economici si spartiscono il mondo, sembra sostituirsi una specie di visione positiva del futuro dell'umanità, sostenuta da un risorgere dell'interesse globale verso questi temi. In effetti, rispetto ai temi cupi e disillusi ricchi di amara ironia che contraddistinguono i suoi racconti dell'antologia Cronache del basso futuro, gli ultimi lavori di Sterling si dirigono verso nuove correnti, post-cyberpunk o steampunk.

Il cyberpunk non è morto, ha affermato Sterling a dispetto di quanto si creda comunemente: «E' stato semplicemente superato dalla realtà».