TAU1 e TAU2

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Titolo:

TAU1 e TAU2

Anno:

1975 d.c.

Luogo:

Pisa

Autore:

Grossi Pietro

Descrizione:

Il Maestro Grossi, quando si rivolse a Pisa, aveva già fatto esperienze di generazione elettronica del suono con i tradizionali sistemi degli studi di fonologia ed avviato l'attività didattica all'S 2F M. Convinto delle notevoli potenzialità dei calcolatori numerici in tutti i campi dell'attività musicale, perseguì fin dall'inizio tre principi fondamentali: il tempo reale, anche accettando compromessi sulla qualità dei suoni, l'interattività locale o remota, l'automazione dei processi, anche quelli decisionali (Grossi 1971). I direttori del CNUCE, Prof.Guido Torrigiani e quello dell'IEI, Prof Gianfranco Capriz, entrambi matematici e appassionati di musica accolsero favorevolmente le proposte di Grossi.

In una prima fase, anche con l'aiuto di esperti del centro Scientifico IBM, il Maestro cominciò a sperimentare procedure di generazione di musica sia in tempo differito (IBM 1800 e S/7 provvisti di DAC) che in tempo reale con le procedure del DCMP (Digital Computer Music Program) che forniva una sola uscita monofonica ad onda quadra. Il grande dispendio di tempo macchina (assai costoso all'epoca) rappresentava un notevole inconveniente a cui si poteva ovviare indirizzandosi verso un sistema ibrido. Su proposta del Maestro, alcuni progettisti hardware dell'IEI coordinati dal Prof.Franco Denoth, con l'apporto di un team di esperti del CNUCE, avviarono l'ambizioso progetto di un originale terminale audio da interfacciare come una qualsiasi periferica al sistema di calcolo in time sharing IBM 360/67 del CNUCE. La scelta della tecnica di sintesi ricadde sulla sintesi additiva, una scelta coraggiosa per le difficoltà dell'implementazione, ma che offriva una timbrica musicalmente più interessante. Un primo prototipo, il TAU1 forniva due voci a 4 armoniche e leggeva i dati di esecuzione su un nastro di carta perforata preparato al CNUCE dai collaboratori di Grossi. Questo primo prototipo servì a definire gli intervalli di quantizzazione ed i campi di validità dei parametri. Inoltre evidenziò la complessità della problematica della computer music, la cui natura è ampiamente multidisciplinare, dato che coinvolge elettronica, elaborazione dei segnali, informatica, musica, fisica del suono, psicoacustica... Trattandosi di una applicazione in un settore emergente e in assenza di riferimenti precisi, la definizione delle specifiche, la definizione dell'architettura e la realizzazione rappresentarono una notevole difficoltà che comunque fu superata con la realizzazione definitiva (TAU2) in cui si disponeva di tre canali con timbriche, dinamiche e volume dinamicamente controllabili, ciascuno con un massimo di quattro voci. Un felice compromesso tra difficoltà realizzativa, praticità d'uso e complessità musicale. L'interfaccia con il mainframe avveniva tramite collegamento parallelo diretto con un grosso cavo multipolare di 150 metri tra CNUCE ed IEI. Dal punto di vista della tecnologia realizzativa il terminale non utilizzava i VCO (Voltage Controlled Oscillators) come la maggior parte dei sintetizzatori dell'epoca per problemi di stabilità di frequenza e per l'elevato numero di segnali simultanei da generare. Una serie di oscillatori ad onda quadra quarzati e filtrati con filtri risonanti ha risolto il problema. Per la selezione delle frequenze furono utilizzati gli innovativi interruttori analogici CMOS a controllo digitale. Il progetto hardware fu portato a termine nel 1975.