Vasulka: differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
==Biografia==
Woody, cecoslovacco, studiò all’accademia delle arti dello spettacolo a Praga e si dedica al cinema, la moglie Steina, islandese, è violinista. Nel 1965 dalla Cecoslovacchia si trasferiscono a New York dove vi approdano negli stessi anni di Paik e lì, al Greenwich Villane, ? le possibilità estetiche del video con l’intensità di chi si è trovato improvvisamente di fronte “al fuoco degli ?. Dal 1969 gravitano quasi esclusivamente nell’area della sperimentazione video, con una fitta attività di insegnamento in alcune università americane e con la fondazione e l’animazione del laboratorio [[The Kitchen]] (1971), uno spazio aperto alle ricerche video. Accusati sino alla metà degli anni settanta di trascurare gli aspetti sociali del nuovo medium, i Vasulka concentrano la loro ininterrotta ricerca sui processi di elaborazione di immagini e suoni con i media elettronici e informatici e apparecchi tecnici sofisticati. Le loro opere, spesso in collaborazione, riflettono l’esigenza di un controllo del rapporto arte e tecnologia, e sono accompagnate dall’invenzione di nuovi dispositivi e strumenti per la messa in pratica della loro poetica (dal sistema MIDI alle “machine ? agli “ibridi ? alle “tavole ?). Essi hanno studiato la luce elettronica e il tempo dell’istante, il “punto di vista delle ? e l’importanza espressiva del ? elettronico; e tra il 1972 e il 1976 hanno ideato la tecnica del ?. Ma la loro più affascinante intuizione è stata – intorno al 1970 – quella di rendere esteticamente produttivo il fatto che in elettronica una stessa frequenza elettromagnetica, se commutata in un modo origina un suono, se commutata in un altro origina un’immagine, e se adeguatamente distorta rende visibile la linea di confine che i nostri sensi percepiscono tra suono e immagine, costituendo insieme audio-visivi per la prima volta nella storia del cinema effettivamente unitari.  
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Woody, cecoslovacco, studiò all’accademia delle arti dello spettacolo a Praga e si dedica al cinema, la moglie Steina, islandese, è violinista. Nel 1965 dalla Cecoslovacchia si trasferiscono a New York dove vi approdano negli stessi anni di Paik e lì, al Greenwich Villane, “scoprono�? le possibilità estetiche del video con l’intensità di chi si è trovato improvvisamente di fronte “al fuoco degli dèi�?. Dal 1969 gravitano quasi esclusivamente nell’area della sperimentazione video, con una fitta attività di insegnamento  
Il contributo che essi hanno dato alla videoarte è notevole. Hanno appunto costruito nuovi modelli di comunicazione video con un’esplorazione sottile del rapporto spazio-tempo che il segnale elettronico stabilisce. Per ottenere questi risultati hanno potuto valersi di quella cultura metaindustriale che caratterizza la ricerca avanzata negli Stati Uniti. “Ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una cultura industriale alternativa, che s'affida alla genialità individuale, quasi come nell'arte. Gli inventori-programmatori in elettronica hanno saputo difendere la loro indipendenza all'interno del sistema. Divenuti artisti a pieno titolo, essi utilizzano gli utensili elettronici che hanno ?. Sono le parole di Woody Vasulka. In collaborazione con alcuni ingegneri informatici realizzano nel 1972-73 il Digital Video Effecter e nel 1976, con Jeffrey Scheir, il Digital Image Articulator o Imager, uno strumento videodigitale di elaborazione delle immagini in tempo reale capace di un molteplicità di differenti processi, tra simultaneità, sequenza, passaggi e spostamenti. Lavori emblematici di questo tipo di ricerche sulla metamorfosi videonumerica sono diverse serie di immagini, quali le trasformazioni sinusoiidali di "Hybrid Hand Studies" di Woody Vasulka (1973), risultato di un sistema che ibrida analogico e digitale, e la serie di affascinanti elaborazioni di "Organizational Models of the Electronic Image" (1975-76).  
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in alcune università americane e con la fondazione e l’animazione del laboratorio [[The Kitchen]] (1971), uno spazio aperto alle ricerche video. Accusati sino alla metà degli anni settanta di trascurare gli aspetti sociali del nuovo medium, i Vasulka concentrano la loro ininterrotta ricerca sui processi di elaborazione di immagini e suoni con i media elettronici e informatici e apparecchi tecnici sofisticati. Le loro opere, spesso in collaborazione, riflettono l’esigenza di un controllo del rapporto arte e tecnologia, e sono accompagnate dall’invenzione di nuovi dispositivi e strumenti per la messa in pratica della loro poetica (dal  
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sistema MIDI alle “machine vision�? agli “ibridi autonomi�? alle “tavole interattive�?). Essi hanno studiato la luce elettronica e il tempo dell’istante, il “punto di vista delle macchine�? e l’importanza espressiva del “feedback�? elettronico; e tra il 1972 e il 1976 hanno ideato la tecnica del “morphing�?. Ma la loro più affascinante intuizione è stata – intorno al 1970 – quella di  
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rendere esteticamente produttivo il fatto che in elettronica una stessa frequenza elettromagnetica, se commutata in un modo origina un suono, se commutata in un altro origina un’immagine, e se adeguatamente distorta rende visibile la linea di confine che i nostri sensi percepiscono tra suono e immagine, costituendo insieme audio-visivi per la prima volta nella storia del cinema effettivamente unitari.  
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Il contributo che essi hanno dato alla videoarte è notevole. Hanno appunto costruito nuovi modelli di comunicazione video con un’esplorazione sottile del rapporto spazio-tempo che il segnale elettronico stabilisce. Per ottenere questi risultati hanno potuto valersi di quella cultura metaindustriale che caratterizza la ricerca avanzata negli Stati Uniti. “Ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una cultura industriale alternativa, che s'affida alla genialità individuale, quasi come nell'arte. Gli inventori-programmatori in elettronica hanno saputo difendere la loro indipendenza all'interno del sistema. Divenuti artisti a pieno titolo, essi utilizzano gli utensili elettronici che hanno creato�?. Sono le parole di Woody Vasulka. In collaborazione con alcuni ingegneri informatici realizzano nel 1972-73 il Digital Video Effecter e nel 1976, con Jeffrey Scheir, il Digital Image Articulator o Imager, uno strumento videodigitale di elaborazione delle immagini in tempo reale capace di un molteplicità di differenti processi, tra simultaneità, sequenza, passaggi e spostamenti. Lavori emblematici di questo tipo di ricerche sulla metamorfosi videonumerica sono diverse serie di immagini, quali le trasformazioni sinusoiidali di "Hybrid Hand Studies" di Woody Vasulka (1973), risultato di un sistema che ibrida analogico e digitale, e la serie di affascinanti elaborazioni di "Organizational Models of the Electronic Image" (1975-76).  
 
La maggior parte delle elaborazioni scoperte da questi tecnoartisti sono diventate parte integrante della base effettistica di qualsiasi buon mixer video professionale, e si ritrovano nei più sofisticati sistemi di montaggio digitali.
 
La maggior parte delle elaborazioni scoperte da questi tecnoartisti sono diventate parte integrante della base effettistica di qualsiasi buon mixer video professionale, e si ritrovano nei più sofisticati sistemi di montaggio digitali.
 
I Vasulka hanno partecipato a numerose mostre, anche personali, e rassegne: di particolare importanza la partecipazione a Ars Electronica a Linz nel 1992. Dal 1980 vivono e lavorano a Santa Fe.
 
I Vasulka hanno partecipato a numerose mostre, anche personali, e rassegne: di particolare importanza la partecipazione a Ars Electronica a Linz nel 1992. Dal 1980 vivono e lavorano a Santa Fe.
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==Poetica==
 
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Woody e Steina Vasulka hanno il merito di aver operato, con una costante ricerca, un’umanizzazione delle nuove tecnologie elettroniche.
 
Woody e Steina Vasulka hanno il merito di aver operato, con una costante ricerca, un’umanizzazione delle nuove tecnologie elettroniche.
I Vasulka impostano la complessità dei propri lavori su un dialogo strettissimo con le macchine, intese come fattori del processo creativo, indagando a livello tecnico oltre che estetico i problemi della visione e le potenzialità delle modificazioni delle immagini. Vasulka: “solo oggi si può cominciare a immaginare un film privo di stacchi, tendine o dissolvenze, dove ogni immagine si trasforma in quella successiva secondo possibilità infinite con conseguenze emotive e psicologiche ?.
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I Vasulka impostano la complessità dei propri lavori su un dialogo strettissimo con le macchine, intese come fattori del processo creativo, indagando a livello tecnico oltre che estetico i problemi della visione e le potenzialità delle modificazioni delle immagini. Vasulka: “solo oggi si può cominciare a immaginare un film privo di stacchi, tendine o dissolvenze, dove ogni immagine si trasforma in quella successiva secondo possibilità infinite con conseguenze emotive e psicologiche illimitate�?.
L’importanza degli strumenti degli “utensili ? è essenziale per gli ampliamenti dell’area della nuova percezione che il lavoro dei Vasulka propone. Essi hanno dichiarato “il nostro lavoro è un dialogo tra l’utensile e l’immagine. Invece di rappresentarci un’immagine in uno spazio astratto per farne in seguito un modello cosciente e tentare di realizzarla, noi fabbrichiamo o adattiamo un utensile con il quale dialoghiamo. Ma è anche più complicato perché alcune volte concepiamo degli strumenti, effettuando così un lavoro puramente concettuale.? Il rapporto stretto tra immagine e strumenti capaci di modellare le stesse immagini dentro nuovi ritmi, spazi e criteri visivi, conferisce all’opera dei Vasulka un sempre rinnovato carattere sperimentale. Questo non è mai disgiunto da un’ironica, e creativa, riflessione sull’universo dei nuovi mezzi elettronici.
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L’importanza degli strumenti degli “utensili elettronici�? è essenziale per gli ampliamenti dell’area della nuova percezione che il lavoro dei Vasulka propone. Essi hanno dichiarato “il nostro lavoro è un dialogo tra l’utensile e l’immagine. Invece di rappresentarci un’immagine in uno spazio astratto per farne in seguito un modello cosciente e tentare di realizzarla, noi fabbrichiamo o adattiamo un utensile con il quale dialoghiamo. Ma è anche più complicato perché alcune volte concepiamo degli strumenti, effettuando così un lavoro puramente concettuale.? Il rapporto stretto tra immagine e strumenti capaci di modellare le stesse immagini dentro nuovi ritmi, spazi e criteri visivi, conferisce all’opera dei Vasulka un sempre rinnovato carattere sperimentale. Questo non è mai disgiunto da un’ironica, e creativa, riflessione sull’universo dei nuovi mezzi elettronici.
Woody Vasulka “Sto dalla parte della macchina. La macchina ti lancia una sfida e tu reagisci. Semplicemente mi considero una specie di guardiano del processo e mi piace chiamare ? ciò che fa la macchina. Un rituale molto preciso. Più la precisione aumenta, più il rituale diventa potente. Il rituale si ripete come una performance, anche se talvolta perde il controllo perché anche una macchina può fallire. Si ferma o balbetta. Ci sono dei momenti impossibili da prevedere. A poco a poco la macchina assume un carattere culturale.?.
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Woody Vasulka “Sto dalla parte della macchina. La macchina ti lancia una sfida e tu reagisci. Semplicemente mi considero una specie di guardiano del processo e mi piace chiamare “rituale�? ciò che fa la macchina. Un rituale molto preciso. Più la precisione aumenta, più il rituale diventa potente. Il rituale si ripete come una performance, anche se talvolta perde il controllo perché anche una macchina può fallire. Si ferma o balbetta. Ci sono dei momenti impossibili da prevedere. A poco a poco la macchina assume un carattere culturale.?.
  
  
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http://www.vasulka.org/
 
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http://www.fondation-langlois.org/e/collection/vasulka/archives/index.html
  
  
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Steina and Woody Vasulka are major figures in video history, technical pioneers who have contributed enormously to the evolution of the medium and who continue to be major practitioners of video as art. The Vasulkas' technological investigations into analog and digital processes and their development of electronic imaging tools, which began in the early 1970s, place them among the primary architects of an expressive electronic vocabulary of image-making. Applying an informal, real-time spontaneity to their formalist, often didactic technical research, they chart the evolving formulation of a grammar and syntax of electronic imaging as they articulate a processual dialogue between artist and technology.
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The Vasulkas' early collaborative efforts, produced from 1970 to 1974, include phenomenological explorations that deconstruct the materiality of the electronic signal and analyze the imaging capabilities of video tools. Central to these increasingly complex exercises are explorations of the malleability of the image, the manipulation of electronic energy, and the interrelation of sound and image.
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In the mid-1970s, working with such engineer/designers as Eric Siegel, George Brown, Steve Rutt and Bill Etra, the Vasulkas developed electronic tools specifically for use by artists. With Jeffrey Schier they developed the Digital Image Articulator, a device that allows the digital processing of video imagery in real-time. Steina's training as a violinist, and Woody Vasulka's background as an engineer and filmmaker, informed their invention of electronic devices to transform sound, image, space and time -- themes that they have pursued independently in their later works. Though the Vasulkas continue to collaborate, since 1975 they have produced much of their work individually.
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The Vasulkas emigrated to the United States in 1965, and began their collaborative exploration of electronic media in 1969. In 1971, they co-founded The Kitchen, a major alternative exhibition and media arts center in New York. From 1973 to 1979, the Vasulkas lived and worked in Buffalo, New York, where they were faculty members at the Center for Media Study, State University of New York. The Vasulkas have received numerous awards for their work in the media arts, including grants and fellowships from the National Endowment for the Arts, the New York State Council on the Arts, and the Corporation for Public Broadcasting. In 1989, they received a United States/Japan Exchange Fellowship from the National Endowment for the Arts. The Vasulkas have broadcast and exhibited their collaborative works extensively throughout the United States, Europe, and Japan, at institutions including The Institute of Contemporary Art, Boston; Everson Museum of Art, Syracuse; Institute of Contemporary Art, Philadelphia; Albright-Knox Gallery, Buffalo; and The Museum of Modern Art, New York, among many others.
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Woody Vasulka Work:
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Adagio (with Steina Vasulka) (1970) 10 min
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The Art of Memory (1987) 36 min (also installation)
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Artifacts (1980) 23 min
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Black Sunrise (with Steina Vasulka) (1971) 21 min
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Trend (1974) 9:03 min
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Calligrams (with Steina Vasulka) (1970) 12 min
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The Commission (1983) 45 min
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Continuous Video Environment (with Steina Vasulka) (1971) installation
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Contrapoint (with Steina Vasulka) (1971) 3 min
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Decay # 1 (with Steina Vasulka) (1970) 7 min
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Decay # 2 (with Steina Vasulka) (1970) 7 min
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Digital Images (with Steina Vasulka) 29 min (included in Six Programs for Television)
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Discs (with Steina Vasulka) (1971) 6 min
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Distant Activities (with Steina Vasulka) (1972) 6 min
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Don Cherry (with Steina Vasulka and Elaine Milosh) (1970) 12 min
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Ecce (with Steina Vasulka) (1987) 4 min installation
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Electronic Environment (with Steina Vasulka) (1974) installation
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Elements (with Steina Vasulka) (1971) 9 min
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Evolution (with Steina Vasulka) (1970) 16 min
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Explanation (1974) 11:45 min
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Golden Voyage (with Steina Vasulka) (1973) 27:36 min
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Heraldic View (with Steina Vasulka) (1974) 4:21 min
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Home (with Steina Vasulka) (1973) 16:47 min
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In Search of the Castle (with Steina Vasulka) (1981) 9:29 min
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In the Land of the Elevator Girls (with Steina Vasulka) (1989) 4 min
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Interface (with Steina Vasulka) (1970) 3:30 min
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Jackie Curtis' First Television Special (with Steina Vasulka) (1970) 45 min
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Keysnow (with Steina Vasulka) (1971) 12 min
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Matrix (with Steina Vasulka) (1970-72) installation
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Matrix (with Steina Vasulka) (1972) 29 min (included in Six Programs for Television)
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The Matter (1974) 3:56 min
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Noisefields (with Steina Vasulka) (1974) 12:05 min
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Objects (with Steina Vasulka) (1977) 29 min (included in Six Programs for Television)
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1-2-3-4 (with Steina Vasulka) (1974) 7:46 min
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Participation (with Steina Vasulka) (1969-71) 60 min
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Progeny (with Steina Vasulka and Bradford Smith) (1981) 18:28 min
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Reminiscence (with Steina Vasulka) (1974) 4:48 min
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Sexmachine (with Steina Vasulka) (1970) 6 min
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Shapes (with Steina Vasulka) (1971) 13 min
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Six Programs for Television (with Steina Vasulka) (1972-79) 174 min
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Sketches (with Steina Vasulka) (1970) 27 min
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Solo for 3 (with Steina Vasulka) (1974) 4:15 min
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Soundgated Images (with Steina Vasulka) (1974) 9:22 min
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Soundprints (with Steina Vasulka) (1972) endless loops
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Soundsize (with Steina Vasulka) (1974) 4:40 min
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Spaces I (with Steina Vasulka) (1972) 15 min
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Spaces II (with Steina Vasulka) (1972) 7:50 min
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Steina (with Steina Vasulka) (1977) 29 min (included in Six Programs for Television)
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Swan Lake (with Steina Vasulka) (1971) 7 min
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Telc (with Steina Vasulka) (1974) 5:10 min
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Tissues (with Steina Vasulka) (1970) 6 min
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Transformations (with Steina Vasulka) (1975) 29 min (included in Six Programs for Television)
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Update (with Steina Vasulka) (1977) 30 min
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Update (with Steina Vasulka) (1978) 30 min
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Vocabulary (1973) 4:17 min
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Vocabulary (with Steina Vasulka) (1974) 29 min (included in Six Programs for Television)
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The West (with Steina Vasulka) (1972) installation

Revisione 13:17, 11 Gen 2007

Personaggi

Vasulka Steina e Woody


Biografia

Woody, cecoslovacco, studiò all’accademia delle arti dello spettacolo a Praga e si dedica al cinema, la moglie Steina, islandese, è violinista. Nel 1965 dalla Cecoslovacchia si trasferiscono a New York dove vi approdano negli stessi anni di Paik e lì, al Greenwich Villane, “scoprono�? le possibilità estetiche del video con l’intensità di chi si è trovato improvvisamente di fronte “al fuoco degli dèi�?. Dal 1969 gravitano quasi esclusivamente nell’area della sperimentazione video, con una fitta attività di insegnamento in alcune università americane e con la fondazione e l’animazione del laboratorio The Kitchen (1971), uno spazio aperto alle ricerche video. Accusati sino alla metà degli anni settanta di trascurare gli aspetti sociali del nuovo medium, i Vasulka concentrano la loro ininterrotta ricerca sui processi di elaborazione di immagini e suoni con i media elettronici e informatici e apparecchi tecnici sofisticati. Le loro opere, spesso in collaborazione, riflettono l’esigenza di un controllo del rapporto arte e tecnologia, e sono accompagnate dall’invenzione di nuovi dispositivi e strumenti per la messa in pratica della loro poetica (dal

sistema MIDI alle “machine vision�? agli “ibridi autonomi�? alle “tavole interattive�?). Essi hanno studiato la luce elettronica e il tempo dell’istante, il “punto di vista delle macchine�? e l’importanza espressiva del “feedback�? elettronico; e tra il 1972 e il 1976 hanno ideato la tecnica del “morphing�?. Ma la loro più affascinante intuizione è stata – intorno al 1970 – quella di rendere esteticamente produttivo il fatto che in elettronica una stessa frequenza elettromagnetica, se commutata in un modo origina un suono, se commutata in un altro origina un’immagine, e se adeguatamente distorta rende visibile la linea di confine che i nostri sensi percepiscono tra suono e immagine, costituendo insieme audio-visivi per la prima volta nella storia del cinema effettivamente unitari. Il contributo che essi hanno dato alla videoarte è notevole. Hanno appunto costruito nuovi modelli di comunicazione video con un’esplorazione sottile del rapporto spazio-tempo che il segnale elettronico stabilisce. Per ottenere questi risultati hanno potuto valersi di quella cultura metaindustriale che caratterizza la ricerca avanzata negli Stati Uniti. “Ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una cultura industriale alternativa, che s'affida alla genialità individuale, quasi come nell'arte. Gli inventori-programmatori in elettronica hanno saputo difendere la loro indipendenza all'interno del sistema. Divenuti artisti a pieno titolo, essi utilizzano gli utensili elettronici che hanno creato�?. Sono le parole di Woody Vasulka. In collaborazione con alcuni ingegneri informatici realizzano nel 1972-73 il Digital Video Effecter e nel 1976, con Jeffrey Scheir, il Digital Image Articulator o Imager, uno strumento videodigitale di elaborazione delle immagini in tempo reale capace di un molteplicità di differenti processi, tra simultaneità, sequenza, passaggi e spostamenti. Lavori emblematici di questo tipo di ricerche sulla metamorfosi videonumerica sono diverse serie di immagini, quali le trasformazioni sinusoiidali di "Hybrid Hand Studies" di Woody Vasulka (1973), risultato di un sistema che ibrida analogico e digitale, e la serie di affascinanti elaborazioni di "Organizational Models of the Electronic Image" (1975-76). La maggior parte delle elaborazioni scoperte da questi tecnoartisti sono diventate parte integrante della base effettistica di qualsiasi buon mixer video professionale, e si ritrovano nei più sofisticati sistemi di montaggio digitali. I Vasulka hanno partecipato a numerose mostre, anche personali, e rassegne: di particolare importanza la partecipazione a Ars Electronica a Linz nel 1992. Dal 1980 vivono e lavorano a Santa Fe.


Sito web

http://www.vasulka.org/


Poetica

Woody e Steina Vasulka hanno il merito di aver operato, con una costante ricerca, un’umanizzazione delle nuove tecnologie elettroniche. I Vasulka impostano la complessità dei propri lavori su un dialogo strettissimo con le macchine, intese come fattori del processo creativo, indagando a livello tecnico oltre che estetico i problemi della visione e le potenzialità delle modificazioni delle immagini. Vasulka: “solo oggi si può cominciare a immaginare un film privo di stacchi, tendine o dissolvenze, dove ogni immagine si trasforma in quella successiva secondo possibilità infinite con conseguenze emotive e psicologiche illimitate�?. L’importanza degli strumenti degli “utensili elettronici�? è essenziale per gli ampliamenti dell’area della nuova percezione che il lavoro dei Vasulka propone. Essi hanno dichiarato “il nostro lavoro è un dialogo tra l’utensile e l’immagine. Invece di rappresentarci un’immagine in uno spazio astratto per farne in seguito un modello cosciente e tentare di realizzarla, noi fabbrichiamo o adattiamo un utensile con il quale dialoghiamo. Ma è anche più complicato perché alcune volte concepiamo degli strumenti, effettuando così un lavoro puramente concettuale.�? Il rapporto stretto tra immagine e strumenti capaci di modellare le stesse immagini dentro nuovi ritmi, spazi e criteri visivi, conferisce all’opera dei Vasulka un sempre rinnovato carattere sperimentale. Questo non è mai disgiunto da un’ironica, e creativa, riflessione sull’universo dei nuovi mezzi elettronici. Woody Vasulka “Sto dalla parte della macchina. La macchina ti lancia una sfida e tu reagisci. Semplicemente mi considero una specie di guardiano del processo e mi piace chiamare “rituale�? ciò che fa la macchina. Un rituale molto preciso. Più la precisione aumenta, più il rituale diventa potente. Il rituale si ripete come una performance, anche se talvolta perde il controllo perché anche una macchina può fallire. Si ferma o balbetta. Ci sono dei momenti impossibili da prevedere. A poco a poco la macchina assume un carattere culturale.�?.


Opere

Alcune opere di Steina e Woody Vasulka:


  • Don Cherry, 1970


  • C-Trend, 1974

by Woody Vasulka


  • The Matter, 1974

by Woody Vasulka


by Steina Vasulka


  • Violin Power, 1978

by Steina Vasulka


by Steina Vasulka


  • Four Short Programs, 1979


  • Cantaloup, 1980


  • The Commission, 1983

by Woody Vasulka


  • The Pen, 1986


by Woody Vasulka


  • In the Land of Elevator Girl


  • Borealis, 1993

by Steina Vasulka


  • Orka, 1997

by Steina Vasulka


Bibliografia

  • 1989, L’immagine video, Fagone Vittorio, ed. Feltrinelli, Milano, pp. 109-110
  • 2004, Le arti multimediali digitali, Balzola Andrea e Monteverdi Anna Maria, ed. Garzanti, Milano, pp. 157, 164-165, 273, 341
  • 2004, Arte elettronica: video, installazioni, web art, computer art, ed. Giunti, Milano, pp.31-32, 88-89.


Webliografia

http://www.lacritica.net/nicolasani.htm

http://www.vasulka.org/

http://www.fondation-langlois.org/e/collection/vasulka/archives/index.html

Biography:

Steina and Woody Vasulka are major figures in video history, technical pioneers who have contributed enormously to the evolution of the medium and who continue to be major practitioners of video as art. The Vasulkas' technological investigations into analog and digital processes and their development of electronic imaging tools, which began in the early 1970s, place them among the primary architects of an expressive electronic vocabulary of image-making. Applying an informal, real-time spontaneity to their formalist, often didactic technical research, they chart the evolving formulation of a grammar and syntax of electronic imaging as they articulate a processual dialogue between artist and technology.

The Vasulkas' early collaborative efforts, produced from 1970 to 1974, include phenomenological explorations that deconstruct the materiality of the electronic signal and analyze the imaging capabilities of video tools. Central to these increasingly complex exercises are explorations of the malleability of the image, the manipulation of electronic energy, and the interrelation of sound and image.

In the mid-1970s, working with such engineer/designers as Eric Siegel, George Brown, Steve Rutt and Bill Etra, the Vasulkas developed electronic tools specifically for use by artists. With Jeffrey Schier they developed the Digital Image Articulator, a device that allows the digital processing of video imagery in real-time. Steina's training as a violinist, and Woody Vasulka's background as an engineer and filmmaker, informed their invention of electronic devices to transform sound, image, space and time -- themes that they have pursued independently in their later works. Though the Vasulkas continue to collaborate, since 1975 they have produced much of their work individually.

The Vasulkas emigrated to the United States in 1965, and began their collaborative exploration of electronic media in 1969. In 1971, they co-founded The Kitchen, a major alternative exhibition and media arts center in New York. From 1973 to 1979, the Vasulkas lived and worked in Buffalo, New York, where they were faculty members at the Center for Media Study, State University of New York. The Vasulkas have received numerous awards for their work in the media arts, including grants and fellowships from the National Endowment for the Arts, the New York State Council on the Arts, and the Corporation for Public Broadcasting. In 1989, they received a United States/Japan Exchange Fellowship from the National Endowment for the Arts. The Vasulkas have broadcast and exhibited their collaborative works extensively throughout the United States, Europe, and Japan, at institutions including The Institute of Contemporary Art, Boston; Everson Museum of Art, Syracuse; Institute of Contemporary Art, Philadelphia; Albright-Knox Gallery, Buffalo; and The Museum of Modern Art, New York, among many others.

Woody Vasulka Work: Adagio (with Steina Vasulka) (1970) 10 min

The Art of Memory (1987) 36 min (also installation)

Artifacts (1980) 23 min

Black Sunrise (with Steina Vasulka) (1971) 21 min

Trend (1974) 9:03 min

Calligrams (with Steina Vasulka) (1970) 12 min

The Commission (1983) 45 min

Continuous Video Environment (with Steina Vasulka) (1971) installation

Contrapoint (with Steina Vasulka) (1971) 3 min

Decay # 1 (with Steina Vasulka) (1970) 7 min

Decay # 2 (with Steina Vasulka) (1970) 7 min

Digital Images (with Steina Vasulka) 29 min (included in Six Programs for Television)

Discs (with Steina Vasulka) (1971) 6 min

Distant Activities (with Steina Vasulka) (1972) 6 min

Don Cherry (with Steina Vasulka and Elaine Milosh) (1970) 12 min

Ecce (with Steina Vasulka) (1987) 4 min installation

Electronic Environment (with Steina Vasulka) (1974) installation

Elements (with Steina Vasulka) (1971) 9 min

Evolution (with Steina Vasulka) (1970) 16 min

Explanation (1974) 11:45 min

Golden Voyage (with Steina Vasulka) (1973) 27:36 min

Heraldic View (with Steina Vasulka) (1974) 4:21 min

Home (with Steina Vasulka) (1973) 16:47 min

In Search of the Castle (with Steina Vasulka) (1981) 9:29 min

In the Land of the Elevator Girls (with Steina Vasulka) (1989) 4 min

Interface (with Steina Vasulka) (1970) 3:30 min

Jackie Curtis' First Television Special (with Steina Vasulka) (1970) 45 min

Keysnow (with Steina Vasulka) (1971) 12 min

Matrix (with Steina Vasulka) (1970-72) installation

Matrix (with Steina Vasulka) (1972) 29 min (included in Six Programs for Television)

The Matter (1974) 3:56 min

Noisefields (with Steina Vasulka) (1974) 12:05 min

Objects (with Steina Vasulka) (1977) 29 min (included in Six Programs for Television)

1-2-3-4 (with Steina Vasulka) (1974) 7:46 min

Participation (with Steina Vasulka) (1969-71) 60 min

Progeny (with Steina Vasulka and Bradford Smith) (1981) 18:28 min

Reminiscence (with Steina Vasulka) (1974) 4:48 min

Sexmachine (with Steina Vasulka) (1970) 6 min

Shapes (with Steina Vasulka) (1971) 13 min

Six Programs for Television (with Steina Vasulka) (1972-79) 174 min

Sketches (with Steina Vasulka) (1970) 27 min

Solo for 3 (with Steina Vasulka) (1974) 4:15 min

Soundgated Images (with Steina Vasulka) (1974) 9:22 min

Soundprints (with Steina Vasulka) (1972) endless loops

Soundsize (with Steina Vasulka) (1974) 4:40 min

Spaces I (with Steina Vasulka) (1972) 15 min

Spaces II (with Steina Vasulka) (1972) 7:50 min

Steina (with Steina Vasulka) (1977) 29 min (included in Six Programs for Television)

Swan Lake (with Steina Vasulka) (1971) 7 min

Telc (with Steina Vasulka) (1974) 5:10 min

Tissues (with Steina Vasulka) (1970) 6 min

Transformations (with Steina Vasulka) (1975) 29 min (included in Six Programs for Television)

Update (with Steina Vasulka) (1977) 30 min

Update (with Steina Vasulka) (1978) 30 min

Vocabulary (1973) 4:17 min

Vocabulary (with Steina Vasulka) (1974) 29 min (included in Six Programs for Television)

The West (with Steina Vasulka) (1972) installation