Discussione:Email interview between Alexei Shulgin and Natalie Bookchin

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search

Autore: Alexei Shulgin and Natalie Bookchin

Tratto da: http://aen.walkerart.org/mediatheque/media_read.cfm

Titolo Originale: Email interview between Alexei Shulgin and Natalie Bookchin

Traduzione di: Marta Mantovani

Anno: 2000

Intervista e-mail tra Alexei Shulgin and Natalie Bookchin


Alexei Shulgin: Cara Natalie, so che il tuo background (come il mio) è la fotografia. Com’è che hai finito per approdare allo spazio virtuale?

Natalie Bookchin: La maggior parte della mia esperienza in campo fotografico è cominciata quando ho avuto un lavoro all’università come insegnante di fotografia. Mi ero già allontanata dalla fotografia qualche anno prima, lavoravo su installazioni usando diversi media e materiali, compresi ricamo, video, graffette e CD-ROM. Ma le università, come altre istituzioni, restano indietro, non tengono il passo degli individui. Le università hanno burocrazie, budget, e studenti che pagano denaro e spesso si aspettano un particolare prodotto. In qualità di coloro che provvedono a questi servizi spesso perpetuiamo questo scambio per sopravvivere economicamente e ci stringiamo all’interno dei limitati canali delle istituzioni, cercando di rientrarci o di allargare i confini in cui siamo chiusi. Il mio avvicinamento allo spazio virtuale inizialmente è stato anche stimolato dall’economia. Mi era stato chiesto di tenere un seminario piuttosto impegnativo intitolato "Introduction to Computing in the Arts" (http://jupiter.ucsd.edu/~bookchin/syllabus.html) - e in parte ho accettato di farlo perché avevo bisogno dell’assicurazione sanitaria…un’altra lunga storia. Quel corso divenne la mia introduzione al "computing in the arts." Ho passato l’estate del 1997 online preparandomi e facendo ricerche, incappando in lavori e attività di alcuni artisti che mi hanno aperto la mente. Non sapevo niente di queste persone ma finì che una di queste era Alexei Shulgin e un’altra Heath Bunting.

Ultimamente non vedo il mio avvicinamento e la mia dedizione allo spazio virtuale come qualcosa di arbitrario. Come strumento trovo che il computer sia estremamente utile ed eccitante. Come mezzo di comunicazione Internet è più potente di qualsiasi altro strumento indiretto che abbia mai incontrato – permette una comunicazione ricca, complessa, agile, con pubblici molto ampi e dà anche luogo a nuove tipologie di attività sociali e culturali interventiste e dirompenti, in cambio di limitate quantità di denaro e di esperienza tecnica.



Queste tecnologie hanno una storia strana, complicata e abbastanza minacciosa che continua anche oggi nella sua pericolosità. In parte è in virtù di questa storia curiosa e problematica che ho deciso di dedicarmici – anche se, a differenza di altri, non vorrei mai che tutti gli artisti e gli intellettuali abbandonassero le loro penne e i loro pennelli per correre alla tastiera.

AS: Cosa vuoi dire con questo?

NB: L’orribile storia del computer, come sappiamo, include le sue origini militaristiche, ambito in cui è tuttora usato. Inoltre, dati gli enormi costi dello sviluppo tecnologico e, ora, l’enorme potenziale (e per alcuni l’enorme successo) di ottenere profitti smisurati, questa tecnologia spesso cade nelle mani sbagliate e porta al suo consistente e piuttosto riuscito utilizzo nell’ambito del controllo sociale ed economico. In più c’è il problema peculiare di Internet, del suo essere considerato come un vitale sostituto dell’esperienza reale (fisica) e del contatto umano. Infine, il computer può far apparire la vita reale come un’astrazione. La guerra e il genocidio, presentati come astrazioni e simulazioni e distaccati dai loro effetti reali nel mondo sono l’esempio più pericoloso ed estremo di ciò.

Ah, non dovrei poi lasciare fuori il momento attuale della strana storia di questa tecnologia: con la recente acquisizione AOL/TimeWarner come un esempio del consistente e continuo controllo di Internet da parte delle grandi corporazioni.


NB: No, niente affatto; perché penso che Internet e il suo impatto sulle nostre vite siano in costante cambiamento, evoluzione e crescita.




NB: Quando compilo moduli ufficiali (per la dogana, l’assicurazione sanitaria ecc.) dico di essere una professoressa. Le definizioni sono infide e dipendono moltissimo dal contesto. I dizionari devono essere continuamente aggiornati e in questa era velocizzata le parole e i loro significati cambiano ancora più rapidamente di quanto non accadesse in passato.

In alcuni contesti mi sono definita un’artista. Altre volte insisto nel sostenere che non sono affatto un’artista ma un’attivista. C’è una gamma di definizioni in cui le mie attività possono rientrare. Le definizioni – proprio come il linguaggio (e i media) – limitano e insieme abilitano la comunicazione.

AS: La controversia tra l’arte e la vita è dolorosa per te? Se sì in che modo?

NB: Forse intendi separazione più che controversia. Non sono sicura di aver capito la tua domanda.

Non so come suddividere la mia vita in compartimenti, quindi raramente c’è una facile separazione tra arte e vita, a meno che non sia obbligata. La nostra collaborazione è stata un esempio molto chiaro della mia limitata abilità a separare arte e vita e di come la realtà delle nostre circostanze possa rendere questa mancanza di separazione dolorosa. (see http://www.easylife.org/between).

La rete può far sembrare che siamo vicinissimi nel nostro lavoro e nelle nostre attività ma non ci può aiutare a superare il fatto reale che tu sei a Mosca e io a Los Angeles, e qui restano distanze e separazioni enormi.

Con questo non voglio che si pensi che la separazione tra arte e vita sia il tipo d’esistenza che desidero perché non lo è. È solo che la società ora è strutturata per suddividere tutti gli aspetti dell’esistenza di un individuo. Ogni sorta di resistenza attiva a uno status quo, se presa sul serio e vissuta esternamente, non può, a volte, non essere dolorosa.

AS: Hai mai pensato a smettere di fare quello che fai e cominciare qualcosa di completamente diverso?

NB: No. Non ci ho mai pensato da quando ho scoperto il potere di Internet.


NB: Vedo che questi cambiamenti sono profondi e di massa.

AS: Eh, Natalie, hai cominciato con risposte lunghe e dettagliate e cos’è questo?

NB: Cos’è cosa?

AS: Voglio dire le brevi risposte che hai appena dato. Un altro caffè forse?

NB: Esattamente!

Ne farò uno giusto in questo minuto. Ne vuoi un po’? Come stai?

AS: Bene – pensando alle donne.

NB: Le tue domande richiedono lunghe risposte.

AS: Prenditi il tuo tempo.

Universal Page non è il primo progetto che hai fatto con Alexei Shulgin. Perché questa collaborazione ti attrae così tanto?

NB: Questa amicizia e questa collaborazione sono un risultato di Internet.

È abbastanza unico e anche un prodotto dei nostri tempi il fatto che io abbia trovato questo tipo di affinità con un uomo che è cresciuto e vive dall’altro capo del mondo sia geograficamente che ideologicamente. Prima di lavorare con Alexei ho avuto un numero di infruttuosi sforzi collaborativi.


AS: Perché queste collaborazioni sono state infruttuose? Che cosa hai imparato da queste esperienze?

NB: Penso che fossero delle collaborazioni di transizione. Stavo ancora continuando a fare arte secondo forme più tradizionali, che molto spesso va contro l’arrendersi ad alcuni dei più incredibili risultati delle collaborazioni.

Erano collaborazioni create appositamente per spazi museo o gallerie.

Questo non è necessariamente un problema ma penso che nelle collaborazioni tu debba rimanere aperto all’eventualità che qualcosa di diverso da ciò che avevi pianificato e che ti aspetti possa risultare dalle tue attività, e ciò include la forma dei risultati e l’esito a cui ti possono portare.

AS: Questo va bene ma non pensi che lavorare con un’altra persona comporti delle limitazioni e ti lasci meno flessibilità?

NB: In questi giorni le mie attività includono lavorare con un collettivo, lavorare con te e lavorare da sola. Quando ho bisogno di una pausa da una cosa mi muovo sull’altra. Ognuna ha delle limitazioni e ognuna può dare risultati inaspettati e spesso davvero emozionanti. Non vorrei dover rinunciare ad un tipo di attività per un’altra e sono contenta di poter dire che non devo farlo! Ognuna soddisfa, produce e frustra. AS: Non pensi che il modo in cui appare la tua Universal Page porti alcuni pensieri tristi, come se non ci fosse alcuna speranza o senso in tutta l’attività umana?

NB: Vuoi dire la NOSTRA universal page. No. Se avessi pensato che non c’è speranza né significato nell’attività umana mi sarei ritirata (o peggio). Penso che la provocazione sia differente dal nichilismo.

AS: Per favore questa cambiala per il record. Che provocazione? L’abbiamo fatto senza conoscere I risultati…

[Universal Page http://universalpage.org/ è la media oggettiva di tutto il contenuto pubblico del Web fuso in un’unica pagina. Uno script cerca nell’intera rete, analizzando e processando i dati e generando una media secondo algoritmi precisi. Universal Page è pulsante, un monumento vivo che non commemora il singolo individo o la singola ideologia bensì celebra la collettività globale conosciuta come World Wide Web.]

NB: Vero, ma non cambierei questa cosa per il record, a meno che tu non t’impegni di più a convincermi!

AS: Cari lettori di questo testo… Cosa stiamo facendo adesso? Cercando di parlare o presentandoci ad altre persone? Non dimenticarti dell’onorario: dobbiamo consegnare un testo interessante!

NB: Pensieri tristi possono portare a nuove idee e attività. Credo che Universal Page segnali la fine di una particolare categoria di attività sulla rete – la pagina web dell’artista – e richieda un nuovo tipo di attività. È l’ULTIMA web page. È la web page DEFINITIVA.

AS: ??? Non è la media di tutte le pagine degli artisti, è l’intera Internet.


AS: Quale sarebbe la lettura profonda del progetto?

NB: È (come te e me) una mistura di intensa fiducia e speranze nelle possibilità di questo nuovo mezzo (e dell’arte in generale), insieme con una forte sfiducia e frustrazione, seguendo la sua promozione sensazionale e i suoi numerosi fallimenti.

È anche un commento sul ciclo culturale: la costante assimilazione delle pratiche "avant-garde" da parte delle istituzioni e i nostri costanti (e necessari) tentativi di resistere a questa assimilazione. Riguarda i pericoli che derivano dalle dichiarazioni universali e l’importanza della specificità.

È come ho detto prima una provocazione.

Oggi, cominciare e finire con una web page non è più abbastanza. La conversazione che segue e le attività che stimola e incoraggia sono la cosa importante. Dobbiamo ancora vedere i risultati. Possiamo solo sperare!

AS: E dove andremo dopo?

NB: Questa è una domanda chiave. Un posto dove andare è RTMark (http://www.rtmark.com). Ma ci sono molti altri posti necessari. E non rtmark.com come l’inizio di un genere. Non cerco affatto questo.

AS: Cosa farai dopo?

NB: Quando la serie (http://www.calarts.edu/~ntntnt) sarà finita alla fine di maggio, lavorerò su un certo numero di giochi per il computer. Io e RTMark lavoreremo ad un gioco sulla vita artificiale il cui nome è The Genetic Game, anche se sono sicura che le cose cambieranno e finirò per far diventare il mio gioco The Intruder una galleria a sé. (see http://www.calarts.edu/~bookchin/intruder).

AS: Il genere di gioco che sembra essere importante per te. Che cos’è?

NB: Voglio lavorare con un genere che ha una popolarità di massa. Molta gente gioca con i videogiochi. Molto poca osserva la net.art. Voglio avere qualche tipo di accesso a questa audience di giocatori. Il computer e i videogiochi sono allo stesso tempo eccitanti e problematici. I giochi per il computer sono usati per giustificare la guerra e il genocidio e insegnare questa tipologia di pensiero. Gli amanti giocano. Mi piace la metafora del gioco per discutere la vita vera: l’amore, la politica, la guerra, i generi, il raccontare storie, la morte.

AS: Come vedi il ruolo dell’artista nel mondo moderno e come è cambiato dall’emergere dei nuovi paradigmi dell’informazione?

NB: Il ruolo dell’artista è sia necessario che irrilevante – una contraddizione forte (un’insieme di contraddizioni). Penso che sia impossibile in questa era che le nostre vite non siano piene di contraddizioni. Inoltre credo sia importante ammettere queste contraddizioni e rifiutare il mito della purezza. Non c’è più possibilità di purezza.

Parte di ciò che ci può salvare dal rimanere intrappolati in questa cosa è continuare ad essere aperti, muoversi, cambiare. Nessuna soluzione finale per me!

Se puoi perdonarmi la semplice metafora, credo che l’incapacità di fissare l’informazione digitale sia simile all’incapacità di fissare i nostri ruoli e le nostre attività oggi.


Sembra che la tua vita abbia raggiunto un livello molto alto di attività ed emozionalità. Non hai paura di disperdere tutta la tua energia e avere un profondo attacco di nervi dopo tutto ciò?

NB: Sì.

AS: Come proteggi la tua salute?

NB: Non lo so, ma sono aperta a suggerimenti.

AS: Conosci la mia pagina d’ispirazione (http://www.easylife.org/inspiration). Dovrei farne un’altra chiedendo alla gente suggerimenti per proteggere la salute di un’artista superattiva ed emozionale?

NB: È un suggerimento attraente ma ho paura che non ci sia davvero una soluzione. Questo è il tempo per la superattività. Lo sto facendo solo perché non riesco ad immaginare l’esperienza della noia. Penso di poter proteggere la mia salute sapendo che ci sarà un tempo per l’inattività a seguire questo periodo di iperattività.

AS: Perché questo è il tempo per la superattività?

NB: Perché ci sono cose d’importanza vitale che vanno fatte. Ero abbastanza confusa dal tuo progetto d’ispirazione, per esempio, perché non posso immaginare l’esperienza dell noia in questo momento. Le cose stanno cambiando così velocemente e penso che abbiamo bisogno di agire e resistere contro il totale controllo corporativo, tecnologico e istituzionale.

E poi, ci sono da fare molte cose eccitanti che non hanno niente a che vedere con ovvi atti di resistenza ma semplicemente col creare, l’inventare, il giocare.

Forse la tua razione a questa velocità è stata chiudere tutto temporaneamente e poi interpretarla come noia. AS: Forse. Penso che le cose stiano cambiando così rapidamente che è molto difficile osservare e capire questi cambiamenti. È facile perdersi; l’informazione diventa solo un rumore. Ma volevo anche provocare qualche reazione nella gente – simili alle tue – e cercare di capire cosa sta succedendo.

NB: Ti ha aiutato?

AS: Troppo presto per dirlo, ma ho trovato delle correlazioni con alcune mie idee.

NB: Devo ammettere che guardo spesso la tua pagina d’ispirazione. Qualche volta ci aggiungo qualcosa. Anche se non riesco a trovare alcuna soluzione dalle sottoscrizioni, è più una questione della possibilità che ciò accada – per esempio, è rispetto al desiderio e non alle risposte.

Pensavo di fare un bagno ora. Dovremmo continuare?

AS: Dovremmo continuare dopo il bagno?

NB: Potrei rileggermi le mie risposte e elaborarle? Ti ho risposto piuttosto in fretta e potrei probabilmente revisionare ed elaborare.

AS: Ok, fatti un bagno, pensa al testo. Io sono pronto per andare a dormire. Mandami roba. Continuerò domani quando mi sveglio. OK?

NB: Buona notte. Fai bei sogni. A più tardi.

AS: Buona giornata!