Eugenio Da Venezia

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Personaggio

Eugenio Da Venezia

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Biografia

Eugenio Da Venezia (Venezia 1900 – Ivi 1992) fu un pittore figurativo italiano, aderente al movimento del Post-Impressionismo, che a Venezia trovò peculiarità in toni chiari, richiamandosi alla tradizione del Vedutismo Veneto, ossia un Post - Impressionismo Lagunare. Da Venezia è un artista di formazione veneziana ed a Venezia è rimasto legato per tutta la vita, portando nel cognome la sua città natale. I suoi primi studi di pittura sono all’Istituto Statale d’Arte di Venezia e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida dei maestri Vittorio Bressanin, Emilio Paggiaro ed Ettore Tito (anni 1915-1923). Sono di questo periodo i disegni di studi anatomici che da Venezia eseguì, insieme a Marco Novati, nella sala anatomica dell’Ospedale Civile di Venezia. Il suo amore per la città natale e per la pittura veneziana lo ha guidato all’appassionata ricerca coloristica, che si rivela nei suoi quadri a seconda del soggetto: figure, fiori e paesaggi. Nel 1925 Eugenio da Venezia frequenta gli studi concessi dall’Opera Bevilacqua La Masa a Palazzo Carminati, entrando a far parte del gruppo conosciuto poi come “I giovani di palazzo Carminati” (Fioravante Seibezzi, Neno Mori, juti Ravenna, Marco Novati, mario Varagnolo per citarne alcuni). Nel 1934 avviene l’incontro con Pierre Bonnard alla XIX Biennale di Venezia. Come scrisse Perocco nel 1968, Bonnard comprese subito il talento di Da Venezia, non potè non avvertire un’affinità con il giovane artista veneziano e fu con lui molto generoso nell’incorraggiamento e nei consigli. Bonnard insisteva che Da Venezia curasse la forma, che dominasse il temperamento per svelare prima graficamente il peso e la solidità del soggetto da dipingere. Dopo averne posseduto profondamente i segreti, poteva distruggere, se voleva, la forma, ricorda ancora Da Venezia, seguendo l’impeto del colorista puro e l’emozione che proprio il colore sa suscitare nell’apparizione pura dell’immagine. Ha esposto a nove edizioni de La Biennale di Venezia: 1932, 34, 35 per il XL Anniversario, 36, 38, 40, 42, 48, 50, 56. Nel 1947 è tra i 27 artisti fondatori che contribuirono alla decorazione della famosa valigia di cartone, che radunò attorno a se: L'Ordine de La Valigia. Tra gli artisti si ricordano Felice Carena, Mariano Fortuny, Angelo Sara, Giusto Benvenuti, Otello Bertazzolo, Carlo Dalla Zorza, Alessandro Pomi, Cosimo Privato, Giuseppe Cherubini, Carlo Cherubini, Aldo Bergamini, Rino Villa, Armando Tonello per citarne alcuni. Moltissime sono le mostre in Italia ed all’estero, come numerosi sono i premi ricevuti ed i critici che negli anni hanno scritto su di lui.


Sito web

http://www.eugeniodavenezia.eu

Poetica

Nel 1968 così Eugenio Da Venezia scrisse: “La pittura è stata ed è la passione più grande della mia esistenza, oserei dire la mia vita stessa. Sin dai primi anni della mia giovinezza Venezia mi incantava e mi sembrava un paese di sogno …; i suoi canali, i magnifici palazzi, le sue chiese, quella di San Marco con i suoi mosaici, il palazzo ducale, la laguna con le sue isole sparse, con le sue barene, erano per me tutte cose che mi davano la sensazione di vivere in un mondo irreale, un mondo d’incanto. Venezia ha alimentato il mio entusiasmo giovanile per l’Arte, infondendomi l’ardente desiderio di approfondire sempre di più lo studio della pittura. I grandi Maestri della pittura veneziana dal ‘400 al ‘ 700 mi ammaliavano, come pure mi affascinava la pittura dell’ultima metà dell’ 800 rappresentata dai pittori di grande valore. Dovrei scrivere un intero volume per spiegare le sensazioni, le emozioni, che tutte queste bellezze ambientali suscitavano in me, o per ricordare gli artisti che in tale ambiente avevano operato. Erano certamente il colore e la poesia che emanavano dalla loro arte le cose che più sentivo e mi attraevano. Tutto il mio studio è stato rivolto ai grandi Maestri del colore, che si ispiravano umilmente alla natura con tutto il suo mistero. Ma quanto più approfondivo lo studio della pittura, tanto più mi accorgevo che era una cosa immensa da acquisire: bisognava impossessarsi della forma, delle varie tecniche intese a conquistarla; in altre parole, apprendere anche il così detto mestiere. Tutti studi estremamente necessari. Mi accorsi che l’Arte è ben altra cosa! L’Arte è un dono di pochi e ad essa si arriva soltanto quando un’artista la sente come una vocazione; è una forza che deve nascere dall’Io interiore, è una febbre che brucia e quando si sente questo impulso ad esprimere si deve farlo in qualsiasi ora di giorno, di notte, da sano o ammalato; si avverte l’impossibilità di sottrarsi al suo influsso: ecco perchè sostengo che l’Arte non è una professione, un mestiere, ma una vocazione … un dono superiore … “divino”! Sento la pittura come una musica dolcissima e poetica che assume talvolta accenti drammatici, avverto come una sensazione fantastica ed irreale ricolma di risonanze arcane: e tutta questa musica che sgorga dalla profondità del mio Io deve essere trasformata dalla percezione visiva del colore. Spesso mi accorgo che basta una pennellata inesatta, non corrispondente a questa armonia sentita, per rovinare, distruggere il lavoro intrapreso … proprio come una nota stonata nell’esecuzione musicale può rovinare una bellissima sinfonia di un grande musicista. Mi è successo di trovarmi da mesi a letto ammalato e dio sentire prepotente il bisogno di dipingere. Il medico me lo sconsigliava perentoriamente, facendomi intendere che tale sforzo avrebbe potuto procurarmi conseguenze gravissime; eppure era talmente grande la forza interiore che mi spingeva a dipingere che non badai al consiglio anche se il trasgredire mi avrebbe potuto portare a conseguenze fatali. Dovetti dare sfogo a quell’incentivo che sentivo in me. Questo non lo dico per dimostrare alcuna bravura particolare, ma per spiegare umilmente la mia natura. In contrapposto però ho avuto dei periodi di abulia da non potere toccare i pennelli per mesi e da non sentire alcun desiderio di vedere quadri miei o di qualsiasi pur grande artista. Ho studiato tanto la grande pittura del passato, antica e moderna e sono arrivato ad una conclusione: solo i grandi artisti, pittori e scultori hanno toccato e raggiunto con la loro arte il mistero della natura. Penso che questo sia il vero “Astratto” né viene di conseguenza che per molta critica io non sono un pittore moderno, attuale, avveniristico, con tutti gli ….ismi …. ecc, ma un artista tradizionalista forse già superato … tutto può darsi …; ma posso dichiarare che più di qualche pittore così detto “Astrattista” ha ammirato la mia pittura perché la sentiva viva, attuale … come la percepisco io, che mi sento nel mio tempo, perché seguo tutte le manifestazioni, le invenzioni, la cultura di adesso. La mia sensibilità è sempre aperta a tutte le più varie e disparate conquiste, sia nell’arte che nella scienza: certo che oggi viviamo in un epoca confusionaria, in cui, in arte tutto è permesso e non esiste più alcun controllo. Sono prodotti del tempo in cui viviamo, sia per le guerre, la politica, che per le grandi conquiste della scienza, ma l’Arte è al di sopra di tutte le avvertenze e le cose umane. L’Arte è una cosa troppo grande, seria, eterna ed è perciò sempre stata solo conquista di pochi. Ricordo uno scritto a me rivolto dal grande pittore Pierre Bonnard che aveva ammirato le mie opere esposte alle Biennali di Venezia nel 1932 e nel 1934 e mi scriveva: “ad un artista come lei, dotato d’importanti qualità e grande sensibilità di colore, il consiglio che mi permetto dare è di approfondire lo studio della forma, per poterla padroneggiare e alle volte anche apparentemente distruggere”, pure Gino Rossi così diceva: “non si costruisce col colore: si costruisce con la forma”. Ho tenuto quel consiglio come la cosa più preziosa che ho avuto dai miei Maestri. Per essere fedele a tale consiglio, pur avendo seguito tutti gli studi regolari accademici mi unii al grande amico ed artista Marco Novati per trascorrere due anni, nei mesi invernali, nella sala anatomica dell’ospedale civile e sia pure forniti di qualche bottiglietta di grappa, pieni di entusiasmo riprendemmo a disegnare dal vero pezzi anatomici per approfondire sempre più la conoscenza del corpo umano, cioè della forma. Ritenni questo studio il più importante e redditizio per impadronirmi di essa”.

Opere

Alcune della opere di Eugenio Da Venezia:

http://www.eugeniodavenezia.eu/it/opere.php


Bibliografia

  • Da Venezia, Vita ed Opere del Maestro di Gino Damerini
  • E. Da Venezia, Vita ed Opere del Maestro di Pietro Zampetti, Venezia 1968
  • Eugenio Da Venezia, Vita ed Opere del Maestro di Paolo Rizzi. Edizione Galleria d'Arte Moderna Ravagnan - Ve Settembre 1971
  • Mezzo secolo di pittura nel Veneto, di Paolo Rizzi. ALL. Nr. 3 alla rivista Bolaffi Arte Nr. 72 del 09/1977
  • La Valigia ieri e oggi, di Bevilacqua La Masa Catalogo Mostra 02-22/10 -1982, presso Museo Cà Pesaro, Venezia
  • Eugenio Da Venezia, La donazione alla Querini Stampalia, Milano, Electa, 1990 - Catalogo Mostra 09/11 - 09/12 -1990, presso Palazzo Querini, Venezia
  • Collana dei "Quaderni della Donazione Da Venezia", a cura di Giuseppina Dal Canton, pubblicazioni annuali


Webliografia

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http://www.querinistampalia.it/museo/fondi/da-venezia.html

http://posizionamento-gratis.net/sezione-Arte+e+cultura/Pittura+e+scultura/58192-Eugenio+Da+Venezia%3A+Arte+moderna+e+contemporanea.html

http://www.area-clienti.com/professionista-28520-Eugenio+Da+Venezia

http://www.arsvalue.com/webapp/artista/12792086/eugenio-da-venezia.aspx

http://www.ciacoeoni.net/ArtistiaVenezia/EugenioDaVenezia/tabid/196/Default.aspx

http://www.artsvenice.com/ARTISTI/EUGENIO%20DA%20VENEZIA.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Da_Venezia

http://www.saatchionline.com/eugeniodavenezia

http://www.evri.com/person/eugenio-da-venezia-0x523a4d

http://www.historia-del-arte-erotico.com/1930_12/