Intervista a Tommaso Trini: differenze tra le versioni

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''Cosa s’intende per ??''
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''Ci può parlare più precisamente dell’esperienza del Planetari Network alla Biennale di Venezia del 1982?''
 
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''In che modo hanno influito gli Happening nell’arte digitale?''
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''In che modo hanno influito gli [[Happening]] nell’arte digitale?''
  
“Io credo che la storia degli Happening o delle performance, chiamiamoli così, poiché gli happening erano degli anni 60 e non c’era ancora nessuna nozione di questo tipo, elaborazione avanzata, ma le performance sono già verso la fine degli anni 60.
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“Io credo che la storia degli [[Happening]] o delle performance, chiamiamoli così, poiché gli [[Happening]] erano degli anni 60 e non c’era ancora nessuna nozione di questo tipo, elaborazione avanzata, ma le performance sono già verso la fine degli anni 60.
 
Sono state l’ultimo tentativo dell’arte di restare legata alla materialità del corpo, quindi all’individuo, alla persona, alla presenza, e nello stesso tempo questa presenza era totalmente fluttuante. La [[Body art]] e  le sue performance sono il primo inizio di materializzazione della presenza del corpo, dell’artista o del corpo pittura, le performance sono nate in qualche modo come attività di pittura.
 
Sono state l’ultimo tentativo dell’arte di restare legata alla materialità del corpo, quindi all’individuo, alla persona, alla presenza, e nello stesso tempo questa presenza era totalmente fluttuante. La [[Body art]] e  le sue performance sono il primo inizio di materializzazione della presenza del corpo, dell’artista o del corpo pittura, le performance sono nate in qualche modo come attività di pittura.
Pollok che si mette a di dipingere su una tela per terra e così altri hanno fatto… ecco, è un intrusione, una sorta di prospettiva immersiva del corpo, della corporalità dentro, il medium quale che esso sia, strutturale o pittorico, questo però inizia a  smaterializzarsi e presuppone un lavoro a distanza, naturalmente sono 2 corpi totalmente separati, ma internet o comune l’arte
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Pollok che si mette a di dipingere su una tela per terra e così altri hanno fatto… ecco, è un intrusione, una sorta di prospettiva immersiva del corpo, della corporalità dentro, il medium quale che esso sia, strutturale o pittorico, questo però inizia a  smaterializzarsi e presuppone un lavoro a distanza, naturalmente sono 2 corpi totalmente separati, ma internet o comune l’[[Arte telematica]]
  
 
''Che mutazioni ha subito  il panorama artistico confrontandosi con la rete ?''
 
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''Quali mutamenti ha subito la figura dell’artista e del fruitore dell’opera d’arte ?''
 
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“L’impatto dell’arte in rete non è ancora dominante, sicuramente so che esistono già dei collezionisti, delle fondazioni, dei musei, che hanno delle sezioni dove danno la possibilità agli artisti di utilizzare e di vivere anche in qualche modo con le loro produzioni di [[Web ar]]t o arte in rete.
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“L’impatto dell’arte in rete non è ancora dominante, sicuramente so che esistono già dei collezionisti, delle fondazioni, dei musei, che hanno delle sezioni dove danno la possibilità agli artisti di utilizzare e di vivere anche in qualche modo con le loro produzioni di [[Web art]] o arte in rete.
  
  
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Quindi questa produzione di interfaccia è parallela, non è la comunicazione che conta nell’arte in rete, è proprio come si modella l’interfaccia e quindi l’interattività con gli altri.
 
Quindi questa produzione di interfaccia è parallela, non è la comunicazione che conta nell’arte in rete, è proprio come si modella l’interfaccia e quindi l’interattività con gli altri.
 
Certamente l’arte in rete è la più interattiva che esista ma non ha ancora avuto la possibilità di creare un'opera o manifestazione che coinvolgesse creativamente gli altri.
 
Certamente l’arte in rete è la più interattiva che esista ma non ha ancora avuto la possibilità di creare un'opera o manifestazione che coinvolgesse creativamente gli altri.
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''Quali erano se esistevano i rapporti tra gli artisti come [[Adrian Robert]], [[Ascott Roy]] e altri degli anni 80 con le realtà di movimento ?''
 
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“Erano in sintonia ma già il fatto che loro fossero così presi dalla specializzazione, dalla possibilità, dalla necessità di accedere a questi strumenti, che erano in parte totalmente nuovi e in parte non erano ancora ben definiti, il fatto di doversi mantenere anche per vivere, a contatto con l’evoluzione lenta di questi mezzi, mentre alcuni diventano Microsoft, altri sono rimasti artisti che hanno prodotto delle idee e sono rimasti chiusi dentro il loro movimento.
 
“Erano in sintonia ma già il fatto che loro fossero così presi dalla specializzazione, dalla possibilità, dalla necessità di accedere a questi strumenti, che erano in parte totalmente nuovi e in parte non erano ancora ben definiti, il fatto di doversi mantenere anche per vivere, a contatto con l’evoluzione lenta di questi mezzi, mentre alcuni diventano Microsoft, altri sono rimasti artisti che hanno prodotto delle idee e sono rimasti chiusi dentro il loro movimento.
  

Revisione 03:57, 20 Feb 2006

Italic textAutore: Trini Tommaso

Tratto da: Bassi Bruno, Bassi Dora, Biagini Giselda, D'Antongiovanni Silvia, "Arte telematica negli anni Ottanta", video, Accademia di Belle Arti di Carrara, Corso di Teoria e Metodo dei Mass Media, prof. Tommaso Tozzi, Anno Accademico 2004-2005

Titolo Originale: Intervista a Tommaso Trini

Intervista di: Bassi Bruno, Bassi Dora, Biagini Giselda, D'Antongiovanni Silvia

Anno: 2005



Testo dell'articolo

Cosa s’intende per “Arte telematica

Web art

Ci può parlare più precisamente dell’esperienza del Planetari Network alla Biennale di Venezia del 1982?


Come erano vissute tali esperienze nel mondo dell’Arte o in generale?


Erano conosciute da un grande numero di persone?


Quali altre esperienze ha avuto nel campo, nel settore dei rapporti fra Arte e Reti Telematiche, comunque comunicazione a distanza?


Quale era il grado d’interattività in tali esperienze?

“Molto poco, un po’ forse perché io non avevo più l’età, non ero più così giovane da partecipare, in qualche modo appartengo alla generazione degli anni 60/70, che ha avuto il suo picco la sua giovinezza, le sue innovazioni in quegli anni. Dopo siamo stati un po’ il traino, e devo dire che non era facile interagire, perché non facevamo parte di gruppi e il mio stesso gruppo di giovani studenti, i fratelli Carraro per esempio, di cui c’è traccia nel catalogo della Biennale, che poi sono diventati degli operatori del settore dell’elettronica collegata all’arte e alla cultura, ebbene loro insieme al loro gruppo hanno lavorato in questo settore in maniera molto efficiente e attiva.


In che modo hanno influito gli Happening nell’arte digitale?

“Io credo che la storia degli Happening o delle performance, chiamiamoli così, poiché gli Happening erano degli anni 60 e non c’era ancora nessuna nozione di questo tipo, elaborazione avanzata, ma le performance sono già verso la fine degli anni 60. Sono state l’ultimo tentativo dell’arte di restare legata alla materialità del corpo, quindi all’individuo, alla persona, alla presenza, e nello stesso tempo questa presenza era totalmente fluttuante. La Body art e le sue performance sono il primo inizio di materializzazione della presenza del corpo, dell’artista o del corpo pittura, le performance sono nate in qualche modo come attività di pittura. Pollok che si mette a di dipingere su una tela per terra e così altri hanno fatto… ecco, è un intrusione, una sorta di prospettiva immersiva del corpo, della corporalità dentro, il medium quale che esso sia, strutturale o pittorico, questo però inizia a smaterializzarsi e presuppone un lavoro a distanza, naturalmente sono 2 corpi totalmente separati, ma internet o comune l’Arte telematica

Che mutazioni ha subito il panorama artistico confrontandosi con la rete ?

“Non credo che ci sia ancora un effetto vero, io direi che i media elettronici hanno aumentato moltissimo le possibilità di realtà virtuale. Se l’arte telematica, o l’arte in rete è una realtà virtuale, allora possiamo dire che l’arte in rete ha una dominante ma io terrei, se dovessi impostare una ricerca più tecnica, che l’arte in rete sia molto più materializzata e più deterministica della realtà virtuale.


Quali mutamenti ha subito la figura dell’artista e del fruitore dell’opera d’arte ?

“L’impatto dell’arte in rete non è ancora dominante, sicuramente so che esistono già dei collezionisti, delle fondazioni, dei musei, che hanno delle sezioni dove danno la possibilità agli artisti di utilizzare e di vivere anche in qualche modo con le loro produzioni di Web art o arte in rete.


L’agire creativo attraverso le nuove tecnologie può portare delle reali trasformazioni sociali e culturali ?

“Sicuramente si, ci vuole molto tempo, trasformazioni le porte per il fatto che questi media sono pervasivi, vengono prima dell’impatto dell’opera del linguaggio. In fondo se noi pensiamo che l’arte è sempre stata considerata un emanazione linguistica dell’inconscio dell’individuo, di una comunità, di un'epoca, di un luogo storico. Se pensiamo questo oggi forse non è più tanto così, l’arte si manifesta come creazione di interfaccia e allora l’arte in rete è una delle possibili interfacce come quella di creare proiezioni a gravitazionali nello spazio o manda laser nel cosmo che sono altri tipi di arte. Quindi questa produzione di interfaccia è parallela, non è la comunicazione che conta nell’arte in rete, è proprio come si modella l’interfaccia e quindi l’interattività con gli altri. Certamente l’arte in rete è la più interattiva che esista ma non ha ancora avuto la possibilità di creare un'opera o manifestazione che coinvolgesse creativamente gli altri. interattività

Quali erano se esistevano i rapporti tra gli artisti come Adrian Robert, Ascott Roy e altri degli anni 80 con le realtà di movimento ? “Erano in sintonia ma già il fatto che loro fossero così presi dalla specializzazione, dalla possibilità, dalla necessità di accedere a questi strumenti, che erano in parte totalmente nuovi e in parte non erano ancora ben definiti, il fatto di doversi mantenere anche per vivere, a contatto con l’evoluzione lenta di questi mezzi, mentre alcuni diventano Microsoft, altri sono rimasti artisti che hanno prodotto delle idee e sono rimasti chiusi dentro il loro movimento.