Koolhaas Rem

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Biografia:

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Rem Koolhaas è nato a Rotterdam nel 1944. All’età di otto anni, per motivi di lavoro del padre, si trasferisce in Indonesia. Comincia la sua carriera come giornalista, collaborando con l’Haagse Post e, più tardi, diviene sceneggiatore in Olanda e a Hollywood. Dal 1968 frequenta la Architecture Association School a Londra, e nel 1972 riceve Harkness Fellowship per studiare negli Stati Uniti. Nell’anno accademico 1972/1973 studia con O.M. Ungers presso la Cornell University e nel 1973 diviene visiting professor all’Institute for Architecture and Urban Studies a New York. In questi anni scrive Delirious New York, da egli stesso descritto come un "manifesto retroattivo per Manhattan", che viene pubblicato nel 1978. Il libro è stato riedito nel 1994 in concomitanza con la mostra dei suoi lavori intitolata Rem Koolhaas and the Place of Public Architecture al Museum of Modern Art a New York. Nel 1975 insegna sia presso l’Institute for Architecture and Urban Studies di New York che presso la School of Architecture della University of California di Los Angeles. Sempre in tale anno Koolhaas, insieme a Madelon Vriesendorp ed Elia e Zoe Zenghelis, fonda a Londra lo studio OMA (Office of Metropolitan Architecture) con scopo determinato di indirizzare la società contemporanea verso la formazione di un’architettura contemporanea. Tre anni più tardi, l’OMA vince il concorso per l’ampliamento del Parlamento. L'apprezzamento per tale progetto dà luogo, nel 1978, all'apertura di un ufficio a Rotterdam e ad un incarico di progettazione per un quartiere residenziale ad Amsterdam, completato nel 1986 e noto come IJ-Plein. Un altro tra i primi incarichi ricevuti è quello riguardante il Netherlands Dance Theatre in The Hague, completato nel 1987 e definito da Phyllis Lambert, direttore fondatore del Canadian Centre for Architecture a Montreal, come "uno dei primi nove edifici del XX secolo". Nel 1988 e 1989 insegna presso la Technical University di Delft. Nel 1990 diventa professore presso la Harvard University di Cambridge e nel 1991 1992 viene chiamato ad insegnare presso la Rice University di Houston in Texas. Nel 1991 Bill Lacy, il direttore esecutivo del Pritzker Prize, nel suo libro 100 Contemporary Architects scrive: "Come un architetto-filosofo-artista, l’olandese Rem Koolhaas ha ampliato e continua ad ampliare la nostra concezione di città e civiltà". Nel 1992 Koolhaas progetta il Kunsthal, un edificio per ospitare le mostre itineranti a Rotterdam. Esso prevede tre grandi sale espositive, che possono essere usate anche congiuntamente, un ristorante, con accesso indipendente, ed un auditorium. Il tutto è organizzato attorno ad una rampa elicoidale pedonale che attraversa l'edificio. Nel 1994 pubblica, in collaborazione col grafico canadese Bruce Mau, un secondo libro, S,M,L,XL; descritto come un romanzo sull’architettura, il libro combina fotografie, piani, narrativa, vignette, composizioni e pensieri casuali con il lavoro prodotto da Koolhaas per l’OMA. Nello stesso anno gli viene affidato l’incarico del piano urbanistico dell’Euralille, completato nel 1996. Esso è un centro di attività commerciali, culturali ed espositive che sorge a Lille accanto alla linea del Tgv, divenuto l’interscambio tra Londra e Parigi grazie all’Eurotunnel. All’interno dell’Euralille viene realizzato il Lille Grand Palais, una struttura per congressi ed esposizioni, che contiene anche una concert hall. Dal 1995, Koolhaas è professore alla Harvard University di Cambridge. Attualmente, conduce un gruppo di ricerca con gli studenti che si occupa dello studio dei diversi problemi legati condizione urbana. I progetti includono uno studio di cinque città nel Delta del Pearl River in Cina; uno studio, The Roman System, concentrato sulla città romana ed antica; Shopping, un’analisi del ruolo del consumo della vendita al dettaglio nella città contemporanea; uno studio della città africana, specificamente di Lagos, in Nigeria. Recentemente, Koolhaas ha realizzato il progetto della sede Universal Studios, a Los Angeles, ed è stato selezionato per realizzare un nuovo Campus Center all’Illinois Institute of Technology a Chicago. L'edificio sarà, dopo molti anni, la prima struttura nuova dell'università dove venti dei suoi cinquanta edifici furono disegnati da Mies van der Rohe. Nel 1999 è stato selezionato per realizzare la Seattle Library Board of Trustees che viene ultimata nel 2003. Nel 2000 Koolhaas è insignito del Pritzker Architecture Prize. Nel 2001 viene realizzato il progetto per il New York Prada store, nel 2001 quello per il Los Angeles Prada store e nel 2002 quello per il San Francisco Prada store.


Opere:

  • 1974 - Residenza a Miami, Florida, USA
  • 1975 - Hotel Sphinx, New York, USA
  • 1976 - Hotel Welfare Palace, New York, USA
  • 1986/1987 - Ristrutturazione dell'ampio insediamento Bijlmermeer, Amsterdam, Olanda
  • 1986 - Harlemmermeer, Amsterdam, Olanda
  • 1984 - National Dance Theater, L'Aia, Olanda
  • 1985 - Morgan Bank, Amsterdam, Olanda
  • 1986 - Municipio, L'Aia, Olanda
  • 1987/1988 - Netherlands Dance Theatre a L'Aia, Olanda
  • 1989 - ZKM - Zentrum für Kultur und Medien, Karlsruhe, Germania
  • 1989 - Centro Internazionale di Affari, Lille, Francia
  • 1990 - Centro Congressi, Agadir, Marocco
  • 1990 - Stazione degli Autobus, Groningen, Olanda
  • 1991 - Villa dall'Ava, Parigi, Francia
  • 1991 - Nexus Housing, Fukuoka, Giappone
  • 1992 - Yolohama Urban Ring, Yokohama, Giappone
  • 1992 - Kunsthal a Rotterdam, Olanda
  • 1993 - Museumspark Rotterdam, Rotterdam, Olanda
  • 1994 - Lille Grand Palais, Lille, Francia
  • 1994 - Masterplan per Euralille, Lille, Francia
  • 1994 - Opera, Cardiff, Galles, Regno Unito
  • 1994 - Miami Performing Arts Center, Miami, Florida, USA
  • 1994/1995 - Risanamento della città di Almere, Olanda
  • 1994/2000 - Service Tunnel, L'Aia, Olanda
  • 1994/1995 - Hypo-Theatiner-Centro a Gablerhaus, Monaco di Baviera, Germania
  • 1995 - Inchon International Airport (Seoul International Airport) Seoul, Corea
  • 1995 - Tate Gallery Extension, Londra, Inghilterra
  • 1997 - Educatorium a Utrecht, Olanda
  • 1998 - Ampliamento dell'Illinois Institute of Technology, IIT di Chicago, USA
  • 1998 - Casa a Bordeaux, Francia
  • 1999 - Deluxe townhouses, Amsterdam, Olanda
  • 1999/00 - Biblioteca pubblica a Seattle
  • 2000/01 - Guggenheim Las Vegas e Hermitage Guggenheim
  • 2001 - New York Prada store

Il negozio, ricavato da un tipico loft ottocentesco, fra Broadway e Mercer Street, nel cuore di una zona alla moda di Manhattan, occupa il piano terra di un edificio e il seminterrato dell'edificio adiacente, che si configurano come due spazi paralleli, collegati da una piccola sezione del seminterrato. A questa configurazione si è ispirata la composizione architettonica che ruota intorno all'onda-scalinata che plasma sia il pian terreno che quello interrato, definendo, sulla superficie del pavimento in legno zebrato, una serie di spazi: l'ingresso, le gradinate per l'esposizione di scarpe ma dove è anche possibile sedersi, il palco a scomparsa e l'area espositiva principale. Nell'insieme si ha un unico e ampio open space mutevole, a doppia altezza, in cui la parte ascendente dell’onda nasconde in sé una pedana retrattile controllata meccanicamente, mentre le gradinate dove sono esposte le scarpe possono diventare un auditorio e ospitare fino a 200 persone. espositori sospesi e 'camerini' tecnologici. I primi consistono in una serie di gabbie in maglia di alluminio che scendono dal soffitto, configurate in modo tale da permettere l'inserimento di barre per appendere i capi, scaffali, manichini e fissate a binari motorizzati che consentono spostamenti in tutto il negozio. I camerini sono cubi di vetro trasparente (che una volta occupati diventano opachi polarizzandosi) dotati, invece del solito specchio, di uno schermo a cristalli liquidi perché il cliente possa agevolmente vedere come cade l’abito da diverse angolazioni. Anche sui muri del negozio sono distribuiti schermi per mostrare al cliente le immagini degli abiti da scegliere e da provare. Infine un ascensore cilindrico in vetro, con una cabina del diametro di oltre 3 metri e mezzo, che contiene un'esposizione di borse collega il piano terra al piano inferiore che ospita gli accessori e l'area cosmetici disegnata dall'architetto giapponese Kazuyo Sejima.

  • 2001 - Los Angeles Prada store
  • 2002 - San Francisco Prada store
  • 2002 - Progetto per il Master Plan Zeche Zollverein Essen, Germany (termine dei lavori previsto per il 2008)
  • 2002 - Progetto per la sede della CCTV, Beijing, Cina (termine dei lavori previsto per il 2008)

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Questo progetto riguarda la costruzione di un edificio a torre nel nuovo Central Business District di Beijing, in un’area di 10 ettari, che verrà completato per i giochi olimpici del 2008. L’assegnazione all’OMA per l’incarico di tale progetto è avvenuta in seguito ad un concorso internazionale di architettura organizzato dalla Beijing International Tendering Co nel dicembre del 2002. Il progetto proposto prevede due edifici a torre. La nuova sede della CCTV, un grattacielo alto 230 metri e avente superficie di 405 mq, unisce spazi per uso amministrativo con nuovi studi radio e televisivi e una serie di altre attività interconnesse. L’edificio si caratterizza in alzato per essere una sequenza continua di sezioni orizzontali e verticali che si innestano nel terreno, inoltre le sue facciate sono caratterizzate da una griglia irregolare. Il secondo edificio, della superficie di 116000 mq, riguarda il Television Cultural Center (TTC); in esso vi sono un hotel, un centro accoglienza visitatori, un teatro pubblico e spazi espositivi. Esternamente si ha un parco mediatico per l’intrattenimento, un’asse centrale di verde e zone per riprese all’aperto.

  • 2002/05 - Progetto per la Casa della Musica a Porto, Portogallo

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La Casa della Musica nel centro di Porto, in prossimità della Rotonda da Boavista, si caratterizza per essere un solido isolato, sfaccettato, immerso nel terreno per 3 livelli, ed emergente da esso per altri 8. Per la sua forma di poliedro deformato in seguito all’impatto con il terreno, l’edificio viene paragonato ad un meteorite caduto sulla terra; ma anche ad un minerale sfaccettato e luminescente. L’involucro esterno è di cemento bianco in cui sono ritagliate delle vetrate, dando così continuità alla facciata e stabilendo delle relazioni più immediate con il suo intorno. L’auditorium della Casa della Musica è il centro, simbolico e funzionale, dell’edificio, e può ospitare fino a 1.300 persone; al suo interno è prevista l'installazione di un grande organo a canne per i concerti sinfonici. Altri ambienti sono: un secondo e più piccolo auditorium con palco mobile, una sala per cybermusic, un'area per convegni e workshop, laboratori didattici, una biblioteca e videoteca, sale prova e spazi per l'intrattenimento e la ristorazione, collocati nella copertura. Per Rem Koolhaas "l’edificio rivela i suoi contenuti alla città senza essere didattico. E allo stesso tempo la città si presenta allo spazio interno in modo mai apparso prima".


E per quanto rigurda i premi e riconoscimenti

  • 1974 - Progressive Architecture Award (insieme a Laurinda Spear)
  • 1986 - Rotterdam Maaskant Prize, Olanda
  • 1987 - Japan Design Foundation Award
  • 1991 - Le Moniteur, Premio di Architettura per la Villa dall'Ava
  • 1992 - The Best Building in Japan for Housing, dall'Architectural Institute of Japan per Nexus Housing a Fukuoka in Giappone
  • 1992 - Premio Antonio Gaudì
  • 1992 - Olympic Awards per il progetto urbanistico di Lille
  • 1993 - Visiting Scholar, The Getty Centre, Los Angeles, California
  • Cultural Foundation Madrid Award
  • 1997 - American Institute of Architects (AIA) Book Award per S,M,L,XL
  • 1999 - L'equerre d'argent per la Casa a Bordeaux
  • Premio Intensive Space Use dal Governo olandese per l'Almere masterplan
  • Rietvaldprize per l'Educatorium a Utrecht
  • 2000 - Pritzker Architecture Prize 2000
  • 2001 - Primo premio al concorso per il Los Angeles County Museum of Art
  • 2002 - Primo premio al concorso per Oslo Vestbanen
  • 2002 - Primo premio al concorso per la stazione televisiva CCTV, Beijing, Cina


Mostre:

  • 1978 - The Sparkling Metropolis - Guggenheim Museum, New York
  • 1988 - Recent Works - Max Protech Gallery, New York
  • OMA 1972-1988 - Architektur Museum, Basel in Svizzera
  • Deconstructivism (group exhibition) - Museum of Modern Art, New York
  • 1989 - OMA: The First Decade - Boymans Museum, Rotterdam
  • Fin de Siecle, OMA at IFA - IFA, Parigi
  • 1990 - OMA Recent Projects - Collegio d’Arquitectes, Barcelona
  • Energieen (group exhibition with Cindy Sherman, Anselm Kiefer, Sigmar Polke, Jenny Holzer) - Stedelijk Museum, Amsterdam
  • Rem Koolhaas, OMA in Lille - Musee de Beaux Arts di Lille, Francia
  • 1994-95 - Rem Koolhaas and the Place of Public Architecture - Museum of Modern Art di New York, Wexner Museum di Columbus in Ohio e a Tokyo in Giappone
  • 1995 - Euralille Poser-Exposer - travelling exhibition
  • 1997 - New Urbanism: Pearl River Delta - Documenta X, Kassel in Germania
  • 1998 - Living (Vivre) - Arc en Reve, Bordeaux, Francia
  • 1999 - Cities on the Move (group exhibition) - Hayward Gallery, Londra
  • Living (extended) - ICA, Londra


Poetica:

L’approccio di Koolhaas all’architettura è quello di un archeologo e di un pittore della vita moderna e si ispira ad una logica retroattiva. Tale logica trova concretizzazione immediata nel progetto architettonico e urbanistico fondato sull’inventario quanto più possibile clinico di ogni sito, anche se mediocre. Aprire gli occhi sulla realtà contemporanea richiede un duplice impegno. Innanzi tutto, per Koolhaas, si tratta di non smarrire, tra le pieghe della storia, le circostanze che hanno condotto alla formazione oggi emblematiche della condizione moderna. Secondo non si deve limitare i propri interessi, ma sviluppare più larghe vedute, onde disporre di maggiori potenzilità di comprensione e, forse, di nuovi parametri di intevento. Koolhaas afferma che ha avuto modo di verificare più volte la regola secondo cui nelle pattumiere della storia si trova la maggior ricchezza di idee: quelle più screditate sul piano del buon gusto e più innovative a livello di contenuti. Questa logica è inoltre sorretta da un incontrollabile ottimismo, per cui anche nelle situazione di maggior degrado si può sempre trovare la premessa o la chiave di qualcosa di buono; non esiste situazione tanto deteriorata cui non si riesca a trovare un concetto retroattivo. Questa affermazione è vicina al pensiero budelairiano per cui lo spettacolo della vita elegante e delle migliaia di esistenze fluttuanti che circolano nelle viscere di una grande città dimostra e ci basta aprire gli occhi per prendere coscienza del nostro eroismo. Non è a caso che Koolhaas citi spesso Baudelaire, il poeta che amava contemplare l’eterna bellezza e sorprendente armonia nella vita delle capitali, i paesaggi della grande città per scoprirne tutta la misteriosa bellezza, il fantastico reale della vita, il carattere di ciò che Koolhaas stesso ebbe a indicare come modernità. In particolare guardando la metropoli e il mondo delle periferie, Koolhaas ne rileva la terrificante bellezza e, su questa base, elabora il proprio metodo di intervento: quello di una sistematica idealizzazione di una automatica sopravvalutazione dell’esistente, intesa a consentire di sfruttarne tutte le potenzialità. La logica retroattiva, vera e propria di ritorno all’ambiente, conferisce legittimità al progetto architettonico e lo inscrive al tempo stesso in una dimensione razionale. Infatti l’OMA si esprime spesso attraverso serie o sequenze di schemi che permettono di seguire lo sviluppo di una dimostrazione, le tappe di un ragionamento, ma sembrano anche condurre in modo ineluttabile ad un significato che, fatalmente non potrebbe essere diverso da quello che ci viene presentato. Il lavoro dell’OMA è anche fatto di incertezze di azioni deliberate che non sono mera conseguenza di deduzioni scientifiche. La logica retroattiva non ha nulla a che vedere con un malinteso revivalismo, non è un ritorno al passato né una regressione, ma piuttosto una forma di ottimismo hegeliano. I requisiti dell’architettura di Rem Koolhaas, come egli stesso ebbe a definirli più volte, quando precisava gli obiettivi perseguiti in determinati progetti, dipendono ineluttabilmente dal : prendere sul serio ogni contesto qualunque esso sia; dare per scontato che contenga qualche elemento utile per comprendere la nostra condizione, che abbia sempre qualcosa da darci e che di rimando il progetto debba migliorarlo trasformandolo. Koolhaas sostiene che troppi progetti hanno fallito clamorosamente per non aver saputo misurare il loro impatto sul contesto guardando a quest’ultimo con il più totale disprezzo, e questo è il motivo di certi suoi attacchi all’accanimento degli architetti, al loro orrore del vuoto e alla tremenda volontà di fare architettura, cui contrappone da parte sua la ricerca di una relativa neutralità: per cui, come egli sostiene, la proposta di maggior fascino consiste essenzialmente nel costruire in modo non pretenzioso, intelligente, con relativa eleganza, ma anche nel costruire cose relativamente neutre. La relativa neutralità di Koolhaas è sinonimo di semplicità che, soltanto ad un attento esame, accetta di rivelare la sua complessità di fondo e la sua densità di intenti. Essa è anche sinonimo di astrazione, per cui l’architettura non deve dare presa ad una dimensione enfatica che porti ad offrire costanti tracce della mano dell’artefice. Infine la tesi fondamentale che Koolhaas sostiene in Delirious New York è quello di una cultura della congestione, argomento legato ad una rinascita del manhattanismo, per cui l’architettura di Manhattan è il paradigma dello sfruttamento della densità. Nella tesi di una cultura della congestione, ogni cognizione dell’universo della vita moderna, avviene nell’ottica della congestione; tale cultura è la cultura del ventunesimo secolo. L’OMA spesso si trova di fronte a situazioni metropolitane destinate ad accogliere necessariamente programmi eterogenei per aspetto ed estensioni: situazione in cui il vuoto si impone come dimensione di lavoro antecedente all’emergere delle architetture, in cui modelli storici non possono essere di aiuto per la definizione di un piano urbanistico, ma in cui deve anzi manifestarsi, e già si manifesta, un nuovo tipo di urbanesimo che non è più tale, forse, neppure di nome. Per Koolhaas oggi l’architetto, poichè si trova spesso ad avere in mano qualcosa di impalpabile, dovrà confrontarsi sempre più spesso con il vuoto, immaginare il nulla. Più della progettazione delle città è importante e, lo sarà nel futuro, quello della loro decomposizione. L’urbanistica dell’OMA tenta di integrare i dati del cambiamento, in cui il progetto non anticipi la realtà ma sia teso alla sua ricerca sforzandosi di avvicinarvisi il più possibile. E' per questa ragione che l’immagine dell’architetto prediletta da Koolhaas è quella di un surfista sull’onda: la potenza e l’orientamento dei mari sono incontrollabili, ed il surfista può soltanto sfruttarne le forze per padroneggiarli e scegliere la propria direzione.

Sito web:

http://www.oma.nl


Bibliografia:

Koolhaas R., Delirious New York: a Retroactive Manifesto for Manhattan, New York, Oxford University Press, 1978

Norberg-Schultz C., Louis I. Kahn: Idea e Immagine, Roma, Officina edizioni, 1980

Lucan J., OMA-Rem Koolhaas : pour une culture de la congestion, Milan-Paris, Electa Moniteur, 1990

Koolhaas R., Mau B., S, M, L, XL, Rotterdam, 010 Publishers, 1995

Koolhaas R., Conversations with Students, Princeton Architectural Press, Princeton, 1995

OMA/Rem Koolhaas 1992/1996, "El Croquis", n. 79, 1996 (numero monografico)

Prestinenza Puglisi L., Rem Koolhaas: Trasparenze metropolitane, Torino, "Testo & Immagine", 1997

OMA Rem Koolhaas: Living, Vivre, Leben, Basel, 1998

OMA Rem Koolhaas: 9 built projects 1987-97, Basel, Birkhäuser Verlag, 1998

Rocca A., Educatorium a Utrecht: Rem Koolhaas, Firenze, Alinea, 1999

OMA/AMO RI Koolhaas Projects for Prada Part 1, Fondazione Prada Edizioni, Milano 2001

Harvard Design School Guide to Shopping, Taschen Publishers, 2001

Content, Taschen Publishers, 2004


Webliografia:

http://www.europaconcorsi.com/db/arch/index.php?id=9253

http://www.architettiroma.it/dettagli.asp?id=4227

http://www.prestinenza.it/scrittibrevi/articoliTeorici/Rem_Koolhaas.dwt

http://www.archphoto.it/huoita.htm

http://www.arcspace.com/architects/koolhaas/Seattle/

http://www.dexigner.com/architecture/news-it5556.html

http://www.archimagazine.com/amaison2.htm

http://www.floornature.it/worldaround/articolo.php/art466/3/it/arch

http://www.architettiroma.it/dettagli.asp?id=6550

http://www.arcspace.com/architects/koolhaas/features.htm

http://www.moma.org/expansion/charette/architects/koolhaas/

http://www.galinsky.com/buildings/prada/

http://www.icon-magazine.co.uk/issues/013/rem.htm

http://www.architectureweek.com/2000/0607/news_4-1.html

http://thor.iuav.it/dpa/contenuti/strutture/laboratori/archint/0342t.htm

http://www.architectuur.org/oma.php

http://www.digischool.nl/ckv1/architectuur/koolhaas/koolhaas.htm