Makrolab

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1.6.1 - 50a EDIZIONE BIENNALE DI VENEZIA – MAKROLAB La proliferazione delle mostre Biennali di arte contemporanea sta iniziando ad essere motivo di riflessione. Una tendenza che sembra ormai assodata è il tentativo di usare le Biennali come uno strumento di marketing delle città. In questo senso vanno interpretati gli avvicendamenti al vertice della Biennale di Venezia, ora sottoposta ad un più stretto controllo politico. Tuttavia la loro organizzazione non sembra sfuggita dalla mani dei curatori, anzi. Il partito dei curatori ha molto potere nell'indirizzarne il gusto, e sembra farlo proponendo indistintamente ovunque nel mondo i medesimi prodotti della ricerca artistica: di conseguenza spesso gli stessi artisti sono onnipresenti, causando una percepibile uniformità delle esposizioni. Come parte della 50a edizione della Biennale di Venezia è stato previsto il funzionamento del laboratorio Makrolab. La situazione veneziana (un’isola abbandonata nella laguna, con una storia particolare sia ecologica sia politica) si pone come struttura ideale, un inspirato veicolo-strumento per giungere all’indipendenza assoluta, alla riflessione sulle condizioni antropiche sociali attuali. Makrolab, è un vero e proprio laboratorio equipaggiato per ospitare artisti, scienziati e operatori tattici nel campo dei media. Questi saranno muniti degli strumenti e dei contenuti per un lavoro comune in continua evoluzione e progressione, atto a sviluppare ricerche a largo raggio nei campi delle telecomunicazioni, del sistema climatico e delle migrazioni. Partendo dall’osservazione e dall’identificazione dei flussi migratori, con, nel caso del laboratorio veneziano, un’attenzione particolare rivolta alle migrazioni legate alle zone di guerra e tensioni sociali, migrazioni degli uccelli, le loro capacità di navigazione e le migrazioni del capitale, si giungerà a risultati primari, che verranno analizzati dagli operatori nei mesi del funzionamento del laboratorio, ma anche nel futuro. Nel contempo sarà prioritario un lavoro di esplorazione delle nuove sensibilità e, insieme, una rivisitazione e una ridefinizione dei termini del sociale e individuale con la concentrazione sulla cosiddetta identità centrata sulle reti di comunicazione (network/centric identity). Una comunicazione creativa che trae origine da forze individuali capaci di sviluppare un’entità scientifico-psichica in una situazione particolare di ambiente–spazio–tempo. L’ambiente, quindi, in Makrolab, è il fattore primario per lo sviluppo di una veloce formazione di nuovi concetti sociali, creativi, spirituali e, non ultimo, economici, basati unicamente sull’individualità integrale. La comunicazione sarà sviluppata attraverso sistemi tecnologici avanzati e l’autonomia energetica ottenuta attraverso materiali e tecnologie avanzate, rivisitati nel concetto basilare di spazio-tempo. Non sarà quindi solo ed esclusivamente un lavoro artistico, con tutte le limitazioni del caso, ma soprattutto una progressiva attività nel tempo e una proiezione nello spazio (in tempo reale) suscettibili a tutte le modificazioni e gli arricchimenti possibili, concretizzabili in un’evoluzione sociale dell’ambiente intermedio. Makrolab, iniziato nel 1994 da Marko Peljhan, si avvale della collaborazione di altre persone provenienti da studi e discipline diverse, ed è stato realizzato per la prima volta nell’ambito di Documenta X, a Kassel nel 1997. È prevista la sua conclusione nel 2007, quando la sua struttura sarà posizionata sull’Antartide come base permanente per il lavoro comune di scienziati e artisti.