Memex

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IL "MEMEX"

Durante la seconda guerra mondiale Vannevar Buish aveva diretto l’ufficio per la Ricerca e lo Sviluppo Scientifico dell’Esercito, coordinando più di seimila scienziati. Si rese subito centrale il problema della gestione e del reperimento delle informazioni. Rimasto turbato dalle conseguenze e degli sviluppi della corsa alle armi durante il periodo della Guerra Fredda, Bush maturò la concezione di una tecnologia che allontanasse le distruzioni e conducesse alla comprensione.


I nuovi media saranno influenzati dall’idea di Bush in quella che è la loro specificità: creare collegamenti e percorsi attraverso informazioni secondo connessioni associative che cercano di riflettere, anche se parzialmente, i percorsi fatti dalle cellule del nostro cervello. Vannevar Bush aveva riflettuto sulle conseguenze delle scoperte scientifiche, che avevano segnato la vita dell’uomo, potenziandone le capacità fisiche anziché quelle intellettive. Erano migliorati i modi di mangiare e di vestire; si era realizzata una progressiva libertà dalle malattie; si erano rese più veloci le comunicazioni tra gli individui grazie all’automatizzazione degli scambi telefonici; avanzate tecniche di fotografie che permettono di immortalare anche ciò che non si vede; i microfilm, con riduzioni che nonostante le forti riduzioni, garantiscono assoluta nitidezza dell’immagine, tanto che l’Enciclopedia Britannica potrebbe essere ridotta alle dimensioni di una scatola di fiammiferi.


o altro. In uno degli spazi trasparenti nella parte superiore del dispositivo si possono scrivere appunti o promemoria che, azionando una delle leve, possono essere fotografati e immagazzinati sul primo spazio vuoto a disposizione sulla pellicola; in tal modo possono essere consultati più volte senza andare persi.

La cosa più importante per Bush era che due dati potessero essere collegati fra loro, ma il suo assunto si basava sulla convinzione dell’innaturalezza dei consueti meccanismi di archiviazione dei documenti, catalogati secondo criteri alfabetici o cronologici. La mente umana non funziona in questo modo: nel ragionare e nel ricordare procede per associazioni, trascinando le idee che una dopo l’altra costituiscono il filo dei pensieri e questa macchina si collocava quindi come una estensione della mente.