Peppe Morra - (Fondazione Morra)

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Personaggio o Gruppo:

Peppe Morra - Ritratto di Augusto De Luca

PEPPE MORRA, (Napoli, - ) gallerista, mecenate e direttore della "Fondazione Morra".

Biografia:

La Fondazione Morra - Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive nasce nel 1992 per volontà di Giuseppe Morra dall’attività quasi trentennale della galleria Studio Morra in Via Calabritto a Napoli e con lo scopo di promuovere la ricerca, la realizzazione e la divulgazione della cultura delle comunicazioni visive. La Fondazione, inserita nell’Albo Regionale sezione “Alta Cultura” nel 2001 e riconosciuta il 20/10/2005 n. 1429, pone alla base della propria attività artistico-culturale “l’arte per amore della ricerca e della conoscenza”, richiamando con forza le finalità sociali che vedono nella promozione culturale l’orizzonte di senso da seguire per rivalutare le aree a forte degrado sociale; nel passaggio dalla Galleria alla Fondazione l’attività viene infatti trasferita dal Quartiere Chiaia – sede dello Studio Morra -  al Rione Sanità nel seicentesco Palazzo dello Spagnuolo progettato dal Sanfelice. Gli obiettivi della nuova struttura costituita consistevano nell’archivio, divulgazione e promozione delle opere e del materiale della Fondazione e nella trasmissione intergenerazionale della cultura contemporanea.

Peppe Morra / Ritratto di Augusto De Luca

La Fondazione Morra è costituita da un Centro di Documentazione, ricerca e formazione perseguito attraverso l’implementazione informatica di testi, immagini ed eventi a partire dalla metà del XX secolo per la sistemazione del “discorso” sulle arti visive e la diffusione delle esperienze; dal Dipartimento per il Cinema Sperimentale Indipendente e dal Centro per le Arti Performative e Multimediali per incoraggiare il dialogo tra la tecnologia e le arti. E’ un ente associato con numerose organizzazioni in Italia e all’Estero, fra cui: Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Roma; MACRO – Roma; Facoltà di Architettura Università degli studi di Napoli “Federico II”; Università di Salerno – Dipartimento di Filosofia – Dipartimento di Matematica e Informatica; Fondazione Donnaregina – Napoli; PAN – Palazzo delle Arti di Napoli; Accademia delle Belle Arti – Napoli; Fondazione Mudima – Milano; Fondazione Marconi – Milano; Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig – Vienna; Anthology Film Archives – New York; Al Hansen Archive – California. Lo Studio Morra costituisce la storia della Fondazione Morra. Sin dal 1974 la Galleria che  diventerà Fondazione concentra il proprio interesse verso le neo-avanguardie degli anni settanta, in particolare è tra le prime in Italia a proporre gli artisti dell’Azionismo Viennese e della Body Art. Negli spazi espositivi si avvicendano artisti come Hermann Nitsch, Gunter Brus, Urs Luthi, Gina Pane, Joe Jones, Marina Abramovic, Bob Watts e Peter Kubelka. Nei primi anni ottanta seguono le esposizioni dedicate al gruppo Fluxus, che intende l’arte fuori dalle strutture come opera di intervento nel presente, nello spazio reale. In Fluxus il momento artistico è un evento che ingloba in sé tutte le discipline e gli stili, per cui il tempo dell’arte diviene quello della vita, in cui ogni oggetto, ogni gesto, proveniente da qualunque area, può varcare la soglia dell’arte. Fluxus vuole salvaguardare arte e vita senza sopraffare nessuno dei due termini. Nella seconda metà degli anni ottanta l’attività dello Studio è dedicata principalmente alla Poesia Visiva; grazie alle numerose mostre e alla presenza dei più significativi poeti visivi come Carrega, Luca, Martini, Miccini, Pignotti, Chopin; lo Studio si pone come uno dei centri più importanti di poesia visiva in Italia. La poesia visiva assume le comunicazioni di massa come proprio oggetto di indagine e nello stesso tempo come proprio strumento di espressione. Si vuole uscire da un modello di letteratura limitato alla parola ed invece esprimersi in un linguaggio iconico, così come i mass media utilizzano il linguaggio dei logo. La poesia visiva utilizza materiali linguistici diversi, provenienti dagli attuali mezzi di comunicazione, come la fotografia, il fumetto o il francobollo. Il poeta visivo non cerca i propri segni nel vocabolario, ma li crea traendoli dal mondo in cui vive. Negli anni novanta si snodano anche una serie di mostre dedicate ad artisti e tendenze di forte attualità; ricordiamo tra le altre “Sculture nella città” di Bruno Munari nel 1990 con una selezione di grandi sculture in metallo esposte sul lungomare di Napoli, la mostra ha l’obiettivo di coinvolgere più direttamente il cittadino nell’arte; le sculture diventano segnali per la fantasia, con lo scopo di incuriosire lo spettatore stimolando la sua immaginazione.