Piazza Virtuale

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Titolo

Piazza Virtuale

Autore

Ponton/Van Gogh TV in collaborazione con Giacomo Verde

Anno

1992

Luogo

A Kassel (Germania), lo studio centrale, che era connesso via satellite con Italia, Germania, Francia, Svizzera, alcuni paesi dell'Europa dell'Est, gli Stati Uniti, Canada e Giappone.

Sito web

Piazza Virtuale


Descrizione

Piazza Virtuale è un progetto di televisione interattiva che poteva essere ricevuta in tutta Europa da 5 satelliti per 100 giorni durante il documenta IX nel 1992. I visitatori del documenta potevano trasmettere la propria immagine alla trasmissione in diretta Piazza Virtuale per mezzo di videotelefoni e telecamere che erano state installate permanentemente a Kassel e ad altre città europee. Era possibile usare telefoni, fax o modem per accedere alla trasmissione da casa. L'obiettivo del progetto era di trasformare il medium di massa della televisione in un medium interattivo che inverte la relazione da un trasmettitore a molti riceventi.

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Con la presentazione di una città contenitore intitolata Piazza Virtuale al festival Ars Electronica del 1986, i media elettronici assunsero la priorità nel lavoro del gruppo Ponton European Media Art Lab. I media non erano più un mezzo verso l’esterno, ma sempre di più diventavano i portatori del messaggio vero e proprio.

Attraverso alcune fasi intermedie, questa filosofia del gruppo Ponton/Van Gogh TV, per il quale hanno lavorato anche i registi Karel Dudesk, Benjamin Heidersberger, Mike Hentz e Salvatore Vanasco, ha portato nel 1992 alla realizzazione di Piazza Virtuale creata per documenta IX.


Nello studio di registrazione a Kassel si radunavano tutte le linee coinvolte nel programma in diretta La immagini da trasmettere venivano inviate attraverso una connessione video dedicata alla stazione di trasmissione della ZDF a Mainz e, attraverso un collegamento radio, ai satelliti Olympus dell'Agenzia Spaziale Europea. Durante i 100 giorni di documenta, Piazza Virtuale veniva trasmesso due volte al giorno sul canale satellitare 3 e una volta dopo mezzanotte dai satelliti Olympus. Piazza Virtuale ricevette fino a 25000 chiamate all'ora e rimane uno dei progetti di televisione interattiva di maggior successi fino ad oggi.

Situata a fianco del Museum Fridericianum, la "Città Contenitore" era il luogo fisico della produzione artistica del messaggio mediale del gruppo. Consisteva in un collegamento verso i satelliti da un camioncino, studi di trasmissione e produzione, uffici per amministrazione e PR, un caffè e una piccola piazza all'aperto. Alcuni dei 30 membri del team erano già attivi sul posto da molto tempo prima dell’inizio della manifestazione. Erano stati sviluppati punti di ingresso che consentivano ai visitatori un accesso istantaneo alla trasmissione in diretta. Questi punti erano o collocati in chioschi stazionari dove i visitatori potevano intervenire alla trasmissione premendo un bottone, oppure erano telecamere distribuite nel Fridericanum che mostravano ciò che stava accadendo al momento.

Nello "studio virtuale", fino a quattro partecipanti alla volta potevano dipingere un'opera digitale, scegliendo colori, spessore del pennello e direzione.
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I direttori di documenta IX non furono convinti a partecipare direttamente a queste azioni artistiche e Nonostante la cooperazione amichevole, rimasero scettici e riservati nei confronti del progetto. La versione dimostrativa del progetto fu un programma di musica interattivo 'Rap em higher'. Gli utenti potevano utilizzare dei sintetizzatori e degli strumenti musicali a controllo numerico attraverso le tastiere dei telefoni. Quattro partecipanti potevano suonare insieme; in aggiunta, vi erano quattro linee microfonate che permettevano agli spettatori di testare il proprio talento vocale.

Le trasmissioni individuali venivano rimandate attraverso una serie di 'piazzette' differenti in Italia, Germania, Francia, Svizzera, alcuni paesi dell'Europa dell'Est, gli Stati Uniti, Canada e Giappone. Un collegamento satellitare verso Nagano via Parigi trasmetteva un programma nel quale gli spettatori potevano controllare parti mobili di un ritratto di Van Gogh via tastiera o istruzioni vocali.

Le 'piazzette' dell'Est Europeo erano organizzate da Mike Hentz e coordinate dalla curatrice di media americana Kathy Rae Huffman. Un sito era anche Mosca, da dove le performance in diretta venivano trasmesse attraverso un link satellitare a Kassel; tra le particolarità c'era una vendita all'asta di un sandwich russo.

La "piazza virtuale" italiana è il centro sociale Conchetta di Milano, la cui organizzazione dell'evento era affidata al gruppo Decoder.

Gli artisti a Berlino e Riga erano in contatto via videotelefono e potevano osservare e reagire con gli altri. Berlino distribuiva musica, Riga poesia e performance in movimento. Gli spettatori erano in grado di seguire simultaneamente i programmi di Riga e Berlino come una performance unica.

La trasmissione di Riga era trasmessa via videotelefono allo studio televisivo di Kassel. Con la partecipazione non solo della scena delle arti visuali, ma anche di poeti, musicisti, stilisti e politici, il contributo di Riga fu più ad ampio respiro rispetto a quello delle altre piazzette.

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Con la diffusione della 'Pocket Art' si aggiunse anche la vendita all'asta di lavori artistici che potevano essere tranquillamente trasportati in tasca. Questa azione di "arte economica" era anche un confronto con la fragile situazione economica degli artisti in Russia.

Il progetto esposto in documenta 9 creò un ibrido comunicativo senza precedenti di rete e televisione in diretta basata su due canali satellitari e quattro linee per ognuna: Isdn, voce su telefono, modem, tastiera telefonica, videotelefono e fax. Non c'era una trasmissione unidirezionale dei canali come nella tv tradizionale: senza alcuna regola predefinita o moderatori fino a 20 spettatori chiamavano, si connettevano, anche contemporaneamente, e iniziavano a interagire con gli altri nello spazio pubblico della televisione, e occasionalmente controllavano le telecamere remote poste sul soffitto dello studio. Tutta l'attività che arrivava dagli altri paesi veniva ritrasmessa in diretta dal sito di Ponton a Kassel verso tutta Europa e occasionalmente anche verso il Giappone e l'America.

Un depliant distribuito a Kassel annunciava un linguaggio simbolico di interazioni, compartecipazione – non la copia a distanza naturalistica del mondo, estetica del diccianovesimo secolo, che ancora spesso creata nei mondi elettronici delle immagini.

Questo tipo di lavoro è profondamente radicato nell'idea che l'arte ha una responsabilità sociale e che i nuovi media possano creare nuovi modi di relazione sociale. Gli artisti Ponton/Van Gogh TV agiscono direttamente su questi: nel dominio della realtà e di media space. Tra le alte implicazioni il progetto rimuove la voce monologica della televisione per convertirla in un altra forma di spazio pubblico per l'interazione, analoga ad internet. Le idee commerciali di video on demand o tv interattiva sono, ancor prima dell'implementazione, già sorpassate dall'interattività globale permessa da internet.

In u messaggio inviato ad agosto del 1983 al newsgroup comp.multimedia il disegnatore di interfacce di Ponton Ole Lytjens diceva: la Piazza Virtuale è un passo avanti per l'arte mediale del futuro, nella quale la tv interattiva e le reti internazionali possono essere un'importante forma di espressione collettiva.

Webliografia

un articolo sul progetto (in inglese)

un articolo sul progetto (in tedesco)