Pittura monocroma

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La Pittura monocroma, che percorre trasversalmente molte correnti del '900 e della pittura contemporanea, realizza un annullamento della opposizione sfondo-figura: l'integrità segnica della figura è fatta scomparire a favore dello sfondo, che diventa perciò la vera opera d'arte.

In questo senso, la Pittura monocroma può essere definita come una "non-pittura" e la sua caratteristica principale può essere considerata la tendenza alla semplicità assoluta che si traduce nel "monocromo", cioè in un quadro basico e di "grado zero", in cui il colore (unico, anche se sfumato) inghiotte la figura e dove si risolve il conflitto tra immagine ed astrazione, tra opera e idea, tra visibile ed invisibile, tra tangibile ed intangibile.

Questa pittura ha origini americane (celebre la tela tutta bianca di Robert Rauschenberg, ispirata a 4'33" di John Cage, e quella tutta nera dello stesso autore, così come pure celebri sono le sperimentazioni cromatiche di Barnett Newman, Mark Rothko e Ad Reinhardt), anche se significativi precedenti si trovano nelle avanguardie europee, basti pensare ai Monochromes di Yves Klein e al quadrato nero di Kasimir Malevic, per citare solo gli esempi più noti.