Dall'organico al postorganico: differenze tra le versioni

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==Il corpo postorganico==
 
==Il corpo postorganico==
  
Il corpo da sempre viene utilizzato nella sua valenza simbolica come mezzo di comunicazione, di espressione artistica o come segnale di appartenenza e di identità. A seconda delle epoche e delle culture esso è  esibito, ostentato, nascosto o addirittura ripudiato. E’ anche il luogo nel quale i detentori del potere concentrano le loro forze per attuare meccanismi di sopraffazione, basti pensare all’imposizione del velo che copre totalmente o parzialmente le donne di cultura araba.
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==Il corpo da sempre viene utilizzato nella sua valenza simbolica come mezzo di comunicazione, di espressione artistica o come segnale di appartenenza e di identità. A seconda delle epoche e delle culture esso è  esibito, ostentato, nascosto o addirittura ripudiato. E’ anche il luogo nel quale i detentori del potere concentrano le loro forze per attuare meccanismi di sopraffazione, basti pensare all’imposizione del velo che copre totalmente o parzialmente le donne di cultura araba.
 
Il concetto di corpo ha subito profonde trasformazioni a partire dalla seconda metà del Novecento; in particolare dagli anni Sessanta esso viene utilizzato come strumento di opposizione alla società ponendosi come il fulcro attorno al quale ruotano quasi tutte le manifestazioni artistiche.
 
Il concetto di corpo ha subito profonde trasformazioni a partire dalla seconda metà del Novecento; in particolare dagli anni Sessanta esso viene utilizzato come strumento di opposizione alla società ponendosi come il fulcro attorno al quale ruotano quasi tutte le manifestazioni artistiche.
 
Rappresenta il momento espressivo e creativo per eccellenza, il mezzo con cui si cerca di scardinare il sistema dell’arte basato sull’economia e sulla interrelazione dei ruoli di artista, gallerista, mercante, collezionista.
 
Rappresenta il momento espressivo e creativo per eccellenza, il mezzo con cui si cerca di scardinare il sistema dell’arte basato sull’economia e sulla interrelazione dei ruoli di artista, gallerista, mercante, collezionista.
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Artisti come [[Orlan]], [[Stelarc]] e [[Antunez Roca Marcel.Li|Marcel.Lì Antunez Roca]] si inseriscono perfettamente con le loro performance in questo contesto di ibridazione tra organico e inorganico che spinge il corpo in una dimensione cyborg.  
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Artisti come [[Orlan]], [[Stelarc]] e [[Antunez Roca Marcel-Li|Marcel.Lì Antunez Roca]] si inseriscono perfettamente con le loro performance in questo contesto di ibridazione tra organico e inorganico che spinge il corpo in una dimensione cyborg.  
  
  
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4. www.lattuadastudio.it/Artisti/Orlan/orlan2.htm (gennaio 2006)
 
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5. www.decoder.it/archivio/shake/decoder/stela.htm (dicembre 2005)
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[[Categoria: Stelarc]]
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[[Categoria:cyberpunk]]
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[[Categoria:precursori]]
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[[Categoria:body art]]

Revisione 12:59, 19 Feb 2006

Il Corpo: dall'organico al postorganico

Il corpo postorganico

==Il corpo da sempre viene utilizzato nella sua valenza simbolica come mezzo di comunicazione, di espressione artistica o come segnale di appartenenza e di identità. A seconda delle epoche e delle culture esso è esibito, ostentato, nascosto o addirittura ripudiato. E’ anche il luogo nel quale i detentori del potere concentrano le loro forze per attuare meccanismi di sopraffazione, basti pensare all’imposizione del velo che copre totalmente o parzialmente le donne di cultura araba. Il concetto di corpo ha subito profonde trasformazioni a partire dalla seconda metà del Novecento; in particolare dagli anni Sessanta esso viene utilizzato come strumento di opposizione alla società ponendosi come il fulcro attorno al quale ruotano quasi tutte le manifestazioni artistiche. Rappresenta il momento espressivo e creativo per eccellenza, il mezzo con cui si cerca di scardinare il sistema dell’arte basato sull’economia e sulla interrelazione dei ruoli di artista, gallerista, mercante, collezionista. E’ in questo periodo che nasce e si sviluppa il fenomeno della performance che, in quanto evento effimero e irriproducibile, riesce ad essere immune e a sfuggire a quel processo di mercificazione dell’arte visto come un grave minaccia e un limite alla libertà espressiva degli artisti. Adesso il soggetto prende il sopravvento sull’oggetto, il gesto sull’opera finita e definita. Così la nuova corporeità, il senso dell’effimero e gli impulsi controculturali alimentano un rinnovato gusto estetico destinato a caratterizzare le attività artistiche in tutti gli ambiti; quello teatrale con il living theatre, quello cinematografico con le tendenze underground e quello musicale con il movimento punk. Parallelamente si sviluppa il fenomeno della Body Art, un vero e proprio atto di radicalizzazione dell’espressività corporea i cui precedenti si potrebbero far risalire al teatro della crudeltà di Antonin Artaud 1 e alle performance di artisti come Yves Klein (Antropometrie) e Piero Manzoni (I corpi firmati, La merda d’artista). Tutto ciò conduce all’estremo il concetto di riappropriazione del corpo, finalmente libero dagli istinti repressi e dalle regole sociali e morali che lo avevano plasmato fin dall’infanzia. I tagli sulla pelle diventano un modo per raggiungere la profondità, sentire anche l’interno del proprio organismo e non viverlo soltanto come una superficie. La Body Art mette in scena il corpo come vittima di soprusi, violenza e atti di autolesionismo: emblematiche in tal senso sono le opere di Gina Pane che aveva scelto di rischiare la propria vita ogni volta che si esibiva. “La ferita è un segno dello stato di estrema fragilità del corpo [...] un segno che evidenzia la situazione esterna di aggressione, di violenza a cui siamo esposti [ Vito Acconci, sempre in quegli anni, definisce il corpo dell’artista come luogo di avvenimenti, come il dolore, la variazione di ritmi biologici, la resistenza fisica e psichica fino a modificarlo radicalmente. Nelle sue opere si mettono in discussione identità sessuali, fisiche e razziali; proprio l’ambiguità tra i generi maschile e femminile sarà il tema centrale per molti altri artisti; è la rivoluzione e la liberazione sessuale. E’ adesso che nasce il glam rock con una particolare estetica all’insegna della stranezza, del make up, delle paillettes e dei costumi esagerati e dà origine all’ iconografia della drug queen, del travestito e del viados. Si può parlare di un corpo in divenire, in continua evoluzione desideroso di mutare e di esprimersi non importa se attraverso il sangue e la violenza, il trucco o i travestimenti. Anche gli anni Novanta proseguiranno in questa direzione e proprio nel momento in cui la macchina trionfa e dilaga il corpo assume paradossalmente una centralità mai raggiunta prima. Tutto questo non senza contraddizioni poiché la corporeità viene esaltata e rinnegata al tempo stesso. La chirurgia può mutare le identità sessuali, innestare protesi artificiali o sostituire con meccanismi parti difettose; l’ingegneria genetica permette di clonare gli organismi; il corpo può quindi essere modificato per necessità o per piacere grazie alla tecnologia. La performance degli anni Novanta si allontana dalla dimensione ritualistica e intimistica tipica degli anni Settanta per avvicinarsi all’ibridazione della carne che si fonde con la macchina. Questo fenomeno di penetrazione tra corpo e tecnologia è la diretta conseguenza dei mutamenti sociali e culturali dell’età contemporanea.


Artisti come Orlan, Stelarc e Marcel.Lì Antunez Roca si inseriscono perfettamente con le loro performance in questo contesto di ibridazione tra organico e inorganico che spinge il corpo in una dimensione cyborg. Mutazione è la loro parola d’ordine. Orlan si sottopone da più di dieci anni ad interventi chirurgici per trasformarsi in un nuovo essere che tende alla bellezza classica, si tratta di una vera e propria riprogettazione del corpo che giunge a mettere in crisi il concetto di identità. Si parla di arte carnale [ Lo spagnolo Marcel.Lì Antunez Roca, uno dei fondatori del famoso gruppo teatrale Fura dels Baus, ha creato come Stelarc un’interfaccia del suo corpo e l’ha inserita in un computer collegato ad esso per mezzo di sensori avvalendosi tuttavia di tecnologie meno sofisticate. Marcel.Lì pone se stesso come protagonista di un videogioco che a tratti diventa pesante e pericoloso. Tutto ciò scardina l’idea che l’elemento virtuale sia inteso come un’entità insensibile e astratta. Il suo corpo è invece reale, la carne è al centro suo lavoro come testimonia la straordinaria scultura raffigurante un uomo che, come Frankenstein, é realizzato con carne di maiale cucito a mano; qualcosa di apparentemente grezzo che in realtà racchiude una tecnologia sofisticatissima.


1. A. Artaud, Il teatro e il suo doppio, Einaudi,Torino 2000

2. www.arkineos.it/rivista/corparc/corpuman.html(gennaio 2006)

3. M. Perniola, Il Sex appeal dell’inorganico, Einaudi, Torino 1994, p. 14

4. www.lattuadastudio.it/Artisti/Orlan/orlan2.htm (gennaio 2006)

5. www.decoder.it/archivio/shake/decoder/stela.htm (dicembre 2005)==