Kurtz Steve

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STEVE KURTZ - BASIC LIFE -

Steve Kurtz è professore associato del Department of Art nella State University della New York's University di Buffalo, e membro dei Critical Art Ensemble. Secondo il Critical Art Ensemble il potere oggi è diventato un flusso elettronico nomade: il nemico è invisibile. Se è facile capire questo per gli hacktivisti, è invece difficile capire come il sistema mediatico recupera, coopta o neutralizza le forze antagoniste. Sarebbe meglio introdurre nel dibattito il concetto di Mito, al posto di quello di Spettacolo.

3.4.1 – Organizzazione di riferimento (Critical Art Ensemble) Il Critical Art Ensemble (CAE) è nato nel 1987 a Talahasse in Florida come gruppo di performer. E’ uno dei collettivi artistici con maggiore spessore critico nei confronti della tecnologia da più di dieci anni, storico collettivo che dagli anni Ottanta opera sul crinale tra arte e attivismo politico. Gli artisti che ne sono membri hanno varie specializzazioni dedicate all’esplorazione delle intersezioni tra arte, tecnologia, attivismo politico radicale e teoria critica. Ultimamente il CAE si è concentrato sulle biotecnologie e sulla loro taciuta evoluzione tecnologica ed economica con progetti come Biohazard e il libro 'Molecular Invasion', ma anche su di una installazione che doveva essere presentata ad una mostra organizzata al Massachusetts Museum of Contemporary Art che è iniziata, però, senza il lavoro dei CAE per motivi legati alla burocrazia ed alla giustizia americana2. Il progetto artistico dei CAE si incentra sull’informazione sulle biotecnologie, sulla tecnologia dell’informazione e studi sui media. Un lavoro che è sempre stato antiterrorista, cioè contro la paura come pregiudizio culturale alla discussione. I membri dei Critical Arts Ensemble (oltre a Kurtz e a sua moglie Hope ci sono Beatrix da Costa -docente alla University of California -, Dorian Burr, Steve Barnes e Beverly Schlee) sono attenti teorici dei Tactical Media, ossia di un uso critico delle pratiche mediatiche, utilizzate ridisegnando prodotti comunicativi per scopi non commerciali e per sostenere una serie di finalità politiche. Il loro progetto più recente include un laboratorio mobile, 'Free Range Grains', per l’estrazione del DNA di un organismo per testare cibi acquistati in comuni negozi di alimentari e individuare possibili contaminazioni transgeniche. Sito web: www.critical-art.net

2 L’11 Maggio del 2004, la moglie ebbe un arresto cardiaco, Kurtz chiamò il 911; quando la polizia intervenne, si mostrò diffidente sulla presenza in casa di provette e apparecchiature biochimiche. La stessa polizia chiamò l’FBI che arrestò Kurtz per bioterrorismo, sequestrò il corpo della moglie per analizzarlo con esami medico-legali e confiscò computer, libri, e manoscritti, inclusa l'apparecchiatura dell'ultimo progetto 'Free Range Grains', costituita da un laboratorio mobile che permette di estrarre il DNA di un organismo. Scoperto che quel materiale non serviva a niente altro che a testare prodotti commestibili per certificare una possibile contaminazione transgenica, Kurtz venne scarcerato e potè recuperare il corpo di sua moglie.


3.4.2 - Ultima opera del CAE: 'Free Range Grains'

Realizzato alla Schim Kusthalle di Francoforte, include un laboratorio mobile per l’estrazione del DNA di un organismo per testare cibi acquistati in comuni negozi di alimentari e individuare possibili contaminazioni transgeniche. Non è possibile usare questo equipaggiamento per produrre germi pericolosi o magari trasformarli in armi batteriologiche. In collaborazione con un laboratorio di microbiologia a Pittsburgh è stato creato un E.coli transgenico assolutamente inoffensivo. Le Cellule transgeniche includono geni o DNA trasferite attraverso processi di ingegneria genetica da un tipo differente di essere vivente. La natura benigna del battere è uno dei temi centrali del lavoro, che permette ad alcuni spettatori di esporsi loro stessi al materiale. Essi portano gli alimenti che sospettano essere transgenici all'interno della Schim Kusthalle, dove il CAE per un periodo di 72 ore li esamina testando la veridicità o meno delle perplessità suscitate. L'opera non nasce da una posizione pregiudizialmente contraria agli OGM: anzi, il motivo principale che ha indotto il CAE, dalla fine degli anni Novanta, a lavorare con le biotecnologie è la constatazione dei numerosi misunderstanding che ne caratterizzano la percezione pubblica. In questa situazione, resistenza culturale significa innanzitutto creazione di consapevolezza: "demistificare la produzione transgenica, neutralizzare la paura pubblica, promuovere il pensiero critico, mettere in discussione la retorica dell'utopia edenica, aprire le aule della scienza, eliminare la specializzazione e i vincoli culturali, ingenerare rispetto per la pratica amatoriale." Sono parole che restituiscono all'arte una funzione che sembrava aver perso da tempo. Tecnicamente, Free Range Grain si compone di una strumentazione relativamente semplice, non diversa da quella di qualsiasi università, e assolutamente innocua. 3.4.3 - Altre Opere

"Cult of the New Eve del 2000 (in Austria, Francia e Belgio)": Questo progetto affronta l'appropriazione delle promesse fatte dalla retorica cristiana (le cure miracolose, l'abbondanza e l'immortalità) da parte dell'industria e degli scienziati, per persuadere il pubblico con l'utopia naturale della nuova biotecnologia. Il Critical Art Ensemble ha preso questa retorica e la ha spostata dal contesto delle costellazioni socio-economiche più legittime e più autorevoli - la Chiesa - e l'ha portata nella meno legittima di tutte le costellazioni sociali - the cult - per dare al pubblico una nuova percezione di questo particolare sforzo della rappresentazione sociale. "Contestational Biology 2002-03": Molecular Invasion è un progetto interattivo di science-theatre in cui il CAE in collaborazione con Beatriz da Costa, Claire Pentecost e alcuni alunni selezionati della Corcoran School of Art e Design di Washington, tenta il reverse engineer (scoprire il codice sorgente) di piante come soia e cereali geneticamente modificati utilizzando interferenti chimici non tossici. In questo teatro di pubblica sperimentazione dal vivo, il CAE prova a trasformare le caratteristiche biologiche artificiali di predisposizione all'adattabilità, come per stabilire un modello di una contestazione Biologica. Le tematiche che il CAE vuole trattare con Contestational Biology sono le biotecnologie e tutte le iniziative biotech e politiche che potenzialmente potrebbero avere effetti profondi sull'ambiente e/o sugli esseri umani; esse dovrebbero essere l'argomento di uno studio approfondito di lunga durata. Un’altra tematica è quella di arrestare le iniziative delle corporazioni e controllare l'approvvigionamento di generi alimentari del mondo che dovrebbero essere decentralizzati e differenziati. L'intento non è quello di arrestare la ricerca degli OGM, si tratta semplicemente di procedere con tutte le cautele del caso in modo da salvaguardare la sicurezza ambientale e pubblica. "GenTerra del 2001 (in Francia e Canada)": Gli organismi transgenici sono la ricombinazione di materiale genetico a livello molecolare e cellulare che attraversano i contorni delle specie precedenti. Il rilascio di questi organismi nell'ambiente scaturisce problematiche a livello non solo politico-sociale, ma anche economico ed ambientale. Gen Terra è una performance che cerca di far distinguere alle persone i legittimi timori degli organismi transgenici dall'isteria ingiustificata. Il Pubblico che partecipa alla performance (assistito da una équipe di scienziati) ha la facoltà di generare un batterio di escherichia coli con DNA modificato geneticamente, ottenuto da piccoli campioni di sangue prelevati ai partecipanti stessi consenzienti. La fase conclusiva prevede che siano i partecipanti stessi a decidere del destino di questi organismi transgenici, liberandoli nell' aria (causandone la morte), portandoli a casa entro piccoli contenitori vitrei con liquido preservante oppure lasciarli ai tecnici di GenTerra. Questa operazione provocatoria è stata organizzata dal CAE per scoprire e generare i prodotti per l'amministrazione delle risorse che sono in perfetto equilibrio con gli ecosistemi in cui funzionano, raffinando le tecniche ed esplorando le opzioni offerte dalle nuove innovazioni di biotecnologia. "Flesh Machine 1997-98 ( Stage-Performance organizzato a Beursschouwburg, Brussels e Vienna)": Il Progetto si apre con uno stage in cui vengono presentate in modo critico le fasi della nuova tecnologia riproduttiva. I partecipanti allo stage utilizzano il CD-Rom della BioCom (società biotecnologica istituita dal CAE) e prendono lo screening test di donazione, raccogliendo informazioni utili sulla tecnologia riproduttiva. All'individuo partecipante che supera lo screening test, viene data l'opportunità di farsi prelevare un piccolo campione di sangue da cui sarà estratto il DNA per il sequenziamento fatto in un laboratorio allestito per l'occasione sul posto. I pazienti possono così valutare il potenziale valore del proprio corpo nell' economia del mercato genetico. Sul CD-Rom i visitatori possono osservare i dati effettivi del trattamento di fertilizzazione in vitro ( IVF ), dei nuovi metodi di riproduzione assistita, dei profili dei donatori/donatrici dello sperma e delle cellule uovo. Inoltre è descritta in una pagina del CD, la storia di una famiglia che è ricorsa all'IVF e che il CAE ha monitorato per tutta la durata del processo di fertilizzazione. Flesh Machine rappresenta una presa di posizione nei confronti di problematiche serie suscitate dalle nuove tecniche di fecondazione assistita, quale il fenomeno eugenico. 3.4.4 – Pubblicazioni The Electronic Distrurbance e Electronic Civil Disobedience - Le tesi di fondo esposte possono riassumersi nell’idea di proporre una nuova "avanguardia" che sappia appunto coniugare l’attivismo politico con le nuove competenze tecnologiche: in sostanza la figura (collettiva) dell’artista prevede qui la ormai necessaria "sintesi strategica" tra una effettiva militanza etico-politica e le pratiche di "hackeraggio" informatico. Sul piano teorico si tratta di coniugare il decostruzionismo di matrice francese con le più recenti analisi criticamente centrate sull’espansione dei media interattivi telematici. Secondo tale visione il potere ha ormai assunto una forma "fluida" che si autogenera dislocandosi dove incontra minori resistenze, pertanto esso non è più localizzabile nelle sue tradizionali ubicazioni centralistiche e "monumentali" legate alla dimensione fisica dello spazio urbano. Occorre oggi coglierlo piuttosto nel ciberspazio, per cui una rinnovata tattica operativa antagonista non può che prevedere un modello altrettanto fluido, basato appunto su piccole cellule in grado di connettersi rapidamente in vista di un medesimo obiettivo strategico. Il CAE intende insomma operare una revisione critica delle tradizionali opzioni politiche legate alla rigidità e univocità dei percorsi ideologici. Si tratta dunque di boicottare, bloccare, interrompere i flussi di dati gestiti dall’apparato finanziario, industriale e militare nella sua attuale configurazione "globalizzata". Mettendo in gioco regimi di segni e situazioni differenti, Disobedience si presenta come un concatenamento di anelli tematici aperti alla cui definizione hanno contribuito artisti, attivisti, film-maker, filosofi e gruppi politici. A ciascuno di loro è stato chiesto di creare una propria sezione coinvolgendo altri artisti e altri documenti. Concepito come un archivio eterogeneo e in evoluzione, il progetto vuole essere un itinerario attraverso le geografie della disobbedienza civile: dalle lotte sociali italiane del 1977 alle recenti proteste globali, prima e dopo Seattle. Ma vuole anche essere un atlante della pluralità delle tattiche di resistenza: dall’azione diretta e dalla controinformazionealla bio-disobbedienza. Interventionists, attivisti, media collettivi, si appropriano ora del terreno delle esposizioni su scala globale, mentre gli artisti scendono in campo e tradendo il visibile per l’azione producono forum pubblici, campagne attiviste, simboli e meccanismi contestatari. C’e’ chi parla di ritorno all’arte politica anni Settanta. Creare uno spazio comune tra produzione artistica e azione politica, quale e ’l’obiettivo di Disobedience, significa cercare di registrare una societa’ in trasformazione che produce i propri linguaggi tanto come soggetto politico quanto come oggetto mediatico. La costruzione di un’immagine è ciò che, nelle nostre società, definisce i livelli del legame sociale. L’intervento diretto dell’attivismo politico di base, la sua rivendicazione del cambiamento cosi’ come la possibilita’ di acquisire consenso si misura sempre e comunque in rapporto alla sua capacita’ di destrutturate le rappresentazioni politiche vigenti, di creare nuovi modi di praticare lo spazio pubblico, di produrre modalità di intervento politico non tradizionali, di configurare antagonismi e forme di dissenso nuovi, anche nell’infinitamente piccolo. Disobedience è concepito come un progetto a lungo termine, che non può non presentarsi, attualmente, se non come un archivio incompleto e provvisorio destinato ad accrescersi in occasioni successive. Il libro, in conclusione, affronta la questione di nuova avanguardia che sappia coniugare la politicizzazione storica dei gruppi base (ecologisti, pacifisti) con nuove competenze tecniche ipotizzando un modello di guerriglia elettronica non lontano dagli scenari di un romanzo cyberpunk. Critical Art Ensemble (a cura di), (1994), The Electronic Distrurbance, New York (USA), Autonomedia. Critical Art Ensemble (a cura di), (1996), Electronic Civil Disobedience, New York (USA), Autonomedia.