Brown Trisha

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Trisha Brown

Biografia

Trisha Brown, nasce ad Aberdeen, Washington nel 1936. Frequenta il Mills College di Oakland. Nella metà degli anni 70 si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare a stretto contatto con grandi coreografi, come Paxton Steve e Rainer Yvonne, questa esperienza porterà poi ad avere un radicale cambiamento nel mondo della danza. Nel 1970 Trisha fonda la sua compagnia, prettamente femminile fino al 1979. Le sue prime opere riguardano il movimento del corpo, giocando con la gravità, in spazi non idonei quali tetti e pareti. Nel 1979 inizia a lavorare in teatro con grandi artisti, trasformando ciò che era il vecchio palcoscenico, in uno spazio dove poter sperimentare le sue “creazioni” che si basano sul movimento e la fluidità del corpo. Nel 1986 la grande coreografa, si focalizza sulla musica classica, mettendo in scena coreografie che hanno come base la musica di Bach Johann Sebastian e Monteverdi Claudio, tale esperienza porterà la Brown, ad acquisire notorietà a livello internazionale, ma soprattutto ad integrare in un mix perfetto musica, testo e movimento. Inoltre avvalendosi della nuova musica jazz, la Brown porterà avanti un nuovo esperimento, che riguarda il movimento quotidiano che accompagnato dalla musica, acquista una notevole particolarità.

Sito web:

Sito ufficiale della compagnia da lei creata


Poetica

Il punto di partenza, di Trisha Brown, questa coreografa statunitense, che con la sua particolarità è diventata l’icona della danza post moderna, è una citazione della scrittrice Sand George: “Non c’è nulla di più difficile al mondo della semplicità”. Proprio dalla semplicità dei movimenti la Brown tira fuori la sua grande creatività, dalla quale emerge una straordinaria attenzione verso i movimenti del corpo, movimenti fluidi ma determinati, che si intrecciano, ed ecco forse ciò che la differenzia e sicuramente l’allontana da quelle che sono le tecniche del balletto classico e moderno, con la sfida della forza di gravità, la Brown sperimenta le sue creazioni, in luoghi lontano dal palcoscenico di un teatro, luoghi quali: tetti di edifici di New York o ancora incita i ballerini a camminare perpendicolarmente lungo i muri dei palazzi, allarmando gli spettatori che osservano lo spettacolo. Questo avviene fino alla fine degli anni 70, dopodichè Trisha torna in teatro, portando sulla scena coreografie particolari, con cadute improvvise, movimento totale del corpo, slanci come se i ballerini volassero ed infine prese schivate. Oltre poi alla coreografia in sé anche l’utilizzo dello spazio è diverso da ciò che avviene nei balletti tradizionali, infatti se sino alla fine degli anni 70 abbiamo visto ballerini sui cornicioni o tetti di palazzi, ora in teatro la Brown pone i fluidi movimenti dei suoi danzatori su una “rigorosa geometria” , giocando su una delineazione dello spazio che va dal perimetro del palcoscenico sino al centro. Da tutto ciò emerge il fatto che la Brown abbia creato un nuovo, particolare, fluido, e sicuramente spumeggiante linguaggio del corpo, un nuovo modo di presentare la danza.

Opere

SET AND RESET, caratterizzato da uno stile geometrico ma imprevedibile divenuto il punto forte della sua coreografia. Grazie alla rigorosa struttura scenica i ballerini danzano lungo il perimetro del palcoscenico per poi a turno dividersi in piccoli gruppi e convergere al centro.rappresentazione con cui l’artista chiude il suo primo ciclo, Unstable Molecular Structures, è il capolavoro che le consente di essere vista come leader della coreografia astratta, ancora oggi il suo spettacolo più amato, sviluppato in collaborazione con l’artista Robert Raushenberg per scene e costumi, e Laurie Anderson per le musiche. Il ciclo più noto resta quello dedicato al rapporto tra danza e musica, dove il corpo umano diviene una nota musicale che suona nello spazio.

PRESENT TENSE, Sulla musica di Cage John “, una coreografia in cui i ballerini sospesi nello spazio, in una situazione dove non regna la massima sicurezza, si incontrano e si scontrano, tra molteplici movimenti, che come già detto in precedenza coinvolgono tutte le parti del corpo. Musicato da John Cage, Present Tense è già un’opera da palcoscenico, rappresentata nei principali teatri di tutto il mondo. E’ dagli anni 80 infatti che la Brown abbandona la strada, torna in teatro e si avvale della collaborazione dei principali artisti contemporanei per proseguire la sua ricerca su una serie di temi, ogni volta sviluppati attraverso “cicli” di lavori.

GOOVE AND COUNTERMOVE, è invece il capitolo di una trilogia dedicata al free jazz, ai suoi suoni, alle sue destrutturazioni, realizzata in collaborazione con l’artista Winters Terry per scene e costumi, e per le musiche, Douglas Dave. Tre importanti tappe di un percorso che non ha mai smesso di innovarsi, di ricercare oltre ogni limite, dell’arte e della vita, e di sedurre ed emozionare il pubblico di tutto il mondo. Le tre coreografie rispecchiano ciò che è il suo stile: un mix di rigore, velocità, fluidità e soprattutto semplicità del movimento.

Il ciclo più noto resta quello dedicato al rapporto tra danza e musica, dove il corpo umano diviene una nota musicale che suona nello spazio. La Brown ha coreografato: 1. L’Orfeo di Monteverdi, 2. La Musical offering di Bach, 3. La Carmen, diretta da Lina Wertmuller

FIVE PART WEATHER INVENTION,opera che ha come elementi fondamentali improvvisazione ritmo ed humor, Trisha Brown ha iniziato la sua trilogia jazz creata in collaborazione con il trombettista e compositore Douglas Dave, con l’artista visuale Winters Terry e con la lighting designer Tipton Jennifer..

LATERAL PASS, (scenografia di Graves Nancy, musica di Zummo Peter); gioco dallo spirito vivace, per il quale le figure si spostano in forma di cascata.

NEWARK, è l'ultima opera di Trisha Brown. I ballerini, in giustacuore grigio, si pongono sopra delle tele dai colori monocromi che coprono tutto il quadro della scena, successivamente cadono delle centine. Questo scenario “minimalista” ma fortemente suggestivo (potremmo dire che la psicologia è data dai colori) è stato creato da Judd Donald. Newark è un commovente condensato dell'arte di Trisha Brown. La totale libertà di movimento che sfonda la sua gestualità è in questo caso alle prese con i tratti di una scrittura estremamente precisa e rigorosa. Newark è il dualismo in scena. La coreografia comunica con dei duetti che scivolano, si incrociano, si comunicano un incessante scambio di felicità

Durante il periodo in Francia, Trisha ha messo in scena tre creazioni, che mostrano la totale passione per il movimento che è interno ma anche esterno, geometrie che nel rapporto verticale-orizzontale liberano la memoria del corpo e quella dello spirito.

ONE STORY AS FALLING, la scena delimitata agli angoli da parallelepipedi bianchi, vede muoversi un gruppo di ballerini in giallo attorno all’unica solista donna, in bianco: all’interno delle figure geometriche, i danzatori appaiono come blocchi gelidi e impersonali, mentre eseguono disegni coreografici che richiamano la danza-architettura del Bauhaus, simbolo di un movimento asciugato da ogni spettacolarità.

POUR MG, i ballerini, vestiti in rosa, muovendosi a scatti, compiono ripetitivi percorsi in una coreografia quasi scultorea, dove «ogni movimento è l’ultimo», ma «anche l’inizio del seguente».

FORAY FORET, ispirata alla vita nella foresta, l’evocazione di un mondo distante e lontano vive da una parte attraverso le azioni che, come giocando con le diverse parti del corpo, si rimandano l'una all’altra, e dall’altra nella potenza della scenografia di Rauschenberg Robert che, nelle luci dorate e argentee, ricorda un paesaggio lunare, essendo la luna, come afferma la stessa Brown, simbolo di «un mondo astratto dotato di una propria spiritualità».


Bibliografia

Webliografia

Articolo sul sito ilgiornale.it
Biografia sul sito romaeuropa.net
Altre note biografiche sul sito whipart.it